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17 Aprile 2025 11:58

Nasce RoboCake: il primo robot che si può interamente mangiare

Se pensiamo ai robot la prima cosa che ci viene in mente non è di sicuro quella di mangiarli: eppure è stata realizzata una torta robotica completamente edibile che sa di melograno e cioccolato.

A cura di Arianna Ramaglia
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Foto dal sito ufficiale dell’EPFL

Un robot, che però è anche una torta, che si può mangiare: è stata presentata all’Expo 2025 Osaka la RoboCake ed esibita nel Padiglione Svizzero. Sviluppata dai ricercatori dell’Istituto italiano di Tecnologia e della Scuola Politecnica Federale di Losanna, insieme ai pasticceri e scienziati degli alimenti della École hôtelière de Lausanne (Svizzera), nasce nell'ambito del progetto RoboFood, ha due orsetti gommosi robotici e candeline LED alimentate da batterie edibili. 

Come funziona? E qual è il suo sapore?

RoboCake si presenta come una torta nuziale dove in cima, al posto delle più classiche statuine di marito e moglie, sorgono due orsetti gommosi, fatti di gelatina, sciroppo e coloranti e alimentati attraverso un percorso preciso in cui viene iniettata dell’aria che fa muovere testa e braccia. E non è l’unica caratteristica sorprendente: la torta presenta due candele che si accendono grazie all’impiego di batterie ricaricabili, anch’esse completamente edibili e realizzate con vitamina B2, quercetina, carbone attivo e un tocco di cioccolato.

E per il gusto? Gli orsetti ricordano molto le tanto amate caramelle gommose al melograno mentre per le batterie “Il primo sapore che percepisci quando le mangi è il cioccolato fondente, seguito da un sorprendente tocco acidulo di pochi secondi, dovuto all‘elettrolita commestibile all’interno” spiega Valerio Galli dottorando dell’IIT.

Da dove nasce? Cos’è il progetto RoboFood

La RoboCake nasce all’interno del progetto RoboFood, finanziato dall’Unione Europea e coordinato dalla Scuola Politecnica Federale di Losanna (EPFL) che riunisce scienziati dell’IIT ma anche dell’Università di Bristol (Regno Unito) e dell’Università di Wageningen (Paesi Bassi). L’obiettivo principale è quello di unire la robotica alla gastronomia: due mondi che sono quasi totalmente opposti ma che in realtà possono dare vita a progetti davvero sorprendenti. “I robot edibili potrebbero essere usati per consegnare cibo in aree a rischio, somministrare in modo innovativo farmaci a persone che hanno difficoltà a deglutire o ad animali, o anche per monitorare il cibo e la sua freschezza utilizzando sensori che possono essere mangiati” secondo le parole di Dario Floreano, responsabile del Laboratorio di Sistemi intelligenti dell’EPFL e coordinatore del progetto RoboFood. La creazione di batterie edibili, come quelle utilizzate per alimentare le candeline, per esempio, potrebbero essere una potenziale soluzione al problema dei rifiuti elettronici, che arrivano a raggiungere anche le 40 milioni di tonnellate all’anno.

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