video suggerito
video suggerito
5 Luglio 2025 9:00

Come capire se sei finito in una trappola per turisti leggendo il menu

I ristoranti-fregatura destinati agli stranieri in visita non esistono solo in Italia: anche all'estero, infatti, si corre lo stesso pericolo e se in terra natia è facile riconoscere ciò che è autentico o meno, quando si è in viaggio può risultare complicato. Ecco a cosa fare attenzione.

A cura di Federica Palladini
0
Immagine

L’estate è finalmente arrivata, e con lei la voglia di partire. Che sia un tour on the road, una settimana al mare o una fuga in una città d’arte, ogni viaggio porta con sé la possibilità di scoprire nuove destinazioni, compreso il loro lato culinario. Scegliere il ristorante sbagliato può trasformare un momento di estremo piacere in una cocente delusione: così come in Italia, infatti, esistono locali prettamente turistici, e questa volta siamo a noi a non dover cadere nella trappola. Come si fa? Agatha Christie diceva che “un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova”: di seguito te ne diamo sette, da passare in rassegna quando durante la tua vacanza potrebbe sorgerti qualche dubbio davanti a un menu.

1. Il menu è scritto in “dieci” lingue

Immagine

Un menu multilingua è un pensiero cortese (ci sono expat ovunque e non è detto che chi lavora fuori dal proprio paese comprenda pienamente la lingua di quello in cui si è trasferito, specialmente all'inizio), ma diventa una trappola per turisti se unito ad altri segnali. Per esempio, un elenco infinito di idiomi, la comparsa di bandierine stilizzate di ogni nazione da cui potrebbero provenire gli avventori, le foto a corredo dei piatti proposti, traduzioni zoppicanti, con refusi ed errori di ortografia diffusi. Difficilmente un ristorante di qualità si preoccupa di attrarre una clientela così varia e comunica in modo superficiale i suoi piatti.

2. Troppi piatti e troppi generi

Immagine

Un altro campanello d’allarme? Il menu enciclopedico, e questa è una regola generale: quando si dichiara di sapere fare tutto (o non si metterebbe nel menu tanta scelta) è probabile che il risultato sia poco soddisfacente. Insomma, meno è meglio. Nota anche la tipologia delle ricette: se accanto a piatti tipici locali si affiancano specialità internazionali il ristorante strizza l’occhio a una clientela prettamente turistica, che scoprirà brutte versioni sia della cucina tradizionale sia delle altre (compresa la propria).

3. I piatti sono quelli “da cartolina”

Immagine

Non farti incantare dai nomi familiari perché ti fanno sentire un esperto. Se in Italia sappiamo che chi propone da nord a sud, delocalizzando in un’unica carta pizza, vitello tonnato, lasagne alla bolognese e pasta alla Norma potrebbe non essere affidabile, allo stesso modo è bene avere qualche dubbio quando succede anche all'estero, con un ristorante che mette in fila solo le specialità più note, ovvero quelle stereotipate che un turista si aspetta indipendentemente dalla zona in cui si trova.

4. Il prezzo è sospettosamente basso o alto

Immagine

In molti casi i ristoranti che vogliono attrarre i turisti puntano su prezzi stracciati, magari all’interno di menu combinati pensati per risparmiare, ma non certo per vivere un’esperienza gastronomica. Ecco, se vi pasteggiate in città care, dei costi troppo bassi nascondono un cibo di bassa qualità. Allo stesso tempo, però, potreste imbattervi in menu sempre pessimi, ma dai prezzi gonfiati, magari perché siete in un'area particolarmente panoramica (accanto a un monumento che fa da scenografia) o frequentata solo da turisti. Documentarsi sui costi medi prima di partire è una buona idea per evitare fregature.

5. Il menu non cambia mai

Immagine

Una tendenza gastronomica ormai mondiale è quella di valorizzare gli ingredienti di stagione, con il menu che si aggiorna ciclicamente, almeno in estate e in inverno. Se vi accorgete che quello che state leggendo è, invece, un elenco statico, dove i piatti sono immutati e immutabili (in questo caso potrebbero essere anche pochissimi) è probabile che sia un ristorante pensato solo per chi arriva e poi se ne va e non per chi è stabile: come si fa, infatti, a conquistare clienti affezionati se le proposte restano invariate?

6. Nessun cliente locale in sala

Immagine

Semplice, efficace e collegato a quanto appena detto: guarda chi sta mangiando. Se il locale è pieno di gente come te (ovvero chiaramente non del luogo, con zaino e altro abbigliamento identificativo) potrebbe non essere un buon segno. Non ti diciamo di schivare i ristoranti dove appaiono turisti, perché il più delle volte è un buon equilibrio tra popolarità tra residenti e viaggiatori a fare del posto un indirizzo da segnare in agenda.

7. Ristoranti nelle guide, sì o no?

Immagine

Generalmente le guide non sono redatte da locali, ma da viaggiatori esperti che consigliano quello che a loro è piaciuto ad altrettanti viaggiatori. Vale così per i grandi classici cartacei come Routard o Lonely Planet, che possono far scoprire anche posti meravigliosi che diventano dei place to be per i turisti, ma non per chi vive lì. Diversa è la situazione con le recensioni delle più note piattaforme online, in quanto tutti gli avventori possono lasciare il proprio parere: nessun filtro e nessun tipo di autorevolezza, da prendere con le pinze. Senza dubbio è bene lasciar perdere quei ristoranti che compaiono nelle brochure gratuite degli alberghi e negli aeroporti in quanto potrebbero essere stati inseriti a pagamento.

Immagine
Quello che i piatti non dicono
Segui i canali social di Cookist
api url views