Oggi diamo per scontata la presenza della credenza come mobile da cucina o da sala da pranzo, non solo usato per riporre le stoviglie o esporre quelle più belle ma un vero e proprio elemento di arredo che può abbellire la casa. Non è sempre stato così: un tempo la credenza aveva la funzione di impedire ai commensali di essere avvelenati. Come? Scopriamo insieme la storia e le origini di questo mobile.
La credenza è un mobile affascinante da molteplici punti di vista: la sua versatilità e la sua capacità di unire funzionalità e bellezza l’hanno resa, nel corso del tempo, un elemento immancabile nell’arredamento domestico. Che sia posizionata in cucina o in salotto, che serva a contenere i “servizi buoni”, a riporre le stoviglie o a esporre cristalli e ceramiche particolarmente pregiati, oggi la credenza è uno dei primissimi mobili a cui si pensa quando si arreda casa. Anche perché ormai se ne trovano in vendita di ogni forma, colore e dimensione, pensate per contesti dallo stile più classico al moderno, passando per il sempre più in voga minimalista. Ma lo sai che non è sempre stato così? Inizialmente questo prezioso mobile veniva sì utilizzato per riporre i servizi di stoviglie più preziosi nelle case nobili, ma aveva uno scopo molto più specifico a cui, in realtà, deve anche il nome con cui lo conosciamo oggi. Esploriamo la storia e le origini della credenza, soffermandoci anche sull’evoluzione che ha vissuto dal lontano XV secolo, periodo in cui ha iniziato a essere utilizzata.
Risalire all’esatta storia di chi ha inventato la credenza e quando è molto difficile: non è attestato un singolo inventore, questo mobile è più un’evoluzione che si sviluppa nel corso dei secoli all’interno delle dimore aristocratiche. Quello che sabbiamo è che nel XV secolo, nelle case nobili europee, inizia a comparire un mobile molto simile in tutti i salotti “buoni”, quelli dove accogliere gli ospiti.
Fino a quel momento si usava un piccolo tavolo per esporre oggetti preziosi come piatti di porcellana e manufatti di valore, ma intorno al ‘400 si trovano tracce della comparsa di un vero e proprio mobile presente nelle case delle famiglie nobili. Non immaginare un mobile come quello moderno però: era più basso, con sportelli solo nella parte inferiore per riporre le stoviglie e un ripiano abbastanza largo e lungo per disporre le pietanze da offrire agli ospiti.
Ancora, però, non si chiama credenza: questo è un termine che inizia a circolare qualche secolo più tardi, precisamente nel corso del ‘600 ed è legato a un particolare rituale che prese sempre più piede nelle famiglie nobili, ovvero il “servizio di credenza”. La consuetudine voleva che la servitù assaggiasse le portate prima che fossero servite ai commensali in modo da accertarsi che non fossero avvelenate e potessero essere consumate in tutta sicurezza, portate che venivano sistemate per l'assaggio proprio sul lungo ripiano superiore del mobile in cui si conservavano le stoviglie di casa.
L’assaggiatore divenne un ruolo ufficiale: assunse il titolo di “maestro credenziere”, fu vestito con una particolare livrea per distinguerlo dagli altri servitori e il momento dell’assaggio divenne un vero e proprio rituale, che si svolgeva per l’appunto sul lungo mobile dove potevano essere esposte tutti i piatti e sottoposti all’assaggio. Una volta terminato il rito, il maestro annunciava la sicurezza del pasto dicendo “Signori, vi è offerto un servizio di credenza”, per poi rimanere presente per tutta la durata del banchetto, affinché assicurasse la bontà delle pietanze e soprattutto per dimostrare che erano sane e non avvelenate. Il termine “credenza”, quindi, passò dall’indicare solo questo particolare rituale a dare il nome al mobile su cui veniva svolto.
In questa fase iniziale la credenza è bassa e lunga, simile a un armadietto che si estende fino all’altezza della vita e presenta un vano interno con due o tre ripiani chiusi da sportelli, oltre la piano superiore piatto già citato, usato per riporre stoviglie e vivande. Dopo il ‘600 inizia a diffondersi anche la credenza più simile a quella odierna, a doppio corpo: ha la base simile alla credenza bassa ma presenta una parte superiore aggiuntiva, con mensole protette da ante in vetro in modo da poter ammirare gli oggetti più belli esposti all’interno.
Dai mobili del 1600 ad oggi la credenza ha compiuto una lunga strada, evolvendosi da semplice appoggio per pietanze dalla forma lineare a un vero e proprio oggetto di arredo ricercato, vetrate, cassetti, fino ad essere abbellita da particolari più o meno preziosi, in base ai vari stili che si sono susseguiti dal 1600 ai tempi odierni. Per esempio, in epoca barocca, le credenze caratterizzate da linee curve, decorazioni elaborate e dettagli scolpiti a mano, mentre nel periodo rococò prevalsero linee sinuose e ornamenti floreali.
Con l’avvento dello stile neoclassico nel XIX secolo, le credenze assunsero un aspetto più sobrio e simmetrico, con linee diritte e superfici lisce, ma è nel periodo dell’Art Nouveau che la credenza diventa un vero e proprio oggetto d’arte, non solo pensato per la praticità ma ideato per abbellire la sala in cui viene posizionata; in quest’epoca andavano molto di moda le credenze con design ispirati alla natura e all’artigianato artistico.
Oggi sta prendendo sempre più piede il minimalismo, uno stile essenziale che vuole elementi semplici, poco elaborati e privi di ornamenti complessi: anche la credenza, così, aiuta a dare un senso di spaziosità e leggerezza all’ambiente in cui viene collocata. Parallelamente, però, c’è anche un ritorno di mobili d’antiquariato, soprattutto per chi ama uno stile un po’ più ricco e meno essenziale: ecco che quindi la credenza antica, soprattutto quelle stile rustico-contadino, trovano sempre più spazio nelle case come elemento di arredo con una storia da raccontare.