
"Non è una mela. Non è una pera. Sa soltanto quello che non è". Forse la citazione non era proprio così, ma il nashi è una sorta di Balto del mondo ortofrutticolo: a metà strada tra i due frutti, è un piccolo gioiellino che arriva direttamente dal mondo orientale e che si sta facendo strada piano piano anche nei mercati italiani.
Un po' mela e un po' pera
Tondo, duro, dalla consistenza leggermente granulosa: qualcuno direbbe che parliamo di mele, ma in realtà si tratta di una pera, o meglio, di un nashi. Il Pyrus pyrifolia, nome scientifico di questo frutto, è considerato una sorta di cugino cinese della nostra pera e, per questo, viene chiamato anche pera mela, pera asiatica o mela cinese. Affonda le sue origini nella Cina centrale, ma con il tempo ha trovato terreno fertile anche in alcuni Paesi orientali, come Giappone e Corea.
Appartenente alla famiglia delle Rosacee (la stessa delle mele e delle pere), ha un sapore dolce e rinfrescante e si presenta con una buccia che può andare dal giallo al verde, con piccole lenticelle (puntini), e sottilissima in alcune varietà. Nonostante sia originaria dei Paesi orientali, questo frutto si è fatto strada anche in America e in Europa: molti non lo sanno, ma è possibile trovare il nashi anche in Italia, dove viene coltivata in particolare nelle zone dell'Emilia Romagna, del Veneto e del Piemonte.

Benefici del nashi
Non si tratta solo di un alimento molto curioso, ma anche di un frutto che possiede numerose proprietà benefiche: ricco di acqua e fibre, il nashi aiuta a mantenere l'organismo idratato e favorisce la digestione. Contiene un'elevata quantità di vitamine – come quella C ed E – e di sali minerali, quali potassio e magnesio, essenziali per sostenere il sistema immunitario e per contribuire al benessere delle ossa e dei muscoli. Inoltre, alcune ricerche condotte da team di esperti hanno messo in luce le proprietà antiossidanti del nashi, capaci di proteggere le cellule dallo stress ossidativo, e antinfiammatorie in grado di contrastare i processi che portano all'invecchiamento precoce.
Molto più di un semplice frutto: i valori simbolici nei Paesi orientali
In Oriente, spesso le cose possono avere un significato nascosto o assumere un valore simbolico e il nashi non fa alcuna eccezione. In Cina, suo Paese d'origine, è considerato un frutto simbolo di saggezza, rinnovamento e purezza, ma, allo stesso tempo, assume anche un significato negativo: l'espressione "condividere una pera" in cinese suona molto simile al verbo "separarsi". Per questo motivo, non si chiede mai a qualcuno di condividere una pera, in quanto potrebbe essere visto come un presagio di un'imminente rottura dei rapporti. Discorso diverso invece in Corea, dove il nashi viene offerto in omaggio come segno di riconoscenza e gratitudine: è per questo che viene considerato un regalo molto apprezzato in eventi formali o in occasioni speciali. Anche in Giappone questo frutto rappresenta un gesto di rispetto verso l'ospite, e non solo: piantare un albero di nashi sembra che aiuti a tenere lontano gli spiriti maligni.
