Lo spezzatino di carne originario dei paesi dell'Africa orientale che ha conquistato l'Italia: lo zighinì. Sono tanti i ristoranti nel nostro Paese che lo preparano, andiamo a scoprire cos'è e qual è la sua storia.
Hai voglia di cimentarti in una nuova esperienza gastronomica dai sapori speziati e orientali? La cucina eritrea ed etiope sono molto popolari in Italia, soprattutto in città come Roma e Milano e l'offerta di questi ristoranti è particolarmente apprezzata dalle nostre parti. Una popolarità che è ancora in crescita ma che, con gli anni, ha conquistato il cuore di tante persone. Una pietanza che troverai in uno di questi locali sarà quasi sicuramente lo zighinì, uno spezzatino di carne che è diventato il piatto nazionale dell'Eritrea e dell'Etiopia.
Il sapore speziato, ricco e inconfondibile dello zighinì lo catapulta alle prime posizioni delle classifiche di cucina etnica più apprezzate in Italia. Ma che cos'è che rende questa pietanza così squisita? La risposta è il berberè, una miscela di spezie che include peperoncino, zenzero, chiodo di garofano, coriandolo, ruta comune e ajowan (pianta simile al cumino). Lo zighinì è quindi uno stufato che si può fare con diversi tipi di carne tra manzo, agnello o pollo.
Un'altra peculiarità di questo piatto è che viene servito con un tipo di pane spugnoso chiamato injera che, funge sia da piatto per l'appunto, e sia da posata per raccoglierlo e gustarlo. Questo tipo di pane è la parte più caratteristica del piatto: viene preparata con una pastella liquida di farina, acqua e lievito di birra che si lascia fermentare per due giorni per poi fare cuocere il composto in padelle roventi. La cosa peculiare è che l'impasto si prepara con la farina di teff ma, nel caso volessi cimentarti nella preparazione e non ce l'hai a disposizione, puoi sempre usare una farina 00 o un mix di farine di mais e frumento.
Lo zighinì uno di quei piatti che si mangia senza posate e che, come spesso vediamo nei paesi dell'Asia meridionale o dell'Africa, si mette al centro della tavola in un grande vassoio. L'assenza di posate indica infatti un rafforzamento della convivialità nei momenti in cui si pranza o si cena e un miglior rapporto con il cibo. Le origini affondano le radici nelle tradizioni culturali dei paesi del Corno d'Africa. Secoli fa, in quei posti, era usanza culturale preparare stufati di carne speziati e saporiti. Con il tempo le tecniche per cucinare questi stufati si sono evolute insieme al bilanciamento dei sapori che veniva dato da nuove spezie e da differenti tecniche di cottura. Il berberè, a cui precedentemente abbiamo fatto un accenno, si è evoluto nel tempo e le sue varianti regionali testimoniano la diversità culturale di queste terre.
La diffusione di ristoranti eritrei ed etiopi nel nostro Paese si concentra specialmente nei grandi centri abitati come Roma e Milano ma anche Torino, Napoli e Bologna. Il fatto che si stiano espandendo a macchia d'olio fa pensare alla voglia, di alcune persone, di uscire fuori dalla classica cena ordinaria e di godersi un‘esperienza gastronomica reale e differente. È proprio cultura di questi ristoranti, seppur si trovino in Italia, farti sentire come se stessi viaggiando in Africa e offrendoti un'atmosfera conviviale che ti permette di mangiare piatti come lo zighinì in modo tradizionale.
Gli italiani sono sempre più interessati a scoprire cucine provenienti da altre parti del mondo. I ristoranti etnici funzionano bene nel nostro Paese e già da qualche anno è scoppiata la mania per cucine come quella giapponese, cinese e coreana. La previsione è che tra non molto tempo la cultura africana, attraverso la sua cucina fatta di odori, sapori, esperienze uniche gastronomiche, si diffonderà ancora di più in Europa e in Italia.