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Chi l’avrebbe mai detto che in mezzo a benedizioni, encicliche e santi patroni potesse trovare spazio… una pepperoni pizza? Eppure, in Vaticano succede anche questo. Durante l’udienza del 30 luglio, Papa Leo XIV si è visto recapitare un dono alquanto insolito: un cartone di pizza arrivato nientemeno che da Chicago, più precisamente dalla pizzeria Aurelio’s, sua vecchia conoscenza dai tempi in cui si chiamava ancora Robert Prevost e girava in jeans per le strade di Homewood, Illinois.
La scena, a metà tra un film di Wes Anderson e una benedizione apostolica, ha fatto il giro del mondo: il Papa che, tra una preghiera e un saluto ai fedeli, sorride davanti a un cartone con sopra scritto “Aurelio’s Pizza”. Un gesto orchestrato da un gruppo di giovani cattolici americani, armati di fede, ghiaccio secco e spirito d’iniziativa.
Certo, non è la prima volta cheil cibo fa notizia in Vaticano. Ma raramente un semplice impasto con pomodoro e salame piccante riesce a raccontare così bene il legame tra le radici di un uomo e il ruolo che oggi ricopre. Perché sì, può anche guidare la Chiesa universale, ma resta pur sempre il ragazzo di Homewood con una predilezione per la crosta sottile e taglio a quadretti.
Il confort food che ricorda l'infanzia al Papa
Papa Leo XIV – nato Robert Francis Prevost – è cresciuto proprio a Homewood. Negli anni ’70 e ’80 frequentava regolarmente Aurelio’s, pizzeria fondata nel 1959 e divenuta un’istituzione del quartiere. Il suo ordine abituale? Una pepperoni pizza in stile Chicago, a crosta sottile, cucinata con il tipico metodo del Midwest: bordo croccante, tagliata a quadretti. Il proprietario attuale di Aurelio’s, Joe Aurelio III, ha raccontato ai media che il futuro Papa era “un ragazzo gentile, riflessivo, e mai scontato – come la nostra pizza.”
Dopo l’elezione al soglio pontificio l’8 maggio 2025, l’eco di quel legame non si è spento. Un gruppo di giovani cattolici americani, molto attivi sui social e nel movimento “Catholic Creatives”, ha deciso di spedire una pizza refrigerata direttamente da Chicago a Roma, come gesto simbolico per celebrare il nuovo Papa americano.
La pizza è stata confezionata in un contenitore termico, sigillata sottovuoto e mantenuta fresca con ghiaccio secco. Arrivata con un volo cargo, ha attraversato l’Atlantico per poi essere recapitata a un membro dell’entourage vaticano che collabora con il gruppo di influencer.
Il 30 luglio, durante il tradizionale giro in papamobile, uno dei ragazzi ha mostrato un cartone con il celebre logo rosso e verde di Aurelio’s Pizza. Secondo il video diventato virale su TikTok e Instagram, il Papa ha sorriso, ha rallentato il veicolo e ha chiesto espressamente di ricevere il cartone.
Un attimo dopo, lo si vede ridere, sollevare la scatola e scambiare qualche parola con i giovani. Secondo il fratello del Papa, John Prevost, quella pizza è stata effettivamente riscaldata e consumata dallo stesso Pontefice quella sera stessa.
Un cartone miracoloso (dal punto di vista marketing)
All’Aurelio’s non si sono fatti pregare. IL giorno dopo la comparsa papale con pizza alla mano, fuori dal locale di Homewood campeggiava un cartello che non lasciava spazio a dubbi (né a modestia): "La pizza del Papa? È la nostra. Croccante, devota e benedetta". E siccome la provvidenza va colta al volo, la loro storica “pepperoni thin crust” è stata subito ribattezzata “Poperoni Pizza” – nome che stanno cercando di registrare ufficialmente prima che qualche altro pizzaiolo cattolico ci metta le mani (o il marchio).