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20 Agosto 2025 15:00

Uva da tavola e uva da vino: scopri come riconoscerle

Uva da tavola o da vino? Cambiano forma, sapore e scopo. E no, anche se sono simili, non puoi usarle allo stesso modo.

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Quando pensi all’uva, immagini un grappolo pronto da mangiare o una distesa di vigneti? Non si tratta della stessa cosa: esistono infatti due principali tipologie di uva, pensate per usi diversi. Se hai visualizzato il piatto con l’uva, allora avevi in mente l’uva da tavola o da mensa, ovvero l’uva che compri al supermercato o dal fruttivendolo, per mangiarla. Se invece hai visualizzato il vigneto, allora hai pensato all’uva da vino, che può essere utilizzata per la produzione e la commercializzazione di bottiglie di vino.

Anche se entrambe appartengono alla stessa specie, presentano caratteristiche molto differenti. Oggi ti spieghiamo come riconoscere l'uva da tavola e l'uva da vino e in cosa differiscono.

Uva da tavola e uva da vino: principali differenze

Sia l’uva da tavola sia l’uva da vino appartengono alla medesima specie, la Vitis Vinifera. Col passare del tempo, sono state selezionate le cultivar che hanno portato a questa differenziazione netta. Partiamo dall’uva da tavola: questa è destinata principalmente al consumo diretto. Quali sono le sue principali caratteristiche?

  • Gli acini sono più grandi, carnosi e croccanti.
  • La buccia è sottile e facilmente masticabile.
  • La polpa è soda e succosa.
  • Il sapore è dolce, grazie a un elevato contenuto zuccherino.
  • Profilo aromatico tenue o assente.
  • È spesso senza semi (ma non è detto).
  • Viene raccolta sempre a piena maturazione.
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Per quanto riguarda invece l’uva da vino, notiamo delle caratteristiche in certi casi opposte:

  • Gli acini hanno dimensione più ridotta.
  • La buccia è più spessa.
  • La polpa è succosa, ma non croccante.
  • Il sapore è intenso e vira spesso verso l’aspro o l’amarognolo.
  • Il contenuto zuccherino è mediamente alto, ma varia a seconda del vino che il vignaiolo intende produrre.
  • Sono presenti precursori aromatici complessi (le sostanze che, durante la fermentazione, daranno vita agli aromi del vino).
  • Sono presenti alti livelli di acidità.
  • L’acino contiene sempre semi.
  • Non viene sempre raccolta a piena maturazione, anzi, il momento della vendemmia varia a seconda delle intenzioni del vignaiolo, della tipologia di uva, e del territorio di appartenenza

Queste differenze sono imputabili principalmente alle differenti modalità d’uso di queste tipologie di uva.

L’uva da tavola è quella che puoi mangiare così com’è, appena lavata: per questo deve avere caratteristiche precise che la rendano gradevole al palato. Non a caso, gli acini sono grandi, croccanti e succosi, con una buccia sottile e un sapore dolce.

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L’uva da vino, invece, è tutta un’altra storia: non si mangia per piacere, ma viene accuratamente selezionata per trasformarla in vino. Ciò che conta non è tanto il gusto dell’acino, quanto la composizione interna del frutto: zuccheri, acidità, sostanze aromatiche e tannini. Anche se il sapore può sembrare aspro o poco gradevole, proprio quell’equilibrio particolare è fondamentale per ottenere un vino armonico, strutturato e ricco di profumi.

Si può fare il vino con l’uva da tavola?

In teoria sì, ma con alcune limitazioni. Puoi usare l’uva da tavola per produrre vino in casa, ma solo per consumo personale: la legge infatti vieta la vendita di vino ottenuto da uve non autorizzate alla vinificazione.

C’è anche un motivo più interessante: il vino ottenuto da uva da tavola è quasi sempre molto semplice, poco aromatico e privo della struttura che rende un vino complesso e duraturo. Questo perché l’uva da tavola ha meno acidità, pochi precursori aromatici e spesso una dolcezza “piatta” che non regge la fermentazione.

In pratica? Sì, puoi fare vino con l’uva da tavola, con aspettative realistiche, e sarà da bere subito, entro poche settimane.

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Si può mangiare l’uva da vino?

Tecnicamente sì, ma non è pensata per essere mangiata. I produttori talvolta assaggiano l’uva da vino per monitorare zuccheri, acidità e maturazione: è un modo utile per decidere il momento esatto della vendemmia. Ma questo non significa che sia piacevole da mangiare.

L’uva da vino, infatti, ha acini piccoli, una buccia spessa e un sapore spesso aspro o amarognolo: inoltre contiene molti semi, e il suo profilo aromatico si sviluppa solo dopo la fermentazione. Quindi sì, puoi assaggiarla, ma non aspettarti la dolcezza e la croccantezza dell’uva da tavola.

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