
Mi capita di assistere genitori che mi riferiscono che ogni sera il piatto del loro bambino resta quasi intatto, oppure che a pranzo, specie durante le occasioni in cui ci si riunisce con i parenti, il loro bambino non vuole proprio sedersi. Se anche tu sei in questa situazione e hai l’impressione che tuo figlio non mangi nulla, devi sapere che è possibile uscirne e che c’è molto che puoi fare per distendere il rapporto tra il tuo bambino e la tavola.
In questo articolo ti propongo un percorso diviso concettualmente in due fasi: capire le cause e attuare strategie concrete, semplici da applicare in famiglia.
Cominciamo.
Quali sono le cause dell'inappetenza
Ecco quattro grandi motivazioni in cui far rientrare i numerosissimi "perché" del rifiuto del cibo: pensi che una di queste possa essere la ragione del tuo caso specifico?
1. Cause fisiologiche o mediche
Infiammazioni, malesseri, dentizione
Se il tuo bambino ha febbre o ha contratto l’influenza, spesso la fame viene messa in stand-by e, giustamente, mangia poco perché non si sente bene. Non solo: la perdita di appetito può essere la prima manifestazione di una malattia o di un disagio, anche psicologico.
Come comportarti: tuo figlio rifiuta il cibo e la sera, quando lo accompagni a lavarsi i denti, scopri la presenza di un’afta nella bocca: è normale che nei giorni che lo separano dalla guarigione mangerà meno volentieri. In questi casi non forzare, offri alimenti non acidi e riduci il sale delle preparazioni.
Problemi digestivi, stipsi, gonfiore
Immagina di vivere ogni pasto con una sensazione di sgradevole e precoce pienezza: penso proprio non avresti molta voglia di mangiare se sai che dopo starai male, giusto? Ecco, tutto ciò si può verificare se il tuo bambino soffre di meteorismo, stitichezza e reflusso, che diventano cause spesso sottovalutate dell’inappetenza.
Come comportarti: durante un periodo di stipsi, il tuo bambino potrebbe accettare ben poco del cibo che gli offri. In questo caso, intervenire sulla regolarità intestinale può restituire fame e piacere a tavola.
Sistema della fame/sazietà ancora in fase di sviluppo
I bambini nascono programmati per alimentarsi in base ai segnali interni di fame e sazietà. Se l’adulto di riferimento mette continuamente pressione -"Finisci tutto", "Devi mangiare ancora" – oppure gestisce i pasti in modo troppo controllato, questa capacità innata può diventare meno efficace.
Se poi durante lo svezzamento o nei primi anni di vita il bambino viene sempre forzato a mangiare grandi quantità o determinati alimenti solo per raggiungere un quantitativo di nutrienti che pensiamo sia adeguato alla sua crescita, può perdere il contatto con i propri segnali di fame o non imparare a riconoscerli. Ecco perché, paradossalmente, può succedere che in una fase successiva non abbia appetito o rifiuti il pasto abituale.
Come comportarti: tuo figlio è portato a mangiare un gran quantitativo di alimenti durante le merende, un po’ perché tipicamente sono costituite da cibi poco sazianti ma densamente energetici, un po’ perché lo hai abituato a mangiare tutto andando oltre il suo limite fisiologico… e poi arriva a pranzo o cena non abbastanza affamato. Prova a ricalibrare le porzioni su quelle indicative per età e segui le regole della Dieta mediterranea.

