Video thumbnail
4 Luglio 2025
15:11

Succo 100% frutta, nettare o bevanda: come riconoscerli?

Sai leggere l'etichetta del succo di frutta che compri al supermercato? Con il biologo nutrizionista Simone Gabrielli scoprirai che non basta leggere "100% frutta" per essere sicuri di acquistare un prodotto di qualità.

0
Immagine

Succo di frutta, nettare o bevanda alla frutta? Da concentrato o spremuto? E cosa significa davvero “senza zuccheri aggiunti”?
In questo nuovo episodio di "L’etichetta ai raggi X", il biologo nutrizionista Simone Gabrielli ti spiegherà come leggere l’etichetta per riconoscere un buon succo frutta al supermercato. Scoprirai perché non basta leggere “100% frutta” per essere sicuri che si tratti di un prodotto di qualità e come evitare i succhi pieni di additivi o zuccheri nascosti.

Differenza tra succo di frutta, nettare e bevanda alla frutta

La prima cosa da fare quando compriamo un succo è controllare la denominazione, quindi proprio il nome che troviamo scritto sul fronte dell’etichetta. Sì perché c’è una grandissima differenza tra “ succo di frutta”, “nettare” e “bevanda a base frutta”.

La differenza principale sta proprio nella quantità di frutta presente al suo interno.

Per legge (allegato1.1 A), in Italia la dicitura “succo di frutta” può essere applicata solo su succhi composti al 100% da frutta spremuta. E basta. Si tratta quindi del miglior prodotto che possiamo trovare in assoluto, e spesso infatti è accompagnato proprio da una scritta che lo dice chiaramente “100% succo di…”

Il nettare, invece (allegato 1.5) “è ottenuto con l’aggiunta di acqua e/o zuccheri, miele e altri prodotti”. E inoltre, per essere definito nettare deve avere una quantità di frutta minimo del 25%, anche se la soglia minima varia a seconda del frutto, ma ci torneremo più avanti.

Mentre se troviamo ancora meno frutta, allora si tratta di una semplice bevanda alla frutta che, secondo le classificazioni italiane, richiede comunque un minimo di succo del 12%.

Quindi riassumendo: se vogliamo un succo, che sia un vero succo di frutta al 100%, bisogna stare attenti alla denominazione corretta.

Composizione del succo di frutta: normale, da concentrato o succo e polpa?

Ma quindi un succo "100% frutta" è sempre il top? Beh dipende! E qui dobbiamo fare un’ulteriore distinzione, sì perché c’è una bella differenza tra un succo di frutta "normale", dove possiamo addirittura leggere quante arance sono state spremute per ottenerlo, e un succo di frutta "da concentrato".

  • Succo di frutta "normale": è ottenuto direttamente dalla spremitura della frutta fresca.
  • Succo di frutta "da concentrato": parte da un concentrato a cui viene poi aggiunta l'acqua.

In pratica, per favorirne il trasporto e la conservazione, l’azienda può decidere di disidratare la frutta, renderla quindi una polvere, che poi al momento dell’imbottigliamento viene reidratata aggiungendo dell’acqua. Ed ecco a voi un succo 100% frutta. Sì! Peccato però che durante il processo si tendono a perdere aromi e nutrienti, e che quindi il prodotto potrebbe risultare meno di qualità.

Per legge però sono entrambi "succhi 100% frutta" e proprio per questo leggere l'etichetta per capire se c'è scritto "da concentrato" è fondamentale.

E quando leggiamo “succo e polpa”? Beh, quindi se ha anche la polpa sicuramente si tratterà di un prodotto migliore, no? Eh no! In realtà è semplicemente marketing. In quanto nettare, non può riportare la scritta “succo di frutta”, ma scrivendo “succo e polpa”, invece, rientra nella norma, e per di più ci dà l’impressione di contenere il frutto in tutta la sua interezza. In realtà, se facciamo attenzione all’etichetta, anche qui troviamo: acqua, zucchero, e altri additivi.

Come riconoscere il nettare migliore?

Quindi riassumendo: il succo più di qualità rimane quello di frutta al 100%, e preferibilmente non da concentrato.  Ma se invece decidiamo volontariamente di comprare un nettare di frutta, come facciamo a riconoscere il migliore? Anche per il nettare di frutta vale sempre la solita regola: meno ingredienti ci sono e meglio è.

Sicuramente il consiglio è di preferire un nettare con un alto contenuto di succo di frutta. Il 25% è la soglia minima, ma come abbiamo accennato all’inizio, varia da frutto a frutto. Il nettare di mirtilli per esempio deve avere minimo il 30%  l’albicocca il 40%, ma per quanto riguarda l’arancia, la soglia minima per essere considerato nettare è del 50%.

Cosa significa senza zuccheri aggiunti?

