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5 Marzo 2021 15:00

Vino, per la prima volta un italiano diventa Masters of Wine

Si chiama Gabriele Gorelli ed è un brand builder: con lui le aziende riescono a raggiungere nuovi orizzonti. Da pochi giorni è però anche il primo italiano della storia a riuscire ad entrare nell'istituto enologico più prestigioso al mondo. Master of wine è nato nel 1953 e nella sua storia ha avuto solo 418 membri: Gabriele è il primo tra gli italiani.

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L'Italia può finalmente vantarsi di avere il suo primo Master of Wine, un membro della più prestigiosa istituzione enologica al mondo. Si tratta di Gabriele Gorelli, 37 enne nato e cresciuto in provincia di Siena, precisamente a Montalcino, la città del celebre Brunello. Gorelli è uno dei più importanti esperti di vino italiano, un vero conoscitore della filiera enoica del Bel Paese e non solo.

Il degustatore toscano ha commentato all'Ansa la notizia, dicendo che "Il ruolo dei Masters of Wine, storicamente, non è certo quello di piegare la produzione del vino al gusto imperante. Al contrario, è quello di rendere accessibile e comprensibile a tutti le eccellenze, valorizzandole e creando valore aggiunto lungo tutta la filiera. È fondamentale che un Paese complesso come l'Italia, da un punto di vista ampelografico, storico, stilistico, possa contare su un ambasciatore che lo rappresenti in ambito internazionale".

Cos'è un Master of wine e perché è così importante

Servono anni di studio per diventare Master of Wine e Gabriele Gorelli ce l’ha fatta. Diventare un MW significa entrare in una comunità vinicola unica. I Masters of Wine sono rinomati degustatori, esperti del proprio argomento, a cui viene regolarmente chiesto di giudicare in concorsi di vino in tutto il mondo, di tenere lezioni su corsi di vino, di condurre degustazioni e di valutare alcune delle migliori cantine private del mondo. La qualifica MW è generalmente considerata nell'industria del vino come uno dei più alti standard di conoscenza professionale.

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Gabriele Gorelli, foto da Facebook

L'istituto è stato fondato nel Regno Unito nel 1953 "per promuovere l’eccellenza, l’interazione e l’apprendimento in tutti i settori della comunità mondiale del vino". Da allora, e parliamo di ben 68 anni, solo 418 persone al mondo hanno ottenuto questo riconoscimento: nessuno di questi è mai stato italiano.

Sebbene sia stata accolta quasi come notizia dell'anno nel mondo del vino, la colpevole assenza di italiani all'interno dell'istituto è spesso stata vista come una chiusura da parte dei nostri conterranei, piuttosto che "ostracismo" da parte degli inglesi. Bisogna comunque dire che la quasi totalità degli MW sono appartenenti al Commonwealth e agli Stati Uniti: il Regno Unito ha 208 Master of Wine, gli Stati Uniti 45, l'Australia 24 e la Francia 16, unica nazione non-anglofona ad avere più di un MW all'attivo.

Il percorso per diventare un maestro del vino

Come detto, il percorso è molto lungo. Prima di iscriversi al programma di studio bisogna già avere una qualifica avanzata o un certificato da sommelier di alto livello. Inoltre gli studenti, prima ancora di essere ammessi, devono avere minimo tre anni di esperienza lavorativa professionale nella comunità mondiale del vino. I candidati devono presentare quindi un saggio, un documento di degustazione, una breve dichiarazione che spieghi il loro interesse a diventare un Master of Wine e un riferimento per supportare la loro domanda.

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La cerimonia del 2020

Una volta ammessi c'è la Fase 1, un anno di formazione che permette agli studenti d'incontrare i maestri e altri studenti in contesti professionali. Alla fine dell'anno c'è la valutazione che comprende sei lavori prodotti durante l'anno: questi culminano in un esame, con degustazioni e saggi scritti, che si svolge all'inizio di giugno.

C'è poi la fase 2 con una parte teorica e pratica. Il secondo anno è molto duro, la mole di lavoro aumenta e con essa la difficoltà dei lavori stessi. L'ultima fase consiste nello scrivere un documento di ricerca, di lunghezza compresa tra 6.000 e 10.000 parole su un argomento a scelta dello studente. Non tutti impiegano 3 anni per completare il percorso, anzi spesso ce ne vogliono di più. Una volta ottenuta la prestigiosa qualifica sarà l'istituto a dirottare i membri verso le cantine che necessitano di un determinato lavoro.

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A cura di
Leonardo Ciccarelli
Nato giornalista sportivo, diventato giornalista gastronomico. Mi occupo in particolare di pizza e cocktail. Il mio obiettivo è causare attacchi inconsulti di fame.
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