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29 Settembre 2025
11:00

Perché mangiare cibi bruciati fa male?

Croccante, fragrante, dorato... Tutti aggettivi collegati al piacere della tavola e del buon cibo. Ma cosa accade se si mangiano cibi eccessivamente cotti o addirittura bruciacchiati? Scelta innocua o pericolosa? Facciamo chiarezza con il dottor Simone Gabrielli.

A cura di Emanuela Bianconi
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Intervista a Dott. Simone Gabrielli
Biologo e nutrizionista
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Addentare una fettina di pane ben abbrustolito o sgranocchiare delle patatine fritte particolarmente dorate è un piacere a cui è impossibile resistere. Senza contare che il suono distintivo del cibo crunchy, una volta morso, è un'esperienza che coinvolge più sensi e regala grande soddisfazione e piacere. Ma cosa fare quando un cibo, anche decisamente appetitoso, ci sembra troppo scuro o bruciacchiato? Mangiare questi alimenti può avere delle conseguenze negative sulla salute?

Abbiamo rivolto queste e altre domande al dottor Simone Gabrielli, biologo e nutrizionista, che ci ha spiegato nel dettaglio cos'è l'acrilammide, sostanza chimica che si forma cuocendo a temperature elevate cibi ricchi di amido, e se esistono delle evidenze scientifiche che ne dimostrino la pericolosità.

Cos'è l'acrilammide?

Oltre a qualità e provenienza degli alimenti, è importante fare attenzione anche ai metodi di cottura utilizzati: cuocere abitualmente a lungo e a temperature elevate alcuni cibi può non solo contribuire a impoverirli di vitamine, sali minerali e antiossidanti, rendendoli meno nutrienti, ma può essere anche assai pericoloso per la nostra salute. "Mangiare cibi bruciati non è una tragedia, se capita ogni tanto, ma di certo non è un abitudine salutare", spiega Gabrielli.

Consumare quotidianamente alimenti con parti troppo dorate o addirittura annerite può rivelarsi nocivo. "Il problema è che la bruciatura – prosegue il nostro esperto – porta alla formazione di sostanze come l’acrilammide (nei cibi amidacei) e di composti come gli idrocarburi policiclici aromatici (per esempio nelle carni grigliate a temperature elevate)". Risultato della reazione tra alcuni zuccheri e l'aminoacido asparagina, l'acrilammide può svilupparsi durante la cottura a temperature elevate di alimenti contenenti amido, come patate, pane, biscotti…, e la tostatura di cereali e caffè.

Queste molecole, in esperimenti su cellule e animali, hanno dimostrato favorire danni cellulari collegati a effetti cancerogeni. "Per gli esseri umani la questione è meno chiara: non c'è prova definitiva che un toast bruciato o un arrosto molto scuro causino il cancro, ma il buon senso suggerisce di non esagerare".

L'Agenzia europea per la sicurezza alimentare, pur dichiarando che il rischio è molto basso, invita a limitare il consumo di acrilammide e dunque di alimenti sottoposti a questi trattamenti. Ma a quali cibi dobbiamo porre maggiore attenzione? Nel 2016 l'EFSA ha stilato una lista di quei prodotti che potenzialmente ne possono contenere un quantitativo maggiore: tra questi compaiono i prodotti fritti a base di patate, seguiti dal caffè, dal pane morbido e dai biscotti, dolci e cereali da colazione.

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Cosa succede al corpo se mangio cibo bruciato?

Come abbiamo visto, la cottura prolungata e a temperature elevate di alimenti amidacei come patate o pane può innescare una reazione chimica tra proteine e zuccheri che porta alla formazione di acrilammide; lo stesso dicasi per carne, compresa quella lavorata, e pesce: se fritti, grigliati o cotti sulla brace a lungo e a fuoco eccessivamente aggressivo, possono generare sostanze potenzialmente dannose per la salute, come le ammine eterocicliche e gli idrocarburi policiclici aromatici.

A differenza dell'acrilammide e delle ammine eterocicliche, che si formano tramite reazioni chimiche interne agli alimenti, gli idrocarburi policiclici aromatici si formano attraverso la combustione incompleta di materiale organico, come il legno o il carbone impiegati per la griglia, o il grasso che cola dalla carne sulla fonte di calore rovente.

Le ricerche scientifiche condotte su animali in laboratorio, sottoposti tuttavia a dosi elevatissime di acrilammide (dunque incompatibili con un'alimentazione sana ed equilibrata), hanno dimostrato che l'esposizione a questa sostanza aumenti il rischio di tumore.

Quindi dobbiamo evitare del tutto questi irresistibili alimenti? Assolutamente no: la chiave sta nell'equilibrio e nella regolarità. "Nella dieta è molto più importante ciò che mangiamo ogni giorno, non il singolo boccone carbonizzato" – suggerisce Gabrielli – e assolutamente non diamo ascolto a professionisti e non che sui social fanno terrorismo psicologico".

Il consumo sporadico di qualche alimento un pochino troppo cotto o bruciacchiato non comporta alcun pericolo per la salute, ma è importante prestare attenzione alle nostre scelte quotidiane. "Il segreto è sempre quello di garantirsi pasti vari, abbondare di frutta, verdura e variare spesso il tipo di cottura, preferendo quelle meno "distruttive", prosegue il nostro esperto.

Come sempre è "la dose a fare il veleno". A dimostrazione di ciò, portiamo l'esempio del caffè: nonostante l'alta concentrazione di acrilammide, si tratta di un prodotto dalle note proprietà benefiche, dimostrate da innumerevoli studi scientifici. "Ovviamente se non si esagera", conclude il nutrizionista.

Ricetta cavolfiori e patate a vapore

Qualche consiglio per una cottura sana e sicura

Per ridurre quanto più possibile l'assunzione di queste sostanze potenzialmente pericolose, è importante evitare cibi bruciati o di colore marroncino intenso, preferendo quelli leggermente dorati, e cuocerli a una temperatura non superiore ai 180 °C. Preferiamo poi cotture dolci e gentili, come il vapore, lo slow cooking, il forno a bassa temperatura, la lessatura o la spadellata veloce.

Prima di friggere o arrostire le patate, può essere utile inoltre sbucciarle, tagliarle a tocchetti o bastoncini e immergerle in acqua fredda per circa una mezz'oretta: in questo modo rimuoveremo l'amido in eccesso, riducendo la potenziale formazione di acrilammide.

Se, invece, stai organizzando una bella grigliata, prevedi di marinare carne o pesce con olio extravergine di oliva, succo di limone o vino bianco, sale e aromi vari: il riposo nel liquido di macerazione sembrerebbe ridurre la formazione di sostanze potenzialmente tossiche fino al 90 per cento. Durante la cottura, è fondamentale evitare il contatto diretto con la fiamma, gestendo al meglio il calore, e poi pulire accuratamente la griglia per evitare che i residui carbonizzati possano contaminare i successivi alimenti.

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A cura di
Emanuela Bianconi
Giornalista professionista dal 2013, ho una Laurea specialistica in Editoria e Giornalismo e un Master in Gestione della produzione cinematografica e televisiva. Sono una grande appassionata di tematiche legate al benessere e promotrice di un'alimentazione sana, naturale e "consapevole”, argomenti di cui scrivo su Cookist.
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