
Camminare lentamente tra gli alberi, fermarsi ad ascoltare il fruscio delle foglie, osservare la luce che filtra tra i rami e percepire il proprio respiro in sintonia con l’ambiente. Non è solo un’esperienza di benessere, ma una vera e propria pratica terapeutica. La terapia forestale, sempre più studiata e strutturata, sta emergendo come uno strumento efficace per migliorare la salute psicologica e, allo stesso tempo, ridurre i costi del sistema sanitario.
Un recente studio italiano – coordinato dall'Istituto per la bioeconomia del Cnr di Sesto Fiorentino (Fi) e dal Centro di Politiche e bioeconomia del Crea di Roma e pubblicato su Behaviora – mostra come questa pratica, se guidata da psicoterapeuti, non solo produca benefici clinici più solidi rispetto alle esperienze svolte in autonomia, ma rappresenti anche un investimento economicamente vantaggioso per il Servizio sanitario nazionale. La natura, dunque, non è più soltanto uno sfondo rilassante, ma diventa parte attiva del processo di cura.
Cos’è la terapia forestale e come funziona
La terapia forestale si basa su lente camminate intervallate da soste mirate, durante le quali i partecipanti vengono invitati a concentrarsi sull’interazione tra i propri sensi e l’ambiente circostante. Vista, udito, tatto e olfatto diventano canali attraverso cui ristabilire un contatto profondo con il corpo e con lo spazio naturale.
Quando queste sessioni sono condotte da psicoterapeuti, il percorso assume una dimensione clinica strutturata: l’esperienza nel bosco non è lasciata al caso, ma guidata e integrata con obiettivi terapeutici precisi.
Lo studio ha analizzato i dati di 282 adulti che hanno partecipato sia a terapie forestali auto-condotte sia a sessioni guidate da psicoterapeuti. Le attività si sono svolte in contesti naturali diversi, tra Alpi, Appennini e aree fluviali periurbane.
I risultati, pubblicati sulla rivista Behaviora, mostrano miglioramenti significativi del benessere psicologico. In particolare, i questionari standardizzati hanno evidenziato una riduzione dei livelli di ansia, un aumento dell’autostima e un miglioramento complessivo del tono dell’umore, con effetti statisticamente rilevanti nella maggior parte dei casi.

Un investimento che rende: il valore economico della salute
Oltre ai benefici clinici, la ricerca mette in luce un aspetto cruciale: la sostenibilità economica. Un anno di terapia forestale guidata può generare benefici di salute traducibili in un valore economico superiore ai 10 mila euro per persona.
Secondo le stime, ogni euro investito nella conduzione clinica della terapia potrebbe produrre un ritorno fino a venti volte superiore, grazie alla riduzione del carico sul sistema sanitario. Un vantaggio economico che supera di oltre il 50% quello delle esperienze svolte in autonomia, sottolineando l’importanza della guida professionale.
Verso l’integrazione nei servizi sanitari
Come spiega Ubaldo Riccucci, responsabile dell’Ambulatorio di terapia del dolore dell’Ospedale di Cecina e coautore dello studio, questi risultati rafforzano l’idea che la terapia forestale possa essere integrata nei trattamenti dei servizi sanitari. Un esempio concreto arriva dalla Toscana, dove la pratica viene già applicata a pazienti affette da fibromialgia, aprendo la strada a un utilizzo più ampio anche in altri ambiti medici.
La terapia forestale guidata si configura così come un ponte tra scienza, psicoterapia e natura: non si tratta di sostituire le cure tradizionali, ma di affiancarle con un approccio che valorizza l’ambiente naturale come risorsa terapeutica.
In un contesto in cui la sostenibilità economica e il benessere psicologico sono sfide sempre più urgenti, il bosco smette di essere solo un luogo di evasione e diventa uno spazio di cura, capace di generare benefici per le persone e per l’intero sistema sanitario.