2. Cause legate al comportamento e all’ambiente alimentare
Spuntini frequenti o troppo vicini al pasto
Se a ridosso della merenda arriva il pranzo, il bambino può essere già “mezzo pieno” e non avere voglia di assaggiare. La stessa situazione potrebbe verificarsi non tanto per una vicinanza temporale tra spuntino e pasto principale, quanto per un eccessivo apporto energetico delle merende, che devono essere ben calibrate per rappresentare dei corretti spezza-fame.
Come comportarti: alla scuola dell’infanzia lo spuntino di metà mattina è composto da una merendina e un succo di frutta e alle 12 il tuo bimbo mangia pochissimo? La soluzione sta nel preparare spuntini meglio calibrati sulle reali esigenze del piccolo e da consumare a orari stabiliti, così che arrivi al pranzo con il giusto livello di fame.
Ambiente del pasto e routine
Una tavola disordinata, genitori distratti, schermo acceso: tutto questo può rendere il momento del pasto poco invitante.
Come comportarti: ogni sera si cena alle 20:30 dopo una giornata piena e faticosa e si accende la tv, ma noti che tuo figlio mangia pochissimo. Questo contesto potrebbe essere sbagliato per sedersi a tavola: prova ad anticipare la cena alle 19:00, coinvolgendolo nella preparazione delle pietanze… e niente tv.
Selettività alimentare o rifiuto di consistenze/sapori
Il tuo bambino rifiuta quel piatto perché la consistenza è poco gradita, oppure perché ha un colore “strano”? Questa è una forma comune di inappetenza dovuta alla mancata gestione della selettività alimentare tipica della neofobia, spesso misconosciuta al suo manifestarsi.
Come comportarti: tuo figlio mangia solo pasta al pomodoro e rifiuta verdure di colore verde. Puoi aiutarlo a fare pace con la tavola introducendo lentamente i vegetali tagliati in modo divertente (come queste splendide zucchine a bastoncino) e proponendoli senza forzature eccessive, insieme a una pietanza che ama particolarmente.

3. Cause psicologiche e relazionali
Stress, cambiamenti, emozioni
Un trasloco, l’arrivo di un fratellino, la separazione da uno dei genitori… tutto questo può mettere in subbuglio l’appetito del tuo bambino.
Come comportarti: dopo l’inizio dell’asilo il tuo bambino rifiuta il pranzo. È possibile che stia elaborando il cambiamento piuttosto che “non voler mangiare” per partito preso. Serve tempo, ascolto e accoglienza del suo disagio.
Dinamiche genitore-figlio e atteggiamenti al pasto
Se ogni pasto è una battaglia a suon di "Mangia!, Ancora un cucchiaio!, Se non finisci…", il cibo può diventare sinonimo di conflitto. Modalità genitoriali autoritarie o premiali con il cibo influenzano il comportamento alimentare: la soluzione sta nell’instaurare un dialogo costruttivo con il tuo bambino, senza importi come "difensore del piatto pulito".
Come comportarti: se ti accorgi che il cibo sta assumendo le connotazioni di un premio o una punizione, il tuo bambino potrebbe rifiutare di mangiare proprio per riguadagnare un certo controllo. Tu inizia a togliere dal menù questi atteggiamenti e offri quel cibo poco gradito – la verdura? I legumi? – come l’unica opzione possibile presentata in modo neutro, senza obbligarlo.

Come affrontare l’inappetenza nei bambini: consigli
Adesso veniamo a un efficace e veloce elenco di 6 strategie pratiche che puoi iniziare a mettere in atto già da oggi. Ti ho già presentato molti esempi concreti e diverse soluzioni nelle righe precedenti, qui ribadisco i concetti principali, ricordandoti che la formula per aumentare le probabilità di successo è: ambiente sereno + tecnica culinaria + coerenza.
Ma, come sempre, andiamo per punti.
- Stabilisci una routine per arrivare con il giusto livello di fame al pasto.
- Allestisci un ambiente curato e condiviso.
- Riduci la pressione per l’assaggio ed evita ricatti e forzature.
- Offri gradualmente una varietà di alimenti, fattore indispensabile per una sana alimentazione.
- Distribuisci le attività di studio e sport al meglio durante la giornata per evitare la frustrazione di una stanchezza eccessiva o di un mancato stimolo intellettuale.
- Segui con attenzione i cambiamenti e, se necessario, consulta uno specialista.
In conclusione, moltissime volte ci sembra che i più piccoli non mangino nulla, quando in realtà le dinamiche che sottendono uno scarso coinvolgimento al pasto sono diverse: un’alimentazione sregolata, una malattia, una scarsa cura del momento conviviale, dinamiche relazionali difficili. Quando tuo figlio “non mangia nulla” è un segnale di qualcosa che può essere guidato verso la sua risoluzione con calma, strategia e attenzione. Non serve trasformare i pasti in momenti stressanti, ma è invece opportuno dare al bimbo stimoli positivi, stabilità e la possibilità di scegliere per se stesso se assaggiare oppure no le proposte che porti in tavola.
Verdiana, la Dietista delle famiglie