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Mangiare cibo piccante è sempre stata una cosa capace di creare dibattiti. Da una parte c'è chi lo ama e non riuscirebbe a farne a meno, dall'altra c'è invece chi proprio non lo sopporta e cerca di snobbarlo a ogni costo. Oggi però parliamo dell'habanero che non è affatto un peperoncino qualsiasi: gli esperti lo descrivono come un piccolo concentrato di aromi che, se usato bene, può trasformare un piatto in un'esperienza da ricordare. Quindi dimenticati della solita spolverizzata di peperoncino sulle penne all'arrabbiata, qui parliamo di uno dei frutti più piccanti al mondo. Scopriamo insieme tutto ciò che c'è da sapere sull'habanero.
Una bomba aromatica proveniente dai Caraibi
L'habanero è un tipo di peperoncino della specie Capsicum chinense, tipico della penisola dello Yucatán. Ci sono parecchie varietà tra cui la chocolate, la orange (che si distingue per un colore arancione acceso) e la red savina. Se sei un appassionato di geografia, leggendo la parola "habanero", dovresti aver captato che c'entra sicuramente qualcosa con Cuba. Questo frutto nasce infatti in America Centrale e soprattutto nei Caraibi e il suo nome richiama proprio la capitale di Cuba, L'Avana. Bisogna però dire che non è propriamente corretto attribuire i natali dell'habanero a Cuba in quanto è diventato famoso lì solo grazie agli scambi commerciali. Coltivato per secoli nei villaggi Maya e Aztechi, oggi cresce rigoglioso sotto il sole cocente del Messico (primo Stato per coltivazione), Belize e anche Cuba.

Quando abbiamo scritto di informarsi prima di utilizzarlo è perché si tratta di un peperoncino tanto, ma tanto piccante. Basta pensare per la scala di Scoville (parametro che indica la quantità di capsaicina equivalente contenuta) si piazza in posizioni molto alte. Si aggira tra le 100 e le 350 mila unità: per intenderci può essere fino a cento volte più piccante di un comune peperoncino calabrese. La piccantezza dell'habanero però non è fine a sé stessa, in realtà questo peperoncino ha un aroma fruttato e tropicale che ricorda il mango, la papaya e gli agrumi. È il contrasto tra il dolce e l'infuocato a renderlo così apprezzato dai grandi chef e da chi sa maneggiare questa materia prima.
Si può coltivare in Italia e in che modo si utilizza in cucina?
Sostanzialmente, seppur non molto utilizzato, anche nel nostro Paese è possibile coltivare l'habanero. In realtà non serve un orto tropicale o chissà che cosa di ingegneristico per farlo crescere. L'habanero ama il caldo per cui necessita di tanto sole, un terreno ben drenato e anche un po' di pazienza. La temperatura ideale per la germinazione supera i 25 °C, quindi è perfetto per essere seminato in primavera e raccolto in piena estate.

Si può piantare in vaso o in piena terra, l'importante è proteggerlo dalle correnti fredde e non esagerare con l'acqua. Come utilizzarlo in cucina? A meno che tu non sia un temerario o un estimatore assoluto del cibo piccante, non ti consigliamo di addentarlo crudo. L'habanero è perfetto se viene tritato finemente o se messo all'interno di salse e marinature. Un peperoncino che si sposa alla perfezione con la cucina messicana: tacos, burritos, salse piccanti e chi più ne ha più ne metta. Starebbe bene anche in alcuni piatti di pesce a cui regala una nota esotica e pungente o con un chutney e confetture agrodolci, da abbinare a formaggi stagionati o carni grigliate.

Fa bene mangiarlo?
Come ben saprai, molti peperoncini hanno dei benefici sorprendenti e tra questo, ovviamente, anche l'habanero. Contiene molta capsaicina, la molecole responsabile della piccantezza, che ha proprietà antinfiammatorie, analgesiche e stimolanti del metabolismo. Inoltre, come suggeriscono gli esperti, aiuta la digestione e migliora la circolazione. Ovviamente va consumato con moderazione, soprattutto se non si è molto avvezzi ai cibi piccanti.