video suggerito
video suggerito
30 Ottobre 2025 16:00

Falanghina: origine, caratteristiche e abbinamenti del vitigno tipico campano

Scopri la storia millenaria della Falanghina, le sue caratteristiche, i profumi e gli abbinamenti ideali per valorizzarla a tavola. Ecco tutto quello che devi sapere su questo antico vitigno campano.

0
Immagine

La Falanghina è una delle più antiche varietà autoctone campane, con la quale viene prodotto uno dei vini bianchi più famosi del Sud Italia. Noto per la sua freschezza, mineralità e versatilità gastronomica, cela dietro al calice un’affascinante storia che parte addirittura dai tempi dell’Impero Romano. Oggi ti raccontiamo la storia della Falanghina, le sue principali caratteristiche organolettiche e come puoi abbinarla a tavola.

La storia della Falanghina e l'origine del nome

La Falanghina è un vitigno a bacca bianca con una storia antichissima: la sua coltivazione venne probabilmente introdotta in Campania, intorno al VII secolo a.C., dagli antichi greci. Già citata da Plinio Il Vecchio, c’è chi sostiene che la Falanghina fosse utilizzata anche per produrre il Falerno nella sua versione bianca, il vino più costoso e ricercato dell’antichità, ma non vi sono certezze in merito.

Il nome “Falanghina” sembra derivare dal latino “falanga” che indicava il palo che veniva utilizzato per sostenere i tralci della vite; questi si rendevano necessari per questo vitigno, caratterizzato da un’importante vigoria, ovvero una grande capacità di produrre rami, foglie e di conseguenza, una grande massa vegetativa.

Quali sono le principali caratteristiche della Falanghina?

La Falanghina si presenta con un grappolo di dimensioni medie, dal profilo che può essere cilindrico o conico e con una struttura generalmente compatta, dove gli acini sono stretti uno vicino all’altro. L’acino stesso, cioè il singolo chicco d’uva, è di grandezza media, dalla forma tondeggiante e dotato di una buccia piuttosto spessa, dal colore che vira tra il giallo e il grigio-verde: questa pellicola funge da protezione naturale contro il sole e le intemperie.

La maturazione dell’uva avviene normalmente nella seconda metà di settembre, quindi il periodo della vendemmia cade dopo i mesi più caldi dell’estate, quando gli acini hanno raggiunto il giusto equilibrio tra acidità e zuccheri.

Dove viene prodotta?

La Falanghina trova il suo ambiente ideale nelle zone collinari e nei terreni caldi, prediligendo quelli di origine vulcanica: questi suoli particolari contribuiscono a dare al vino un profilo aromatico intenso e, soprattutto, una tipica mineralità che ne arricchisce il gusto.

Non a caso, la Falanghina viene coltivata in diverse regioni del Centro-Sud Italia: troviamo vigneti in Abruzzo, Lazio, Molise e Umbria, ma, senza ombra di dubbio, l’habitat naturale dove questo vitigno si esprime al meglio delle proprie capacità è la Campania. Oltre alle aree del Casertano e dell’Irpinia, sono due le zone che rappresentano oggi i poli principali della produzione: il Sannio e i Campi Flegrei.

Immagine

Falanghina del Sannio Doc

Dobbiamo tuttavia precisare che non si tratta soltanto di differenze geografiche: la Falanghina, infatti, è presente in due biotipi ufficialmente riconosciuti, ovvero due varietà geneticamente distinte. La Falanghina Beneventana (detta anche del Sannio), diffusa appunto nel Sannio, nel Casertano e in parte dell’Irpinia, dà vini più strutturati, con maggior corpo e buona capacità di evoluzione.

Falanghina dei Campi Flegrei

La Falanghina dei Campi Flegrei, invece, trova la sua massima espressione nei terreni vulcanici sabbiosi della fascia flegrea, da cui nascono vini freschi, fragranti e spiccatamente minerali. Si tratta dunque di varietà con caratteristiche sensoriali proprie, che rendono la Falanghina un vitigno particolarmente ricco e sfaccettato.

Sentori e sapori

La Falanghina dei Campi Flegrei Doc tendenzialmente è un vino delicato, fragrante, dalla spiccata sapidità, con sentori nitidi di frutta esotica e fiori bianchi, da bere giovane.

La Falanghina del Sannio Doc, al contrario, è caratterizzata da maggior corpo e struttura, tenore alcolico superiore, con un potenziale evolutivo che può arrivare fino a i cinque-sei anni.

Altre zone, come l’Irpinia, restituiscono vini con sentori agrumati e buona acidità, meno minerali rispetto a quelli prodotti nella Doc dei Campi Flegrei, e meno strutturati della Doc Sannio.

Con quali piatti si abbina la Falanghina?

Data la grande varietà di risultati che si possono ottenere a seconda del luogo di produzione, anche l’abbinamento a tavola dovrà essere modulato di conseguenza: ti lasciamo i nostri consigli per andare sempre a colpo sicuro.

Una Falanghina dei Campi Flegrei Doc, fresca e minerale, con note saline e floreali, andrà a braccetto con crudi di pesce, ostriche, tartare di tonno o gamberi; sarà la compagna ideale anche di primi piatti come spaghetti alle vongole o risotti con frutti di mare. E, se avessi voglia di pizza, farà proprio al caso tuo.

Immagine

Una Falanghina del Sannio Doc, invece, sarà la partner perfetta di piatti più strutturati: un primo piatto con sugo di pesce, un secondo a base di pesce al forno o grigliato, ma anche carni bianche, come pollo, tacchino e coniglio. Da provare in abbinamento anche a zuppe di legumi, tradizionali minestre campane e, perché no, un bel piatto di formaggi freschi o leggermente stagionati, come per esempio la mozzarella di bufala, o la caciotta.

Se invece parliamo di una Falanghina prodotta in zone diverse, andrai a colpo sicuro servendola con un antipasto o un primo leggero, piatti vegetariani, torte salate a base di verdure. Sarà perfetta per stupire i tuoi ospiti in un aperitivo a base di finger food e formaggi freschi.

La Falanghina è molto più di un vino bianco: è un pezzo di storia della Campania, che attraversa i secoli. Che tu voglia abbinarla a un crudo di mare o a una zuppa di legumi, saprà sempre sorprenderti con la sua freschezza e il suo carattere. Ora che conosci la sua storia e i suoi profumi, non ti resta che assaggiarla.

Immagine
Quello che i piatti non dicono
Segui i canali social di Cookist
api url views