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7 Agosto 2025 16:00

Il tonno rosso: una specie in recupero, ma le minacce non sono ancora sconfitte

Nonostante i segnali positivi nella gestione delle risorse e delle quote di pesca, la biodiversità genetica compromessa, la pesca illegale e le tecnologie invasive continuano a mettere a rischio la sopravvivenza a lungo termine del tonno rosso nel Mediterraneo.

A cura di Francesca Fiore
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Il tonno rosso (Thunnus thynnus), noto anche come pinna blu, è un predatore pelagico di grande valore ecologico ed economico, diffuso nel Mar Mediterraneo e nell’Atlantico orientale. Negli ultimi decenni, questa specie ha subito una forte pressione a causa della pesca intensiva e dell’aumento della domanda globale, soprattutto per il consumo di sushi e sashimi. Questo fenomeno ha causato una drastica riduzione degli stock e una perdita della biodiversità genetica, con gravi conseguenze per la sostenibilità a lungo termine della specie. Sebbene le misure di gestione, come le quote imposte dall'ICCAT e le restrizioni stagionali, abbiano rallentato il collasso, la situazione rimane critica e molte sfide devono ancora essere affrontate.

Lo stato attuale degli stock di tonno rosso

Negli ultimi anni si sono osservati segnali di parziale recupero degli stock di tonno rosso nel Mediterraneo. Tuttavia, nonostante questi segnali positivi, persiste un grave problema: l'erosione genetica. La sovrapesca infatti ha ridotto la diversità genetica della popolazione, diminuendo la sua capacità di adattarsi ai cambiamenti ambientali. Nonostante la specie sia stata rivalutata come "Least Concern" dalla Lista Rossa IUCN, le preoccupazioni legate alla pesca illegale e alla mancanza di dati affidabili sulle catture continuano a ostacolare una gestione veramente sostenibile.

Cos'ha detto Report sul tonno rosso

Il programma di inchiesta Report ha recentemente approfondito il caso del tonno rosso, mettendo in luce le gravi conseguenze della pesca intensiva degli ultimi decenni, che ha portato alla drastica riduzione della biodiversità genetica. Le misure di gestione introdotte intorno al 2000 hanno avuto un impatto positivo, fermando la decrescita verticale della popolazione, ma non sono sufficienti a garantire la resilienza della specie. Inoltre, l'uso di tecnologie moderne, come le tonnare volanti e gli ecoscandagli, amplifica la cattura di individui adulti e giovani, aggravando il problema della sovra pesca.

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Greenpeace e la campagna per la sostenibilità

Greenpeace ha lanciato la campagna "Tonno in Trappola", focalizzandosi sulla promozione di metodi di pesca sostenibili e sulla trasparenza nella filiera del tonno. La campagna include una valutazione di vari marchi di tonno in scatola, prendendo in considerazione criteri come metodi di pesca, sostenibilità, tracciabilità e impegni aziendali.

I risultati sono stati allarmanti: la maggior parte dei marchi è stata giudicata negativamente per la scarsa adozione di pratiche sostenibili. Tuttavia, alcune aziende, come Rio Mare e Mareblu, hanno risposto positivamente, migliorando le loro pratiche di pesca e l’etichettatura e assumendo un impegno maggiore verso la responsabilità ambientale.

Greenpeace ha anche promosso test di laboratorio su campioni di tonno in scatola, rivelando che oltre un terzo delle scatolette non conteneva la specie dichiarata sull’etichetta. Questo fenomeno di frode alimentare evidenzia una grave mancanza di trasparenza e tracciabilità lungo la filiera, con pratiche dannose che minano la fiducia dei consumatori e la sostenibilità del mercato.

Tra le principali richieste di Greenpeace vi è l’eliminazione o la riduzione dell’uso dei FAD (dispositivi di aggregazione), che causano la cattura accidentale di specie non bersaglio. L’organizzazione chiede anche una preferenza per metodi di pesca più selettivi, come la pesca a canna o a traina, che risultano meno impattanti. Inoltre, Greenpeace sollecita maggiore trasparenza sui metodi di pesca, sull’origine geografica del tonno e sugli impegni aziendali contro la pesca illegale.

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Alcune aziende hanno già risposto positivamente, adottando pratiche di pesca più sostenibili e migliorando la loro trasparenza. Sebbene questi cambiamenti siano incoraggianti, è necessario che diventino la norma per garantire un futuro più sicuro e sostenibile per il tonno rosso.

C'è ancora molto da fare per salvare il tonno rosso

La situazione del tonno rosso mostra segnali di miglioramento grazie a regolamentazioni come le quote di pesca e a politiche più rigorose contro l’illegalità. Sebbene gli stock si stiano stabilizzando e la specie non sia più a rischio immediato di estinzione, rimangono comunque numerose sfide. La riduzione della variabilità genetica, l’incertezza legata ai dati di cattura e la continua diffusione della pesca illegale continuano a rappresentare delle minacce importanti. Solo attraverso politiche di gestione più efficaci, maggiore trasparenza e un impegno responsabile da parte delle aziende e dei consumatori, il tonno rosso avrà un futuro più sicuro e sostenibile.

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