
Il vin brulé è il profumo dell’inverno: un abbraccio caldo che riporta immediatamente ai mercatini di Natale, alle passeggiate tra le luci e al piacere di stringere tra le mani una tazza fumante, mentre il freddo punge le guance. Quando lo prepari a casa, non stai soltanto scaldando vino e spezie, stai ripetendo un gesto antichissimo che attraversa culture, Paesi e secoli.
Già gli antichi Romani conoscevano il piacere del vino caldo aromatizzato, servito nella versione del conditum paradoxum, una sorta di antenato del vin brulé, fatto con miele, datteri e profumi esotici che avevano anche la funzione di rinvigorire il corpo durante la stagione fredda. Nel Medioevo questa tradizione si trasformò nell’ipocras, un vino speziato amato nelle corti europee, dove spezie ed erbe medicinali non erano soltanto un vezzo aromatico ma un vero e proprio rito benaugurante.
Con il tempo la pratica si diffuse in tutto il Nord Europa, dove divenne parte della cultura invernale: in Francia prese il nome di vin chaud, in Germania diventò glühwein, nei Paesi scandinavi si trasformò nel glögg. Ogni regione aggiunse un tocco personale nella forma di liquori, agrumi e spezie diverse, creando un mosaico di versioni che ancora oggi popolano i mercatini natalizi. Anche in Italia il vin brulé ha trovato una seconda casa, soprattutto in Trentino, Alto Adige, Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, diventando sinonimo di convivialità e di quel calore che si sprigiona quando ci si ritrova insieme nelle sere d’inverno.
Un aneddoto curioso racconta che un tempo il vin brulé veniva utilizzato anche per “salvare” vini un po’ stanchi o leggermente ossidati: grazie al calore e alla presenza delle spezie, il loro sapore diventava più gradevole e il vino si conservava più a lungo; una soluzione pratica, ingegnosa e perfettamente coerente con lo spirito creativo che ancora oggi rende questa bevanda così amata.
Prepararlo significa mettersi in dialogo con una tradizione millenaria, reinterpretandola secondo i propri gusti. Oggi ti accompagniamo in questo viaggio partendo dalla scelta più importante: il vino giusto. Non serve essere esperti o usare termini tecnici, basta un po’ di curiosità e la voglia di sperimentare.
Vin brulé con vino rosso: la versione classica
Il vin brulé rosso è la versione più riconoscibile e diffusa, quella dei mercatini italiani e delle feste invernali. Il suo colore rubino e il profumo intenso di spezie e frutti rossi creano un’atmosfera immediatamente familiare. Per ottenere un risultato equilibrato è importante scegliere un vino capace di dialogare con spezie come cannella, chiodi di garofano e noce moscata, senza essere sovrastato da esse.

Perché il vin brulé si prepara soprattutto con vini rossi
La tradizione privilegia i vini rossi perché sono naturalmente più strutturati e ricchi, con aromi fruttati che si sposano bene con la complessità delle spezie; un rosso adatto non deve per forza essere un vino pregiato: è sufficiente che abbia carattere, corpo e una certa rotondità. Come regola d'oro, è sempre meglio evitare i vini troppo leggeri o eccessivamente tannici, perché rischiano di risultare squilibrati una volta riscaldati.

I migliori vini rossi per il vin brulé
Tra i rossi più indicati per questa preparazione spicca il Merlot, che con la sua natura morbida e fruttata permette di ottenere un vin brulé dolce, avvolgente e armonioso. Anche il Cabernet Sauvignon si presta molto bene, soprattutto se desideri una versione più vigorosa e intensa, ricca di aromi di frutti scuri e di una struttura capace di reggere spezie più marcate.
Molto apprezzati anche rossi internazionali come Grenache, Syrah e Tempranillo, spesso utilizzati nei mercatini del Nord Europa e in Francia, dove il vin brulé è ormai parte integrante della tradizione invernale. Se invece preferisci qualcosa di più “nostrano”, un Chianti o un rosso simile dell’Italia centrale è perfetto per ottenere una bevanda dal carattere più rustico e autentico, tipica delle nostre regioni settentrionali.
Nei paesi di lingua tedesca vengono impiegati anche vini come Dornfelder, Regent, Zweigelt e Sankt Laurent, che donano un profilo più dolce e vellutato, molto simile al celebre glühwein. Qualunque sia la tua scelta, ricorda che un vino naturalmente un po’ morbido richiederà meno zucchero in fase di preparazione, facilitandoti la vita.
Vin brulé bianco: la variante fresca e aromatica
La variante con vino bianco è meno conosciuta in Italia ma amatissima in molti paesi del Centro Europa. Utilizzare il vino bianco nella preparazione restituisce un risultato sorprendente: più delicato, luminoso e aromatico, è l'ideale per chi preferisce sapori meno avvolgenti e più freschi. Questa versione mette in risalto spezie come vaniglia, cardamomo e anice stellato, creando un profilo diverso ma altrettanto affascinante in confronto con il vin brulé nella sua classica veste in rosso.
Il vin brulé bianco ha un carattere più gentile e floreale: la sua leggerezza permette alle spezie di essere protagoniste senza diventare invadenti. È una preparazione perfetta per chi non ama i vini rossi o per chi vuole proporre un’alternativa originale durante una cena o una serata invernale tra amici.

I migliori vini bianchi per il vin brulé
Il Riesling è una scelta eccellente grazie alla sua struttura e all'acidità vivace, accompagnata da profumi di frutta esotica, miele e mela verde. Anche il Gewurztraminer, con il suo carattere aromatico e le note di fiori e spezie naturali, è forse il vino più affascinante per questa preparazione, perché accoglie vaniglia e cardamomo con grande naturalezza. Spostandosi in Francia, lo Chenin Blanc si presta molto bene a sua volta, soprattutto se cerchi una base più strutturata con sentori di pera, ananas e mela.
Nelle regioni tedesche vengono spesso utilizzati vini come Grauburgunder, Kerner e Grüner Veltliner, che regalano versioni fresche, leggere e molto piacevoli. In Italia esistono alternative interessanti: alcune Malvasie o un Moscato secco possono dare vita a un vin brulé bianco sorprendentemente aromatico e raffinato.
Spezie, varianti e idee da provare
Una volta scelto il vino, puoi divertirti con le spezie. Ogni zona ha le sue preferenze e ogni famiglia custodisce la propria “ricetta segreta”. Cannella, chiodi di garofano, anice stellato, scorze di agrumi e un tocco di noce moscata sono la base più comune, ma da qui puoi giocare con la fantasia. In molte località dell’Austria e dell’Alto Adige si aggiungono pera, mela o vaniglia, che regalano un carattere più dolce e fruttato.
Esistono anche versioni già pronte prodotte da diverse cantine italiane, spesso realizzate con vini propri o blend studiati per ottenere un equilibrio perfetto tra profumi e struttura. Una soluzione pratica, soprattutto se hai poco tempo ma non vuoi rinunciare al piacere di una bevanda calda e speziata.
Il vin brulé è un rito che unisce passato e presente, tradizione e creatività. Che tu scelga un rosso corposo o un bianco delicato, ciò che conta è trovare la combinazione che più ti rappresenta, seguendo la tua curiosità: scegli il vino, accendi il fuoco, lascia che le spezie sprigionino i loro profumi e goditi il calore dell’inverno, un sorso alla volta.