
Il Natale ha dei simboli precisi che rendono la festa speciale e che, appena li vedi, ti immergono subito nella sua atmosfera magica. Spesso si tratta di dolci, soprattutto biscotti, la cui forma è diventata nel tempo, grazie a storie, leggende e tradizioni, una vera icona del Natale: è il caso dei candy canese forse ancora di più dei gingerbread man. Gli omini di pan di zenzero, così sono conosciuti in Italia, sono dei dolcetti natalizi aromatizzati con zenzero e cannella, una ricetta amatissima nel mondo anglosassone e diffusa ormai in tutto il mondo, ma originaria del Nord Europa.
Speziati e friabili, oggi sono preparati nelle forme più varie (stelle, renne, alberelli, ecc.) ma la ricetta originale vuole che abbiano la forma di un omino in miniatura, spesso definito anche nei tratti del viso con l’aiuto della glassa. La sembianza umanoide di questi biscottini, un po’ perché fa tenerezza, un po’ perché è stata spinta molto dalla cultura pop in film e serie tv, è diventata talmente celebre che i gingerbread man ormai non sono più solo biscotti ma un’immagine che compare ovunque, dalle decorazioni per l’albero alle stampe sulle felpe. Ma da dove nascono gli omini di pan di zenzero, perché hanno proprio questa forma e come sono diventati un simbolo globale del Natale in tutto il mondo?

A causa della narrazione cinematografica tendiamo ad associare gli omini di pan di zenzero agli Stati Uniti d'America, ma in realtà la nascita dei gingerbread man è molto più antica: il biscotto a forma di omino è inglese e ha un’origine nobiliare, ma si mescola anche con una serie di fiabe e leggende dai risvolti macabri. Scopriamo la storia di questo dolcetto tanto buono quanto iconico.
La nascita dei biscotti di pan di zenzero tra storia, fiabe e leggende
Croccanti, friabili, profumati, una vera squisitezza: i gingerbread man sono i biscotti di Natale per eccellenza con la loro di pasta frolla speziata, di colore bruno e dall’aroma inconfondibile di cannella e ovviamente zenzero. La forma più famosa è quella antropomorfa, ma in realtà l’impasto di pan di zenzero è molto più antico di questi biscottini: secondo alcuni storici la prima ricetta risalirebbe addirittura al 2400 a.C., quando in Grecia venivano preparate tortine al miele che ne ricordavano sapore e colore, pur essendo ancora prive di zenzero, come d’altronde molte delle versioni più datate. Il pan di zenzero vero e proprio si diffuse nel Medioevo soprattutto nelle fiere europee, ingrediente di dolcetti prelibati dalle forme curiose preparati utilizzando appositi stampini, ma per i primi biscotti a forma di omini si deve aspettare la seconda metà del Cinquecento.

La prima parte della storia: il regno di Elisabetta I
Nonostante la ricetta della sfoglia a base di pan di zenzero esistesse fin dal Medioevo, gli omini di pan di zenzero come li conosciamo oggi nascono in un contesto storico e culturale davvero vivace: siamo nel Cinquecento, periodo in cui in Inghilterra arriva il Rinascimento con "a capo" William Shakespeare, Thomas More ed Erasmo da Rotterdam. Proprio Shakespeare è il primo autore a nominare in un'opera questo dolce, precisamente nella commedia Pene d'amor perdute in cui l'autore inglese scrive: "Se avessi un solo quattrino al mondo, te lo darei per comperarti pan di zenzero!".
La rinascita culturale del Cinquecento inglese include anche una rinascita gastronomica: dalle Americhe arrivano spezie, verdure e frutti mai visti prima, tutte pietanze che la "Regina Vergine" propone agli ospiti. Elisabetta I, infatti, è stata la prima a intuire il potere della cucina nel mondo della diplomazia, tanto da diventare famosa nella nobiltà europea del 1500 per i suoi banchetti prima ancora che per le sue doti politiche, grazie a preparazioni eleganti, elaborate, con piatti lussuriosi e spesso "moderni". Gli omini di pan di zenzero nascono proprio in quest'ottica: è lei a chiedere ai pasticcieri di corte di utilizzare ingredienti semplici e provare a fare degli "omini" che rappresentassero i nobili stranieri e gli altri ospiti a corte della regina, da regalare come dono simbolico della sua ospitalità. I pasticceri si ispirarono a un impasto già molto diffuso, seppure in altre forme, quello della sfoglia pan di zenzero e lo modellarono secondo la richiesta della regina: sono ufficialmente nati i gingerbread man.

