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14 Ottobre 2025 16:00

Quando la terra sa di mare: cosa sono le foglie di ostrica

Una pianta che ha il sapore di ostriche? No, non è un prodotto di fantasia ma un vero e proprio alimento: si chiamano foglie di ostrica (ma si mangiano anche i fiori), appartengono a una pianta rarissima tipica delle coste atlantiche dell’Europa e dell’America. E sì, sa davvero di ostrica.

A cura di Martina De Angelis
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La natura ci ha abituato a piante, frutti e alimenti davvero strani, e quelle che ti stiamo per presentare entra a pieno diritto in cima alla classifica dei più particolari: sono le foglie di ostrica, una pianta rarissima e semi-sconosciuta in Italia, tipica soprattutto dei terreni ghiaiosi del Canada e del Nord America, della Groenlandia, della Scozia e delle Svalbard. La sua particolarità? Non sa assolutamente di verdura, il sapore delle foglie carnose è paragonabile a quello delle ostriche, anche se molti ci riconoscono un retrogusto di acciughe, funghi e borragine. A leggerlo sembra impossibile, eppure chi l’ha assaggiata assicura che il suo sapore marino è incredibile e che mangiarla è una vera esperienza di gusto. Ma come si usa in cucina un prodotto così particolare? Ecco tutto quello che devi sapere sulle foglie di ostrica.

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Foglie di ostrica: cosa sono le piante che sanno di mare

Le foglie di ostrica, o oyster leaves in inglese, sono le foglie di una particolare pianta molto rara tipica delle coste atlantiche dell’Europa e dell’America settentrionale, famosa perché il suo sapore non è quello classico di una pianta ma è quello dell’ostrica. Non a caso la Mertensia Maritima, questo il suo nome scientifico, è conosciuta anche come “ostrica vegana” ed è un prodotto che può davvero rivoluzionare le cucine vegetariane e vegane: all’assaggio è sorprendente, ricorda molto la salsedine e il gusto dei molluschi, ma aggiunge un grande ventaglio di sfumature legate ai sapori del mare.

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La pianta, commestibile nella sua interezza (sia le foglie da cui prende il soprannome, sia i fiori) è anche molto bella dal punto di vista estetico: il fogliame è carnoso e croccante di colore grigio-azzurro, i fiori sono di un colore variabile dal blu al viola che risaltano particolarmente. Appartenente alla famiglia delle Boraginaceae, la stessa della borragine, la pianta delle foglie di ostrica è perenne, alta al massimo 30 cm ma in grado di svilupparsi in larghezza e ama particolarmente i climi freddi, i terreni rocciosi e le dune litoranee; non a caso è tipica delle coste del Canada e dell’America settentrionale, e di tutti quei tratti costieri bagnati dai mari nordici, per esempio la Scozia, le isole Svalbard e persino in Groenlandia.

Poiché le aree di crescita delle foglie di ostrica sono molto limitate, la pianta è considerata rara ed è molto difficile da trovare in commercio: non è facile trovarla nei negozi fisici, mentre è possibile riuscire ad acquistarla online su portali specializzati in ingredienti particolari. Il prezzo non è economico; una vaschetta con 50 foglia può costare anche 50 euro.

Come si utilizzano in cucina

Ricche a livello nutritivo con abbondanza di zinco, manganese, potassio e ferro e con una totale assenza di colesterolo, le foglie di ostrica si presentano con l’aspetto di una normalissima foglia di colore grigio-azzurrino e completamente inodore. Al palato, però, è un’esplosione: in queste piccole foglie c’è tutta la sapidità del mare e sembra proprio di masticare un’ostrica, senza però avere la consistenza del mollusco che, per la sua particolarità, non piace a tutti.

Le foglie di ostrica sono molto versatili nell’impiego in cucina e, un po’ come la salicornia, si possono mangiare a crudo ma anche cotte, seppure con qualche accortezza. Un uso molto frequente delle foglie di ostrica è in aggiunta all’insalata, magari insieme anche ai forellini della pianta, anch’essi perfettamente commestibili, oppure per guarnire piatti di pesce, tartare o crudités, o ancora aggiunte sul pane tostato spalmato con un filo di burro, come se fosse una bruschetta.

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Le foglie di ostrica possono essere anche cotte, ma attenzione perché una cottura troppo prolungata o aggressiva può comportare la perdita del loro sapore peculiare, oltre che le proprietà nutrizionali della pianta. Se vuoi cuocerle meglio scottarle leggermente per poi usarle in diversi modi, per esempio in frittate, risotti o come ripieno per la pasta fresca; puoi anche conservare le foglie sott’aceto o sott’olio.

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