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27 Luglio 2023 15:00

È vero che aggiungere un pizzico di sale nei cocktail li rende più freschi?

È vero che aggiungere un pizzico di sale nei cocktail li rende più freschi? Teoricamente sì: il sale è un esaltatore di gusto. Vediamo come e quando usarlo.

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Se parliamo del sale nei cocktail, pensi immediatamente al Margarita, il drink con la bordatura di sale sul bordo del bicchiere. In realtà c'è molto altro e tantissimi bartender in tutto il mondo stanno usando diversi tipi di sale e diverse soluzioni saline per esaltare il sapore delle proprie creazioni. Ma quindi è vero che aggiungere il sale in un cocktail lo rende più fresco? Teoricamente sì, ma potrebbe renderlo anche più dolce, più acido, più caldo, più morbido. Il sale, infatti, "rende più" tutto: blocca solo l'amarezza, aumenta la percezione di tutti gli altri sapori che puoi trovare all'interno di un bicchiere.

È comunque importante dire che il sale non è la pozione magica da usare in ogni drink. Alcune ricette vanno lasciate "al naturale" perché gli ingredienti devono parlare da soli, in altre invece c'è bisogno di quella piccola spinta per mostrare determinati sapori. Il modo migliore e più semplice per comprendere il ruolo del sale in un drink è fare un esperimento: ordina due Margarita nel bar di fiducia, uno con il sale e uno senza ma preparati esattamente allo stesso modo. Sentirai molto nettamente la differenza anche in una degustazione alla cieca.

Sapori esaltati da qualche granello di sale

Un cocktail può avere tantissime sfumature diverse ma ha un punto imprescindibile: per essere buono, deve essere bilanciato. A questo fattore il sale contribuisce in maniera decisa ma bisogna stare attenti: il sale è difficile da dosare in cucina, lo è ancor di più in mixology.

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Il sale riduce tutte le note amare, è in grado di bilanciare l'amarezza del drink esaltando le note dolci e acide dei cocktail, accentua le note agrumate e può aggiungere profondità e consistenza anche alle bevande gassate. Per questo motivo i drink "salini" ci sembrano "più freschi": il concetto di freschezza è strettamente legato all'acidità di un liquido. Lo stesso discorso vale nel vino ad esempio.

Le due varianti principali di sale da usare in un drink

Tralasciando tutte le varietà che esistono al mondo, vere o farlocche che siano, concentriamoci sul sale marino "normale", quello che si usa nella vita di tutti i giorni, quello da casa. Questo discorso lo facciamo per due motivi: il primo, più banale, è perché la quasi totalità dei bar sul pianeta usa questo sale qui; il secondo motivo è più tecnico, perché in un superalcolico è difficile sentire le differenze su un pizzico di un determinato sale.

Restando dunque sulla semplicità abbiamo il sale granuloso, fino o doppio, e il sale liquido. Entrambe le tipologie portano allo stesso risultato ma seguendo strade diverse:

  • il sale "solido" ha una presenza più massiccia all'interno del drink ed esalta i sapori in maniera più selvaggia, con grandi picchi verso l'alto delle note più minerali;
  • il sale "liquido", ovvero una soluzione salina composta da acqua e sale, è invece più morbido ed esalta i sapori più delicatamente. Spesso questa soluzione viene addirittura messa nello shaker per amalgamare meglio tutti gli ingredienti.

Nel primo caso la tendenza è usare il sale sul bordo del bicchiere, come decorazione: pensa al Margarita, tanto per fare un esempio. Nel secondo caso solitamente si preferisce una soluzione salina piuttosto forte, con una concentrazione che si aggira attorno al 30%, e che viene usato come se fosse angostura, quindi a gocce per dosare meglio il prodotto.

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A cura di
Leonardo Ciccarelli
Nato giornalista sportivo, diventato giornalista gastronomico. Mi occupo in particolare di pizza e cocktail. Il mio obiettivo è causare attacchi inconsulti di fame.
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