Secondo un'indagine della Fondazione Aletheia entro il 2035, 400 milioni di bambini saranno obesi. In Italia quasi 1 su 3 è in sovrappeso. Colpa di cibo spazzatura e mense scolastiche assenti o carenti.
In un mondo che corre veloce tra tecnologia, comfort e cibo ordinato tramite app, ci siamo mai fermati a chiederci cosa mettiamo nei piatti dei più piccoli? E soprattutto che conseguenza avrà questa scelta sulle generazioni del futuro? La risposta arriva da un'indagine della Fondazione Aletheia ed è molto forte: entro il 2035 potrebbero esserci oltre 400 milioni di bambini obesi nel mondo. Un numero che fa paura perché si tratta quasi del doppio rispetto al 2020. Stiamo parlando di un'emergenza globale che sta crescendo sotto gli occhi di tutti, diventando ormai un problema evidente ma che troppo spesso viene ignorato.
Una previsione allarmante che principalmente è attribuita al consumo di cibi ultra-processati da parte dei più giovani. Questi stanno sostituendo alimenti sani come frutta fresca o secca, verdura e pesce. Secondo la ricerca della Fondazione Aletheia in Italia la situazione è alquanto preoccupante dal momento che il Paese si posiziona al 13°posto in Europa per obesità infantile (9,6%) e all 11°per sovrappeso (27,3%). L'obesità comporta un costo economico significativo superiore a 13,3 milioni di euro all'anno di cui il 59% è costituito da costi sanitari diretti per la cura di malattie tra quelle cardiovascolari, il diabete e i tumori.
Un problema che coinvolge anche le mense scolastiche che spesso non adempiono adeguatamente a un ruolo cruciale che è quello dell'educazione alimentare. Solo il 48% delle scuole statali italiane è dotato di mensa e la differenza tra le regioni è parecchio evidente. Basta pensare che in Valle d'Aosta l'86% delle scuole è provvisto di mensa, 83% in Piemonte e poi 25% in Campania e addirittura 21% in Sicilia.
Investire nella ristorazione scolastica potrebbe generare ritorni economici significativi. Anche Coldiretti pochi giorni fa ha lanciato questa campagna con il Manifesto di Udine che non solo prevede una migliore educazione alimentare nelle scuole, ma anche un pronto intervento come quello di rimuovere il cibo spazzatura dai distributori automatici. Aletheia sottolinea la necessità di un approccio olistico che coinvolga politiche pubbliche e interventi strutturali per invertire questa tendenza e promuovere il benessere dei cittadini.
Non si tratta solo di "convincere i ragazzi a mangiare più verdure" ma di restituire al cibo il suo vero valore: cura, salute, futuro. Questo perché se oggi risparmiamo su un pasto sano, in un futuro ormai prossimo potremo pagare a caro prezzo il conto della nostra indifferenza. Ciò che serve, come suggerito dagli esperti, è un cambio di rotta definitivo, deciso e collettivo. Non deve essere una battaglia del singolo ma di tutti, sopratutto di chi oggi è genitore di un bambino più piccolo che rischia di incorrere in un'alimentazione poco nutriente che può portare a problemi del genere. Il diritto a un futuro sano comincia da ciò che oggi metti nel piatto, non dall'essere approssimativi sottovalutando il problema.