
Davvero c’è un insetto nei fichi che mangiamo? Non proprio, anche se le vespe entrano nei fichi per l’impollinazione di questo frutto, che in realtà non è un frutto. Nella nuova puntata di “All we can eat”, il nostro biologo nutrizionista Simone Gabrielli ci spiega com’è fatto davvero un fico, come avviene l’impollinazione di questo “falso frutto” e perché quando ne mangiamo uno non mangiamo anche pezzi di vespa.
Perché i fichi non sono frutti?
La prima cosa da sapere è che il fico non è un frutto, ma un’infruttescenza: quello che vediamo all’esterno è solo un “contenitore” che al suo interno ospita tantissimi fiorellini. Una volta fecondati, questi fiorellini danno vita a un piccolo frutto ciascuno. I semini all'interno del frutto sono i veri frutti del fico e si chiamano acheni. Il suo “contenitore”, tutta la parte carnosa e dolce che mangiamo, si chiama ricettacolo ingrossato ed è una parte del fiore che, se fecondato, si sviluppa e diventa polposa.
Per capirci meglio: una ciliegia è un frutto singolo, nel senso che nasce da un solo fiore fecondato. Una mora o una fragola, invece, nascono da un insieme di fiori, proprio come il fico: ogni fiorellino fecondato dà vita a un frutto minuscolo. Nel caso della fragola, ad esempio, la parte rossa che mangiamo è il ricettacolo ingrossato, mentre i puntini gialli sulla superficie sono i veri frutti.
Cosa fanno le vespe nei fichi
Torniamo ai fiorellini del fico..chi li feconda? In questo caso ci pensa la vespa del fico, nome comune della Blastophaga psenes. Questa minuscola vespa è fondamentale per l’impollinazione del fico perché il fico non sopravvive senza di lei, e la vespa non può vivere senza il fico perché solo qui dentro depone le sue uova. Questo tipo di rapporto si chiama mutualismo obbligato. Ma il suo compito è una vera missione suicida.
Come funziona l'impollinazione del fico
Premessa: esistono piante di fico maschio e piante di fico femmina. Noi mangiamo il frutto che nasce dalla pianta di fico femmina fecondata. Per raggiungere i fiori femmina all’interno, la vespa deve infilarsi in un canale strettissimo che le spezza ali e antenne. Una volta dentro, depone le uova e muore. Il suo corpo, insieme alle uova, viene digerito da particolari enzimi prodotti dal fiore. Nessuna vespa viva, quindi, nel fico che mangiamo: solo un processo incredibile che rende possibile la sua nascita.
Ma se le uova vengono digerite, come fa la vespa del fico a sopravvivere? Grazie alla pianta di fico maschio, cioè quelli che non mangiamo. Solo qui dentro le vespe riescono a completare il ciclo vitale. La vespa entra nel fico maschio, depone le uova e queste si schiudono. Qui succede qualcosa di particolare perché le vespe maschio, uscite dall’uovo, fecondano le “sorelline”, ma tranquilli perché l’incesto è comune tra piante e animali non umani. Il loro ciclo vitale, però, finisce qua, moriranno subito dopo la fecondazione perché nascono senza ali e non sono in grado di uscire dal fico. Le femmine, invece, hanno le ali: dopo essere state fecondate, escono dal fiore cariche di polline e vanno a cercare un altro fico dove deporre le uova.
La storia del fico
Piccola parentesi storica: per la sua efficacia e la sua particolare facilità alla riproduzione, il fico è stato uno dei primissimi frutti coltivati dall’essere umano quasi 10 mila anni fa. Ai tempi della Grecia classica venivano considerati "degni di nutrire oratori e filosofi". Platone, si dice, ne fosse ghiottissimo. Agli antichi Romani si dà il merito di aver diffuso la coltivazione in tutto il Mediterraneo.
La vespa del fico e altri insetti impollinatori
Il fico rappresenta una perfetta alleanza tra pianta e insetto: senza la vespa non ci sarebbe il fico, e senza il fico… la vespa non sopravvivrebbe. Ed è proprio sull’incredibile lavoro degli insetti impollinatori che è importante soffermarsi, quante piante oggi abbiamo grazie al loro lavoro? Quanti frutti possiamo assaporare? Quanto rischiamo di perdere dalla loro scomparsa? Gli impollinatori forniscono un servizio ecosistemico fondamentale, vitale per il mantenimento delle comunità vegetali sia selvatiche che agricole ma purtroppo oggi questi insetti sono considerati in declino: alcune specie, sono state inserite nella lista rossa e sono in pericolo di estinzione. Il declino della salute e della popolazione degli impollinatori potrebbe rappresentare una minaccia significativa per l'integrità della biodiversità, per le reti alimentari globali e per la salute umana.