L'idea piacque moltissimo a tutti i commensali che si susseguono a palazzo, talmente tanto che riportarono gli omini di pan di zenzero nelle loro corti in tutta Europa. Non è un caso che si trovino tante ricette in Nord Europa con al centro gli ingredienti di questi biscotti, tra cui la più famosa (e riuscita) è probabilmente quella dei pepparkakor svedesi, molto simili nell'impasto ma tradizionalmente a forma di stella. La fama dei gingerbread man conquista anche le classi sociali meno abbienti: i praticanti della medicina popolare, spesso descritti in quest’epoca come “streghe” o “maghi”, realizzavano omini di pan di per le giovani donne affinché trovassero il loro sposo; l’idea alla base era che, se gli uomini avessero mangiato l’omino di Pan di Zenzero, si sarebbero poi innamorati perdutamente.
Il ritorno dei gingerbread e la macabra storia di San Nicola
Con la fine del regno Tudor, anche i gingerbread man scompaiono dalla circolazione e bisogna aspettare tra i 200 e i 300 anni prima che ricompaiano nella tradizione europea. Il primo accenno del ritorno dell’impasto a base di pan di zenzero avviene nella storia di Hänsel e Gretel pubblicata nel 1812 dai dai Fratelli Grimm: la fiaba contribuisce alla diffusione della tradizione soprattutto in Germania, Polonia e Repubblica Ceca, ma in questo caso la storia narra di una casa costruita con il pan di zenzero, quindi in questi paesi si iniziano a preparare casette di pan di zenzero decorate nei modi più vari.

L’omino di pan di zenzero, invece, si riaffaccia nella tradizione europea molto più avanti, precisamente nel 1875, quando venne pubblicata una delle tante versioni delle storie legate alla figura di San Nicola, il santo protettore dei bambini che ispira la figura di Babbo Natale. La fiaba, dai risvolti macabri e oscuri come tutte le fiabe originarie di quest’epoca, racconta di una coppia di anziani che desiderava tanto avere un bambino, così preparano un biscotto dalle sembianze umane. Con grande meraviglia anche dei due, e forse con lo zampino di San Nicola che esaudisce il loro desiderio, l’omino di pan di zenzero prese vita ma purtroppo scappò presto al loro controllo.
Durante il viaggio ripete a umani e animali una filastrocca: "Sono scappato da una vecchia donna e da un vecchio uomo, posso scappare da tutti, posso scappare da te. Io posso. Corri corri tanto non mi prenderai io sono l'omino di pan di zenzero". La storia a questo punto si dirama in diverse versioni di finale, alcune a lieti fine con i due anziani che recuperano il loro figliolo di biscotto, molte altre decisamente più macabre: la più famosa racconta di una volpe che riesce a catturare furbescamente il protagonista per mangiarlo e narra le grida del biscotto mentre muore, una sorta di cronaca che annuncia la sua fine, ma esiste una versione ancora più oscura in cui l’omino di pan di zenzero viene mangiato dalla coppia di vecchietti in persona. Nonostante i finali più o meno disturbante, questo racconto ha fortemente ha contribuito alla diffusione dei gingerbread man soprattutto in Polonia, Germania e Repubblica Ceca e in particolare durante il periodo natalizio, probabilmente per il coinvolgimento nella storia della figura di San Nicola.
I gingerbread man nella cultura popolare
Col tempo, quella dei gingerbread man è diventata una tradizione comune e condivisa da più Paesi, non solo in Europa dove ha avuto origine ma anche oltreoceano, negli USA, dove i biscotti sono stati trasformati in un simbolo che va ben oltre la ricetta in sé e per sé. È probabile che arrivarono negli Stati Uniti insieme ai coloni, che approdando nel nuovo continente mantennero vive tante tradizioni dei loro paesi d’origine: lo testimonia uno dei primissimi libri di ricette americane, pubblicato nel 1796 da Amelia Simson.
Qui la ricetta subisce anche una trasformazione poiché lo zucchero viene sostituito dalla melassa, in quanto un prodotto meno costoso e più accessibile per gli americani dell’epoca (oggi, nella ricetta, vengono utilizzati entrambi). Quello che non cambia è il mix di zenzero e spezie come noce moscata, cannella, cardamomo, anice e chiodi di garofano che rendono l’impasto dei gingerbread man così riconoscibile e uno dei motivi per cui è associato al Natale. Secondo la tradizione, infatti, lo zenzero ha proprietà scaldanti ed è quindi l’ingrediente perfetto per l’inverno, inoltre il pan di zenzero era considerato una prelibatezza riservata alle occasioni speciali.

Se a questo si associano anche la favola di San Nicola e l’origine più antica dei biscotti, usati come regalo da Elisabetta I, ecco che è facile capire come questi omini siano stati molto facili da associare al Natale. Al resto ci ha pensato la cultura pop, in particolare quella americana, che ha trasformato un semplice biscotto tradizionale in uno dei simboli più riconoscibili del Natale: film, serie tv, cartoni animati hanno giocato sull'idea di un "dolce" che prende vita ispirandosi direttamente alla fiaba dell’Ottocento e hanno trasformato il biscotto in un’immagine riconoscibile e amata. Gli omini di pan di zenzero, così, compaiono in qualsiasi negozio di dolci, diventano decorazioni per l’albero, luminarie per decorare il giardino, stampe di calzini e magliette di Natale, diventano persino personaggi cinematografici grazie al film d’animazione Shrek, dove il personaggio di "Zenzero" (Gingerbread Man) è una delle prime creature animate incontrate, simbolo di chi fugge da un destino ingiusto.