Il 16 aprile 1975 nasce Antonino Cannavacciuolo: uno degli chef più amati del nostro Paese. Dalla conquista delle tre stelle Michelin al successo a Masterchef grazie alla moglie Cinzia, ecco i momenti più importanti della sua vita.
Arrivare a mezzo secolo con 8 stelle Michelin di certo non è da tutti: dal sogno di diventare cuoco alla conquista delle tre stelle Michelin a Villa Crespi nel 2022, passando per il successo sul piccolo schermo. Antonino Cannavacciuolo compie 50 anni e di cose incredibili ne ha fatte: una storia fatta di sogni, di amore ma soprattutto di sacrifici. Perché no, non si diventa chef stellati da un giorno all’altro, ma come lui stesso ha affermato c’è bisogno di tempo e di tanta gavetta: dalla splendida Vico Equense che gli ha dato i natali, comincia a lavorare sotto l’ala del padre (cuoco anche lui), passando qualche stagione alla Sonrisa, per poi volare fino in Alsazia, cominciando a lavorare in alcuni ristoranti di spicco, come l'Auberge de l’Ill di Illhaeusern e il Buerehiesel di Strasburgo per ritornare in Campania al Grand Hotel Quisisana di Capri, all’epoca sotto la consulenza di Gualtiero Marchesi.
“Dietro ogni grande uomo, c'è sempre una grande donna” così pare dicesse Virginia Woolf: non sappiamo se è sempre così, ma quello che è certo è che per Antonino l’incontro con la sua Cinzia è stato determinante. Tutto inizia quando arriva a l’Approdo, per una gavetta, dallo chef Oreste Primatesta, padre di quella che un giorno diventerà la sua futura moglie, Cinzia: di lì il colpo di fulmine che li porta a fidanzarsi nel 1997 e ad aprire le porte di Villa Crespi soltanto due anni dopo, nel 1999. È proprio qui che lo chef originario di Vico Equense diventa per la prima volta chef patron di un ristorante conquistando la prima stella Michelin nel 2003, la seconda soltanto tre anni dopo, nel 2006, e diventando, nel 2022, uno dei 151 locali tristellati al mondo.
La sua cucina ha di sicuro avuto un forte impatto sulla storia gastronomica italiana contemporanea: alcuni dei suoi piatti godono di un successo che supera i confini delle mura del suo ristorante e arrivano anche a chi, a Villa Crespi, non ha mai messo piede. Uno fra tutti il tonno vitellato, una chiara rivisitazione del vitello tonnato piemontese, o anche uno dei piatti storici del menu, ovvero gli scampi alla pizzaiola, e la meravigliosa pastiera scomposta, in cui gli ingredienti che compongono il delizioso dolce napoletano, vengono rimescolati dando vita a un piatto di una bellezza che riesce a conquistare il cuore di tutti, anche dei tradizionalisti più intransigenti.
Ormai non c’è una sola persona nella nostra Penisola che non conosca Antonino Cannavacciuolo: basterebbero i suoi successi dietro ai fornelli per consacrarlo come uno degli chef italiani più famosi al mondo. Ma c’è un altro aspetto che gli ha conferito la fama di cui oggi gode e già sappiamo che il pensiero di tutti va diritto verso Masterchef.
La sua carriera nel piccolo schermo inizia in realtà nel 2013, dove diventa protagonista del famoso Cucine da incubo, versione italiana dell’omonimo programma dello chef Gordon Ramsay. Successivamente, dopo essere stato ospite di due puntate della quarta stagione, entra a far parte nella quinta stagione dei giudici di Masterchef Italia a fianco dei colleghi Bruno Barbieri, Carlo Cracco e Joe Bastianich. Meno conosciuto invece un programma andato in onda dal 2019 al 2021 e che da lui ha preso il nome, "Antonino Chef Academy", in cui dieci giovani aspiranti chef si sfidavano con l'obiettivo di conquistare un posto nella brigata di Villa Crespi.
Curioso sapere che, se non fosse stato per Cinzia, oggi non avremmo quel cuoco grande e buono che tutti amiamo: è stata proprio la moglie a intravedere le grandi potenzialità del marito e a spingerlo per intraprendere una carriera televisiva. Carriera che cammina parallelamente a quella da chef: Antonino infatti non ha mai abbandonato i fornelli, nonostante a volte si dica il contrario. Il suo mondo è proprio lì: una giacca da chef, una pentola sul fuoco e la passione di chi ha ancora voglia di emozionarsi ed emozionare dopo oltre 30 anni di onorato servizio.