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Assetati
12 Febbraio 2024 15:00

Perché il vino Sangue di Giuda ha questo nome così particolare?

Non esistono fonti storiche che ci diano una risposta univoca, è un mistero. È probabile sia solo un riferimento al colore rosso rubino con sfumature violacee.

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Ottenuto esclusivamente in una piccola zona dell’Oltrepò Pavese, il Sangue di Giuda è un vino molto apprezzato soprattutto tra i più giovani: è un rosso dal colore intenso, bellissimo; spesso è frizzantino e tendenzialmente dolce. Sono tutti ingredienti perfetti per i bevitori alle prime armi e, proprio per questo motivo, viene spesso bistrattato dai più esperti. In realtà il Sangue di Giuda è un vino molto particolare e intenso, adattissimo all'abbinamento coi dessert e con le carni alla griglia. La cosa che più incuriosisce di questo vino, paradossalmente, non è il gusto ma il suo nome.

Perché il Sangue di Giuda si chiama così? Esistono varie leggende su questo nome ma la vera motivazione è tutt'oggi un mistero: c'è chi tira in ballo proprio il personaggio della Bibbia, chi la sua allegoria (il vino tradirebbe i bevitori). In realtà l'assonanza dovrebbe essere molto più terrena. Si riferirebbe proprio al sangue di Giuda, quello versato dal traditore per eccellenza della religione: il colore del vino ricorda quello di un sangue "avvelenato" a causa dei riflessi violacei.

Il vino "che tradisce"

Non ci sono molti fonti storiche che confermino le ipotesi su questo nome così particolare. La stessa Regione Lombardia si limita a dare indicazioni tecniche: "Ottenuto esclusivamente in una piccola zona vocata dell’Oltrepò Pavese, è un vino dolce dal colore rosso rubino acceso con riflessi violacei e prodotto dalla vinificazione di uve Croatina (dal 25% al 65%), Barbera (dal 25% a 65%) e altri vitigni, Uva Rara, Ughetta e Pinot Nero (fino ad un massimo del 45%). È un vino fine, penetrante, intenso, vinoso e fragrante; è contraddistinto da leggeri sentori di confettura e fiori appassiti, da un persistente sapore dolce e carezzevole ed ha un corpo morbido ed equilibrato. È previsto solo nelle versioni vivace, frizzante e spumante. Il Sangue di Giuda esprime il meglio di sé servito a 12 °C e gustato in compagnia di formaggi secchi e piccanti, dolci a base di marmellata, fragole e pesche". Oltre a questo dà indicazioni geografiche e poi rimanda al disciplinare.

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Le ipotesi sul nome sono diverse e sono quasi tutte fantasiose. Quella più comune rimanda a un'ipotetica alta gradazione del vino: sarebbe "di Giuda" perché ti tradisce essendo dolce e beverino ma altamente alcolico. Basta dare uno sguardo all'etichetta per rendersi conto che ci troviamo davanti a un rosso a bassa gradazione in realtà: da disciplinare compresa tra 7% e 12%. In realtà il concetto di tradimento lo troviamo anche in un'altra ipotesi ed è probabile che la dolcezza del prodotto spinga verso questa teoria. In effetti il Sangue di Giuda si lascia bere così facilmente che può capitare di disattendere una frase che dobbiamo invece tenere sempre a mente: bevi responsabilmente.

La leggenda ufficiale tramandata nell'Oltrepò Pavese è invece molto più fantasiosa ma anche più improbabile: narra della misericordia di Gesù che, vedendo il pentimento di Giuda con il gesto estremo del suicidio, lo avrebbe resuscitato e portato a Broni, in Lombardia. Gli abitanti della provincia di Pavia non sarebbero stati misericordiosi quanto Gesù in questa storia e, una volta riconosciuto il personaggio, avrebbero provato in tutti modi a ucciderlo per vendicare il Salvatore. Giuda, per farsi perdonare, compie un miracolo: risana le viti da una malattia dando loro grande resistenza. I cittadini, per ringraziarlo, gli dedicano il nome del proprio vino. Ovviamente nelle sacre scritture non c'è alcun riferimento alla città di Broni e, anzi, per il Cristianesimo è molto importante specificare "l'imperdonabilità" del suicidio. La leggenda non ha alcun tipo di riscontro se non nella vulgata ottocentesca. L'ipotesi più credibile è quest'ultima e l'ha stilata un celebre ampelografo italiano, Arturo Marescalchi, in una guida sui vini tipici d'Italia del 1925: "Il Sangue di Giuda è così definito per il suo colore rosso intenso [sangue], forse un po’ traditore [Giuda] per chi ne abusa, generalmente ammandorlato, ossia amarognoloe dolce nel contempo".

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A cura di
Leonardo Ciccarelli
Nato giornalista sportivo, diventato giornalista gastronomico. Mi occupo in particolare di pizza e cocktail. Il mio obiettivo è causare attacchi inconsulti di fame.
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