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L'attenzione e il rispetto verso gli animali è un tema, per fortuna, sempre più sentito ormai. Adesso, otto associazioni animaliste, capitanate da Animal Law Italia (Ali), chiedono al Governo italiano una maggiore tutela per aragoste, astici e granchi per il modo barbaro in cui vengono trattati. Bolliti vivi o detenuti nell'acqua ghiacciata, i crostacei sono esseri senzienti che provano emozioni e, di conseguenza, dolore: e l'Italia deve tutelarli. Per questo motivo "Dalla parte dei crostacei" ha presentato un manifesto in quattro punti che mira a proteggere questi animali da atroci e insensate sofferenze.
La coalizione e il loro manifesto
A farne parte, oltre Ali, sono Animal Equality, Ciwf, Enpa, Essere Animali, Leal, Lndc, Lav e Oipa, tutte accomunate da un unico obiettivo: fermare lo strazio inflitto ai crostacei decapodi. Come riportato dal loro sito ufficiale, questi animali sono esseri senzienti a tutti gli effetti: secondo un report della London School of Economics and Political Science, i crostacei hanno la capacità di provare emozioni come dolore, piacere, fame, sete ed eccitazione. Per questa ragione, è inaccettabile che siano ancora in atto delle pratiche come la loro bollitura o la loro vendita da vivi, così come la loro detenzione a diretto contatto con ghiaccio o acqua ghiacciata.

In Italia purtroppo manca ancora una normativa che tuteli il benessere di questi animali: è proprio per questo che la coalizione ha redatto un manifesto in quattro punti, rivolto al Governo e al Parlamento, in cui si chiede, come si legge sul loro sito:
- "Il divieto di detenere crostacei decapodi vivi a diretto contatto con il ghiaccio o in acqua con ghiaccio, considerato che questa pratica causa sofferenze ed è un pericolo per la loro salute e benessere;
- Il divieto della bollitura dei crostacei decapodi da vivi (compreso il lento innalzamento della temperatura dell'acqua), dato che ciò apporta sofferenze prolungate;
- Il divieto della vendita diretta al consumatore di crostacei decapodi vivi (incluso l'acquisto online), dato che in questi casi non può essere accertato in che modo gli animali vengano tenuti, maneggiati e uccisi, rappresentando dunque un rischio per il loro benessere;
- Che i crostacei decapodi siano riconosciuti dalla legge come esseri senzienti, capaci di provare dolore e sofferenza al pari di altri animali già riconosciuti come tali, come mammiferi e uccelli, considerando le numerose evidenze scientifiche a supporto di ciò.
Questa iniziativa è riuscita, fortunatamente, a trovare uno spazio in cui inserirsi grazie al Ministero della Salute per l'istituzione di un tavolo tecnico in cui si discuterà proprio la redazione di alcune linee guida nazionali per il benessere dei crostacei decapodi.
Qual è la situazione in Italia e negli altri Paesi
"Le evidenze scientifiche hanno dimostrato la capacità dei crostacei decapodi di provare dolore e di soffrire ma molte pratiche comunemente adottate all’interno dell’industria alimentare non sono compatibili con il rispetto del benessere di questi animali e risultano per loro dolorose. Non tutte le problematiche possono trovare ad oggi una soluzione praticabile che garantisca un'efficace tutela dei crostacei decapodi, ma alcune di queste sono già state affrontate e risolte in diversi Stati del mondo": questo è quello che si legge sulla loro pagina ufficiale. A livello mondiale infatti sono diversi i Paesi che hanno adottato delle misure contro il maltrattamento di questi animali: ad esempio la Nuova Zelanda, ma anche Svizzera, Austria, Norvegia e, da poco, il Regno Unito, attribuendo ai crostacei delle capacità senzienti. Quindi è assolutamente necessario che l'Italia muova i suoi passi in questa direzione, per essere, oltre tutto, anche un esempio per altri Paesi europei e incentivarli a intraprendere la stessa strada.
