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16 Agosto 2023 11:00

In Italia non abbiamo ancora capito come funzionano le concessioni balneari

La polemica scoppia in Puglia ma riguarda tutta Italia: ancora divieti da parte dei lidi di introdurre cibi e bevande sulle spiagge. Questa cosa è illegale. Ci sono leggi nazionali e ordinanze regionali che danno il via libera a tutti i cittadini che sono però obbligati a mantenere un decoro: sì ai panini, no ai picnic con tavoli e sedie.

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Nell'estate degli scontrini torna di moda un evergreen: il cibo negli stabilimenti balneari. In Puglia sta diventando un caso perché moltissimi lidi vietano il pranzo al sacco. Ennesima botta al turismo pugliese dopo i continui paragoni con l'Albania, diventata improvvisamente meta cool per gli italiani. Immediata la risposta delle associazioni dei consumatori che avvertono i bagnanti: "Nessuno si azzardi a vietarvi di portare in spiaggia il pranzo al sacco. I titolari dei lidi – anche quelli che offrono servizi di ristorazione – non hanno alcun diritto di violare l'ordinanza balneare, nè di inventare regole su spiagge che sono del demanio pubblico". Moltissimi lidi pugliesi e non stanno mettendo direttamente sui siti il disclaimer che recita il divieto di introdurre cibi e bevande, divieto a volte rafforzato dai cartelli all'ingresso e dall'obbligo di lasciare la borsa frigo in direzione. Lo ribadiamo ancora una volta: il buon senso è la strada da seguire, quindi evita cibi troppo ingombranti, ma nessuno può permettersi di rimproverare qualcun altro per un panino sotto il proprio ombrellone. Discorso diverso se si pretende di mangiare all'interno della struttura, lì i titolari possono legittimamente impedire l'ingresso di alimenti esterni.

I costi insostenibili e l'arte di arrangiarsi

Il Codacons di Bari parte dai "costi insostenibili per una famiglia che si aggirano intorno ai 250-300 euro per una domenica al mare. Questo perché

non si sono posti limiti ai privati, che ti fanno pagare fino a 25 euro un’insalata e lasciano sempre meno spazio alle spiagge libere, nonostante paghino canoni concessori esigui — dice l'associazione a Repubblica —se poi si mettono anche a vietare di portare da mangiare ai bagnanti, davvero si supera ogni limite. Semplicemente non lo possono fare. Non ne hanno l’autorità. E se per questa stagione ormai è tardi, perché i tempi della burocrazia non ci consentirebbero di intervenire in tempo utile, dall’anno prossimo diffideremo chiunque si azzardi a proibire ai bagnanti di accedere al demanio con il proprio cibo"

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La versione dei lidi è surreale, la riporta Open Online che intervista alcuni titolari di stabilimenti come quello del Maredentro di Bari: "Vetro, lattine e teglie non entrano. Ma questo mi sembra scontato e non stiamo neanche a sottolinearlo o tanto meno facciamo i controlli. Contiamo sul pubblico educato che frequenta la nostra struttura", stessa linea adottata dal Lido Calarena, in provincia di Bari, che impone di lasciare i frigoriferi rigidi in direzione perché "picnic e tavolate non sono possibili, qui da noi. Però se uno si porta il cibo porzionato, la piccola borsa frigo o la bibita chiudiamo un occhio". Il punto è che sebbene nella prima intervista possiamo intravedere un'apertura diplomatica (comunque inattuabile secondo la legge), nella seconda invece non c'è nulla di accettabile. Non si tratta di "chiudere un occhio", non è una concessione che il lido fa al cliente. Non si può imporre di lasciare nulla in direzione e non si possono fare controlli. È solo la legge che parla. Questa vicenda è esplosa in Puglia ma troviamo esempi simili un po' in tutta Italia.

Cibi e bevande negli stabilimenti balneari: cosa dice la legge

La legge nazionale è molto chiara e permette, nel decoro della spiaggia, di mangiare sotto il proprio ombrellone. C'è poi un'ulteriore ordinanza del 2023 redatta direttamente dall’assessorato al Demanio della Regione Puglia che sottolinea come sia "sempre consentito, sulle spiagge e sulle aree demaniali, introdurre alimenti specifici e/o dispositivi medici di emergenza negli opportuni contenitori, nonché consumare alimenti/bevande, anche se non acquistati in loco. Vietato invece accendere fuochi o fare uso di fornelli ed allestire pic-nic con tavolini e sedie in aree non allo scopo riservate".

Anche l'ordinanza fa riferimento al buon senso: una grigliata in spiaggia è vietata per tanti specifici motivi (può essere pericolosa, può inquinare, può disturbare gli altri bagnanti ad esempio) ma gli altri divieti sono esagerati e fuorilegge. Antonio Capacchione, presidente del sindacato italiano dei balneari, alla Rai va contro i suoi stessi consociati perché è "un comportamento intollerabile e totalmente illegittimo" ma ci tiene a sottolineare che si tratta di "casi isolati".

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A cura di
Leonardo Ciccarelli
Nato giornalista sportivo, diventato giornalista gastronomico. Mi occupo in particolare di pizza e cocktail. Il mio obiettivo è causare attacchi inconsulti di fame.
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