Il gusto del cioccolato, le calorie di un frutto tropicale. In poche parole può essere così descritto lo zapote nero, il frutto esotico dalla polpa nera come la pece e la consistenza di un budino al cacao. Coltivato in Centro America, tra Messico, Cuba e Repubblica Domenicana, lo zapote è la perfetta sintesi tra golosità e leggerezza. Ne andavano matti anche i Maya.
Black sapote, zapote nero o anche frutto del cioccolato: vari nomi per indicare un'altra bizzarria della natura che ricorda, per consistenza e sapore, un budino al cacao. Vi sembra impossibile che possa esistere qualcosa del genere? Continuate nella lettura e scoprite i segreti di questo prodotto che, grazie al suo particolare gusto, viene utilizzato anche al posto del cacao per realizzare dessert.
Se andate matti per il cioccolato ma allo stesso tempo siete facilmente soggetti ai sensi di colpa (o state semplicemente a dieta) lo zapote nero è forse la soluzione al vostro dilemma. Premessa doverosa: non è facile da reperire e, a seconda dei canali di vendita, potrebbe anche essere abbastanza costoso. Le piantagioni si trovano soprattutto in Messico, o tra le isole dei Caraibi, dove il clima caldo ne favorisce la coltivazione. Anche in alcune zone della Sicilia però cresce e fruttifera l’albero del cioccolato, chiamato così proprio perché la polpa ricorda sia per consistenza che per sapore un budino al cacao.
La particolarità più interessante di questo frutto, appartenente alla famiglia dei cachi (e al caco molto somigliante per aspetto e consistenze) è che al palato ricorda proprio il cioccolato, e i più ghiotti possono anche spalmarlo sul pane a mo’ di crema, oppure mangiarlo a cucchiaiate così come si fa con la famosa pasta spalmabile alle nocciole. Alcuni amano però anche frullarlo nel mixer, per poi riporlo in frigorifero in una coppetta e gustarselo dopo qualche ora come se fosse un budino.
Chissà, tra l'altro, come lo utilizzavano le popolazioni antiche del Centro America, come i Maya, che erano soliti consumare lo zapote nero coltivato nei loro territori.
Nei suoi luoghi di origine il black sapote si può trovare in vendita all’equivalente di due euro al chilo. Un prezzo tutto sommato contenuto, decisamente lontano dai costi che invece popolano i mercati più lontani dai canali di commercio tradizionali. In Italia ne abbiamo alcune piantagioni in Sicilia, dove viene colto in piena estate, ma il frutto e le piante (che oscillano tra le 30 e 40 euro) sono acquistabili ovviamente anche online. Dove, però, i prezzi spesso sono decisamente pompati.
Non vi consigliamo inoltre di comprare i semi sul web per tentare la coltivazione domestica: all'arbusto infatti serve un clima particolarmente caldo, tipico delle regioni caraibiche o, al massimo, dell'estremo Sud Italia. Tra l’altro, l’albero può impiegare fino a 4 anni per crescere e dare i primi frutti. Se non siete armati di pollice verde e tanta, tanta pazienza insomma meglio lasciar perdere e tentare di acquistare direttamente il frutto, cercandolo in qualche negozietto etnico o biologico della vostra città.
Tanti tra coloro che lo hanno provato invitano gli aspiranti consumatori di zapote a far attenzione al suo grado di maturazione. Questo perché, se l'assaggio dovesse avvenire anzitempo, la polpa risulterebbe acida e immangiabile. Per non sbagliarvi, già dal colore della buccia potete capire se potrà essere consumato. Da un verde acceso, sintomo di frutto ancora acerbo, la pelle si farà sempre più tenue, sino a diventare giallina o tendente al marrone. La consistenza morbida al tatto, inoltre, è un altro segnale di giusta maturazione: potete assaporarlo.
Una volta tagliato a metà alla vista non sarà certo uno spettacolo, tutt’altro, ma è giusto che sia il palato, giudice insindacabile che non conosce appello, a emanare la sua definitiva sentenza. Dopo averlo aperto vi ritroverete sotto gli occhi, se maturo al punto giusto, una polpa dal colore nero lucido, intenso, come se fosse pece. Probabilmente vi sembrerà marcio ma non fatevi ingannare dalle apparenze: è questo il grado di perfetta maturazione, al quale il frutto sprigiona tutto il suo potenziale gustativo.
Appartenente alla famiglia dei cachi, lo zapote si può mangiare proprio come il cugino di origini giapponesi. Aperto e fatto in due (o quattro) spicchi, e dopo aver tolto i semi, con un cucchiaino si può estrarre la polpa per assaporarla direttamente e da sola. Alcuni amano spalmarla su pane, o fette biscottate, proprio come se fosse una crema al cioccolato, mentre altri ne mettono un po’ in frigo per mangiarla poi come un budino. Vi sembrerà di affondare il cucchiaino in uno strato di densa pece, ma una volta assaggiato rimarrete sorpresi dalla sensazione che vi lascerà sul palato. Data la sua consistenza, e considerato soprattutto un sapore simile a quello del cacao, non è raro trovarlo in ricette di dolci e dessert, tra mousse, biscotti, frullati e torte.
Abbiamo illustrato tante particolarità che fanno dello zapote nero uno dei frutti più peculiari e curiosi del mondo. La caratteristica principale, però, è forse quella che la sua polpa può essere tranquillamente sostituita al cioccolato. Data la sua consistenza morbida e quasi appiccicosa, e il gusto simile al cacao, rappresenta una manna dal cielo per tanti ghiottoni con i sensi di colpa facili o qualche chiletto di troppo che cercano di tornare in forma.
Poco più di 40 calorie per 100 grammi di prodotto (per la stessa quantità, la cioccolata ne ha 500), ricco di vitamine A e C, contiene buone dosi di calcio e fosforo. Grazie alla presenza di fibra alimentare, inoltre, la polpa del frutto favorisce il processo digestivo. Dati e proprietà alla mano, può rappresentare quindi un ottimo (e salutare) sostituto alla cioccolata per chi, per esempio, è a dieta ma non vuole sacrificare troppo il gusto.
Per proprietà e sapore siamo quindi di fronte al frutto perfetto? Forse, anche se il problema più grande, per il mercato europeo, è riuscire a reperirlo.