Ma come mai, su alcuni nettari c’è scritto “senza zuccheri aggiunti” invece, in questi succhi 100% frutta, non troveremo mai scritto? Vuol dire che sono meno sani? No, il motivo è che per i succhi 100% frutta, essere senza zuccheri aggiunti è un requisito di legge, non un plus del produttore. Attenzione, quando leggiamo “senza zuccheri aggiunti”, si intende che non è stato aggiunto lo zucchero come ingrediente, ma il frutto in sé, anche appena raccolto dall’albero, contiene già naturalmente degli zuccheri. Quindi di base quando leggiamo scritte simili si tratta più di marketing che di altro. E ti diciamo di più: può capitare anche che un succo 100% frutta (quindi un succo di qualità), abbia in realtà più zuccheri di un nettare.

Attenzione agli additivi

Oppure a volte possiamo trovare scritte come "Senza coloranti", che suonano rassicuranti ma sono spesso superflue: la frutta ha già i suoi colori naturali, e nei succhi e nettari non è comune aggiungere coloranti. Il nostro consiglio? Vai dritto alla lista ingredienti e alla tabella nutrizionale.

L'origine della frutta

Un’altra cosa a cui diciamo sempre di stare attenti è l’origine degli ingredienti. Purtroppo però, per il momento, l’indicazione dell’origine della frutta nei succhi non è ancora un requisito obbligatorio su tutte le etichette, per cui nella maggior parte dei casi non la troviamo. Però c'è un'importante novità: la Commissione Europea dovrà presentare un rapporto (Fruit juices and similar products | EUR-Lex – REPORT) entro il 14 giugno 2027 per valutare la fattibilità di rendere obbligatoria questa informazione. Questo significa che se ne sta parlando molto a livello europeo, e ci aspettiamo presto una maggiore trasparenza anche su questo fronte.

Ci sono però delle eccezioni. Se per esempio un’etichetta riporta la scritta “frutta italiana”, allora va specificata l’origine.
Oppure se si tratta di succhi biologici, l’indicazione agricola è sempre obbligatoria.
Quindi ricapitolando, se vogliamo conoscere l’origine della frutta (almeno per il momento), o scegliamo un succo biologico oppure ce lo dobbiamo spremere direttamente a casa con la frutta scelta da noi.

Meglio pastorizzazione o HPP?

Anche perché, a dirla tutta, il miglior succo 100% frutta che compriamo non sarà mai esattamente come quello appena spremuto a casa. Uno dei motivi è che, per garantirne sicurezza e durata, il prodotto viene trattato. I metodi più comuni di conservazione sono:

  • La pastorizzazione, che usa il calore per eliminare microrganismi e enzimi, ma che può alterare anche il sapore e nutrienti sensibili.
  • Un metodo più innovativo è l‘HPP (High Pressure Processing), che usa l'alta pressione a freddo. Questo permette di mantenere molto meglio le proprietà organolettiche e nutrizionali rispetto alla pastorizzazione, ed è tipico dei "succhi freschi" che trovate nel banco frigo, riconoscibili spesso per una scadenza più breve.

Non è obbligatorio ma può capitare di trovare scritto sulla confezione di questi prodotti “non pastorizzato” o “trattato ad alta pressione”, o più frequentemente  leggere “estratto a freddo” o “cold pressured”. Anche se a dirla tutta, questa dicitura è un po’ meno chiara perché potrebbe indicare semplicemente che il prodotto non ha subito trattamenti termici durante la spremitura, ma ciò non esclude che la pastorizzazione sia avvenuta successivamente.

Meglio il succo in vetro, tetrapak o plastica?

Infine, anche il packaging può fare in parte la differenza: il vetro scuro, per esempio, offre un'ottima protezione dalla luce, che potrebbe degradare alcuni nutrienti e alterare il sapore del succo. Così come anche il tetrapak. Imballaggi di plastica trasparente invece, al contrario, potrebbero non proteggere al meglio il prodotto.

Come leggere l’etichetta del succo di frutta

  • Denominazione: Controlla se è “succo di frutta” (100% frutta), “nettare” (quinci frutta + acqua/zucchero) o “bevanda a base frutta” (con ancora meno frutta).
  • Composizione: Verifica se è "da concentrato", generalmente un succo più pregiato è fatto con frutta fresca spremuta direttamente.
  • Ingredienti nettare: se decidiamo di comprare un nettare, cerchiamolo con un’alta percentuale di frutta e senza zuccheri aggiunti né additivi
  • Origine della frutta: Purtroppo ad oggi, non viene indicata quasi mai, se si trova, prediligere quella del territorio
  • Valori nutrizionali: è bene tenere d’occhio gli zuccheri, ma va anche considerato che si tratta di prodotti già di per sé zuccherini!
  • Marketing: diffidare da diciture "senza zuccheri aggiunti" o "senza additivi" se non accompagnate da ingredienti semplici e chiari.
  • Conservazione e packaging: qualora indicato, i succhi trattati con HPP mantengono meglio sapore e proprietà rispetto ai pastorizzati, e il vetro scuro può proteggere il prodotto dalla luce.
Immagine
Quello che i piatti non dicono
Segui i canali social di Cookist
api url views