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11 Ottobre 2025 11:00

I neonati possono bere acqua? I consigli per introdurla nell’alimentazione del lattante

L’abitudine di bere acqua si apprende come tante altre, ma da che età iniziare a proporre acqua a un neonato? La risposta a questa domanda non è così scontata!

A cura di Verdiana Ramina
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Quando si diventa genitori, le domande sull’alimentazione del proprio bambino sembrano non finire mai. Una delle più comuni è: i neonati possono bere acqua? La risposta non è così scontata perché dipende dall’età e dalle competenze che, con la crescita, gradualmente acquisisce il neonato. Nei primi mesi di vita, infatti, il latte materno o artificiale è più che sufficiente a coprire il fabbisogno di liquidi del bambino. Solo più avanti, con l’introduzione degli alimenti solidi, si possono iniziare a proporre piccole quantità di acqua.

I neonati possono bere acqua?

Iniziamo chiarendo un aspetto fondamentale: nei primi 6 mesi di vita, i neonati non hanno bisogno di acqua. Sia il latte materno sia quello artificiale contengono la quantità di liquidi necessaria a mantenerli idratati. Proporre acqua troppo presto, anzi, oltre a non essere utile, potrebbe rivelarsi addirittura rischioso per un motivo molto semplice: riempie lo stomaco portando a cercare meno latte e quindi priva il bambino dell’unico alimento per lui completo.

Solo in situazioni particolari, come quelle che giustificano uno svezzamento precoce, il pediatra potrà valutare se offrire qualche sorso extra di liquidi diversi da latte, ma sempre sotto rigorosa supervisione.

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A quanti mesi si può dare acqua ai neonati e quali sono le quantità corrette?

Dato questo cappello introduttivo, direi che possiamo entrare nel vivo di questo approfondimento. Il momento giusto per introdurre acqua al tuo bambino è quello in cui inizia la fase dell’alimentazione complementare, quindi intorno ai 6 mesi di vita. A partire da questa età, infatti, il piccolo comincia ad assaggiare cibi solidie il latte non è più sufficiente a garantire tutto quello che serve.

Le quantità di acqua fornite nelle occasioni dei pasti e durante la giornata non devono essere eccessive: pochi sorsi sono più che sufficienti per iniziare. Senza misurare con precisione i millilitri, ciò che conta è offrirla regolarmente, senza forzare il bambino a bere. Col tempo imparerà ad autoregolarsi, proprio come fa con il latte, e arriverà, grossomodo a 800 ml intorno all’anno di età, in funzione delle sue abitudini di vita: è un bimbo particolarmente attivo? Vivete in una zona caratterizzata da un clima piuttosto caldo? Passa molto tempo a giocare all’aria aperta? Allora è necessario aggiungere qualcosa in più.

Prova a fare così per i primi approcci: se proponi una pappa a pranzo, puoi affiancarla con un piccolo bicchiere di acqua e lasciare che il bambino la assaggi. La naturale curiosità verso nuovi sapori lo porterà, passo dopo passo, ad abituarsi a questo liquido trasparente: il ruolo di noi genitori è, ancora una volta, quello di offrire in sicurezza gli alimenti e osservare cosa succede.

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Che tipo di acqua dare ai neonati

Compreso allora come e quanta acqua offrire per i primi approcci direi di affrontare un altro interrogativo piuttosto frequente: che acqua scegliere per i bambini piccoli?

  • Acqua in bottiglia: preferisci quella a basso contenuto di sodio (meno di 20 mg/l) ma con elevato tenore di calcio, un nutriente critico in qualsiasi stile alimentare, onnivoro, vegetariano e vegano.
  • Acqua del rubinetto: in molte zone d’Italia è sicura e può essere usata tranquillamente anche per i neonati, purché siano rispettati i parametri di potabilità stabiliti dalla legge. È importante informarsi presso il proprio Comune o gestore di fornitura idrica per avere conferma della qualità dell’acqua.

Personalmente consiglio ai genitori di non avere paura dell’acqua del rubinetto: quasi sempre rappresenta una scelta sostenibile, sicura e pratica. In più, proporre "l’acqua del sindaco" è un gesto educativo che insegna ai bambini fin da piccoli il valore delle risorse naturali e condivise.

Insomma, introdurre l’acqua nell’alimentazione del tuo bambino è un passo naturale che segna il passaggio da una nutrizione esclusivamente lattea a un mondo più vario di sapori e consistenze. Ricorda: prima dei 6 mesi niente acqua, dal momento dello svezzamento piccole quantità, aumentandole gradualmente. Accompagnare i nostri figli in questa scoperta significa aiutarli a crescere permettendo loro di riconoscere e ascoltare la propria sete, di fidarsi dei segnali del corpo e a costruire fin da piccoli abitudini sane – tra un dolce, maldestro tentativo di indipendenza e il successo di portare il loro piccolo bicchiere alle labbra quando insegneremo loro a bere in modo sicuro.

Verdiana, la Dietista delle famiglie

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