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22 Dicembre 2025
17:25

Intossicazione da cozze: sintomi, rimedi e come evitarla con l’aiuto del nostro esperto

Regine indiscusse della tavola delle feste, le cozze vanno selezionate, trattate e conservate con molta attenzione. Ecco i consigli del nostro esperto su come gustarle in tutta sicurezza e cosa fare in caso di intossicazione alimentare.

A cura di Emanuela Bianconi
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Tra i frutti di mare più amati e consumati sulle nostre tavole, soprattutto in questo periodo di festa, le cozze sono molluschi dall'ottimo profilo nutritivo: poveri di calorie, ma ricchi di preziosi sali minerali e proteine dall'elevato valore biologico, sono anche alleati super versatili in cucina, da impiegare in mille e una ricetta differenti.

Tuttavia, poiché si tratta di mitili filtranti, quindi in grado di assorbire qualunque microrganismo presente in mare, vanno trattati e cucinati con molta attenzione. Soprattutto se poco cotti o addirittura crudi, possono causare forme più o meno gravi di intossicazione ed è per questo che è importante sapere come riconoscerne i sintomi e cosa fare qualora accada. Ne abbiamo parlato con il nostro esperto di fiducia, il biologo e nutrizionista Simone Gabrielli, che ci ha spiegato come affrontare un'eventuale intossicazione e in che modo evitarla.

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Intossicazione da cozze: come e perché avviene

Un’intossicazione alimentare è una reazione dell’organismo che avviene dopo aver mangiato un alimento contaminato. "La contaminazione può essere dovuta a batteri, virus, parassiti o alle sostanze che questi producono, e in alcuni casi anche a tossine già presenti nell’alimento", ci spiega Gabrielli.

I sintomi più comuni sono nausea, vomito, diarrea, crampi addominali, febbre e senso di debolezza, con un’intensità che varia molto da persona a persona e in base alla causa, e può avere conseguenze gravi in caso di soggetti a rischio come bambini, anziani, donne in gravidanza o persone immunodepresse o affette da particolari patologie.

Tra le possibili intossicazioni, quella da cozze è forse una delle più frequenti e che, nella maggior parte dei casi, fortunatamente, si manifesta in forme lievi, nonostante i sintomi spiacevoli e decisamente fastidiosi. Il rischio sorge quando consumiamo un prodotto poco fresco oppure contaminato da batteri o virus, in particolare se crudo o poco cotto.

"Questo accade perché le cozze sono dei molluschi filtratori e possono accumulare microrganismi presenti nell’acqua, come batteri e virus di origine fecale, che possono causare disturbi gastrointestinali", ci spiega Gabrielli. La contaminazione, inoltre, può avvenire a causa di una scorretta conservazione dell'alimento, un ambiente sporco o non sterile o una lavorazione che non abbia rispettato le dovute norme igieniche.

Più raramente, le cozze possono essere coinvolte anche in intossicazioni da biotossine marine, sostanze prodotte da alcune microalghe che i molluschi possono accumulare. In questi casi particolari la cottura non è sufficiente a eliminarle, ma si tratta di eventi poco comuni e strettamente controllati dai sistemi di monitoraggio delle acque e degli allevamenti.

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Intossicazione da cozze: sintomi e rimedi

Come riconoscere un'intossicazione da cozze e quali sono i campanelli di allarme a cui prestare maggiore attenzione? I sintomi più comuni sono nausea, vomito, diarrea, crampi addominali e senso di malessere generale, e di solito compaiono poche ore dopo il consumo. "Nella maggior parte dei casi si tratta di episodi lievi e autolimitanti, ma che non vanno ignorati se diventano intensi o persistenti", consiglia il nostro esperto.

Cosa fare al comparire dei sintomi da intossicazione? "Per quanto riguarda i rimedi, non esistono soluzioni specifiche fai da te. È importante sospendere il consumo, bere a sufficienza per evitare la disidratazione e rivolgersi al medico se i sintomi non migliorano o peggiorano, soprattutto nei soggetti più fragili", prosegue Gabrielli.

Soprattutto in caso di vomito o diarrea, cerchiamo di assumere tanti liquidi, per ripristinare il giusto equilibrio idroelettrolitico, ed evitiamo nelle prime ore di ingerire cibi solidi che potrebbero affaticare lo stomaco e il sistema digerente, già messo a dura prova dall'infezione; nei giorni successivi all'intossicazione, è consigliabile seguire un'alimentazione leggera, prediligere cotture semplici, come quella al vapore, ed evitare condimenti che possano rendere difficile la digestione.

"La prevenzione resta in ogni caso l’aspetto più importante", ci spiega il nutrizionista. Le cozze vanno acquistate solo da rivenditori autorizzati e di fiducia, con provenienza certificata e bollo sanitario. Queste vanno lavate accuratamente, eliminando il bisso e raschiando le impurità; quelle con il guscio rotto o che risultano aperte vanno eliminate prima di procedere con la cottura.

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Come evitare un'intossicazione da cozze

Come possiamo evitare che una deliziosa cenetta, magari a base di molluschi, ci riservi in seguito qualche spiacevole sorpresa a livello gastro-intestinale? Innanzitutto, evitiamo il consumo di cozze crude o di origine incerta: queste accortezze ridurranno drasticamente il rischio di incorrere in un'intossicazione alimentare. "È sempre meglio consumarle ben cotte, gettando via quelle rimaste chiuse dopo la cottura, e conservarle correttamente", ci dice Gabrielli.

Come riconoscere la freschezza delle cozze? La prima garanzia di sicurezza riguarda la tracciabilità: mai acquistare cozze sfuse, ma solo nelle apposite retine chiuse; il cartellino deve indicare il produttore, il metodo di produzione (allevamento), la zona di provenienza (codice FAO) e, soprattutto, la data di confezionamento. Se queste hanno più di 4-5 giorni dalla data di confezionamento, meglio evitarle.

Il guscio deve essere integro, lucido e di un bel nero brillante; le valve devono essere ben sigillate e risultare pesanti rispetto alla loro dimensione, segno che il mollusco al suo interno è vivo e trattiene l'acqua; il suono, invece, deve essere pieno e l'odore gradevole: le cozze devono profumare di mare e salsedine. Seppur fresche, queste vanno consumate entro massimo uno, due giorni dall'acquisto, dopo averle ben pulite.

E, infine, la questione del limone: molti pensano che spruzzare del succo basti per eliminare i batteri e "disinfettare" le cozze ma, spiace dirlo, questo convinzione non ha alcun fondamento scientifico; l'aggiunta dell'agrume può migliorare il gusto dei molluschi e dare una piacevole sensazione di freschezza e pulito, ma non uccide alcun microrganismo, né neutralizza eventuali tossine.

"L’unico vero modo per ridurre il rischio è consumare cozze provenienti da filiere controllate, conservarle correttamente e cuocerle bene. Il limone va benissimo per condire, ma non è una misura di sicurezza alimentare", conclude Gabrielli.

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A cura di
Emanuela Bianconi
Giornalista professionista dal 2013, ho una Laurea specialistica in Editoria e Giornalismo e un Master in Gestione della produzione cinematografica e televisiva. Sono una grande appassionata di tematiche legate al benessere e promotrice di un'alimentazione sana, naturale e "consapevole”, argomenti di cui scrivo su Cookist.
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