
Non è una novità nel panorama enogastromico, ma è comunque un'iniziativa molto rara: Andrea Mainardi aprirà nel 2026 un ristorante con un solo tavolo. Lo chef bergamasco – anche volto televisivo di alcuni programmi di cucina – ha annunciato l'apertura di un locale esclusivo che si caratterizzerà proprio per un unico tavolo all'interno (e con un grande elefante rosa sul tetto). Prima di lui, altri hanno intrapreso questa coraggiosa sfida: lo stesso Mainardi ci ha già provato diversi anni fa, diventando una sorta di precursore di questo format.
Un solo tavolo e una cucina che sa di casa
È proprio come uno se lo immagina: una sala, un tavolo e una cucina in cui lo chef si diverte nella preparazione minuziosa e attenta delle portate. Questo il format che arriverà nei primi mesi del 2026 a Ospitaletto, in provincia di Brescia: alla guida della cucina Andrea Mainardi, lo chef che il grande pubblico ha imparato a conoscere da programmi come "La prova del cuoco" o "Ci pensa Mainardi". Un locale già di per sé esclusivo, in cui ci aspetta un tipo di cucina altrettanto raffinata: in realtà, in un'intervista del giornalista Maurizio Bertera, ha affermato che i piatti che proporrà saranno quelli di casa, preparati con la cura e le tecniche di un classico fine dining. La sua anima ironica e un tantino eccentrica sarà protagonista anche nell'estetica del locale: un elefante rosa sorgerà sul capannone del ristorante, rendendo praticamente impossibile non vederlo.

Non è la prima volta (neanche per Mainardi)
Può sembrare strano, perché nell'immaginario collettivo (e anche nella realtà) un ristorante è sinonimo di tavoli, chiacchiere e movimento. L'idea di un locale con un solo tavolo può quindi sembrare insolita, ma al tempo stesso affascinante, dove la cucina attenta e minuziosa di un ristorante si fonde con la calorosa intimità tipica di casa. Proprio su questa scia, ad esempio, nasce quello che viene definito "il ristorante più piccolo del mondo" a Vacone, in provincia di Rieti. Solo per due: così si chiama, con un nome che sembra più una richiesta, ma che riflette in tutto e per tutte la sua essenza. Un solo tavolo – per due, appunto – posto al centro di quello che si direbbe essere un vero e proprio salotto in cui i commensali possono godersi una deliziosa e intima cena alla modica cifra di 500 euro a coppia.
Lo stesso Mainardi si è già avventurato in passato in un'esperienza del genere: più di 10 anni fa aveva aperto, a Brescia, Officina Cucina, un locale che aveva lo stesso format di quello prossimo all'apertura, con un solo tavolo per un minimo di 2 a un massimo di 8 persone. Un precursore in questo senso che, in una specie di curioso Ritorno al futuro gastronomico, decide di rilanciare di nuovo la stessa formula.

Ma un ristorante così funziona?
Dipende. Non vogliamo addentrarci troppo in costi, ricavi e cose simili, ma sicuramente si tratta di un'esperienza unica: intima, speciale, perfetta per occasioni romantiche o cene tra (pochi) amici. E di sicuro il servizio risulta meno stressante di un locale con 60 o 70 coperti – anche se ovviamente la brigata è proporzionata al numero di clienti – ma il rischio è quello di perdere quel senso di condivisione che un ristorante riesce a trasmettere.
Proprio per questo, a inizio luglio, il ristorante The Table di Verona ha chiuso definitivamente i battenti, dopo quasi due anni di attività. Il concept era lo stesso: un solo tavolo e una sola chef, Micol Zorzella, a occuparsi di tutto – dalla cucina all'accoglienza in sala – offrendo ogni sera un menu diverso. L'idea era nata da una mancanza di personale compensata, in questo caso, da un grande spirito di iniziativa: con il tempo, però, la fatica ha preso il sopravvento perché, anche con un solo tavolo, gestire un ristorante è una sfida tutt'altro che semplice.