
Se ami cucinare dolci a casa di sicuro sei familiare con la spatola “leccapentola”: è un attrezzo molto utile e versatile, utilizzato per preparare tantissime ricette, soprattutto dolci, ma non solo. È apprezzata per la sua flessibilità, che permette di raccogliere anche gli ultimi residui di impasto, ma è ottima anche per raschiare e mescolare gli ingredienti. Ma lo sai che questa spatola di chiama anche Marisa? Un nome davvero singolare per un utensile da cucina. Perché si chiama così, a cosa si deve questo nome di donna associato a una spatola? Cerchiamo l'origine, a metò tra storia e leggenda, di questo strano caso culinario.
Che cos'è la Marisa e a cosa serve
La spatola leccapentole o Marisa è un comodo accessorio utilizzato in cucina per ridurre al minimo gli sprechi durante i tipi di preparazioni che prevedono impasti morbidi: grazie alla sua forma infatti, composta da un manico di legno o di silicone e da una spatola particolarmente flessibile, il leccapentole permette di mescolare alla perfezione creme e mousse di ogni tipo, raccogliere anche il più ostinato residuo di impasto e decorare facilmente ogni tipo di dolce. Proprio grazie al suo essere molto morbida ti permette di incorporare perfettamente tutti gli ingredienti senza rovinare la struttura dell'impasto, di spalmare creme o salse e per raschiare le ciotole o le teglie rimuovendo fino al più piccolo residuo di impasto.

Con la Marisa puoi anche ripiegare delicatamente gli albumi montati o la panna montata all'interno di un composto, senza smontarli, o ancora puoi utilizzare la Marisa per stendere un impasto sottile, come quello per la pasta frolla. La spatola, come avrai intuito, ha diversi nomi: il più noto è "leccapentole", che illustra bene la sua funzione: grazie alla sua particolare conformazione, infatti, è in grado di "leccare", cioè di raccogliere completamente dal fondo dei contenitori gli impasti, specie quelli fluidi o molto morbidi; non a caso la forma della spatola, oggi fatta per lo più in silicone o gomma (un tempo era in caucciù) ricorda proprio la forma di una lingua.
Perché si chiama Marisa?
Uno dei nomi con cui è chiamata questa particolare spatola è Marisa: ma chi era questa donna e perché ha dato il suo nome a uno strumento così diffuso? Le origini di questo nome sono abbastanza incerte e, come accade spesso, abbiamo più che altro storie e leggende che ci raccontano i motivi dell’utilizzo del nome Marisa.
Una prima teoria legherebbe la spatola alla sua inventrice: la pasticcera Maryse Monpetit, vissuta tra il 1512 e i 1578 e per lungo tempo a servizio del re di Francia Francesco I. Secondo la leggenda Maryse, intenta a preparare dei biscotti a base di avena, ebbe un'intuizione, spinta dalla necessità di raccogliere tutto l'impasto dei biscotti e non perderne neppure un grammo: fu così che "costruì" il primo esemplare di quella che sarebbe stata la spatola leccapentola. I biscotti erano così buoni e l'invenzione così geniale da garantire alla pasticcera il titolo di baronessa, ma anche l'appellativo della spatola che da quel giorno venne chiamata proprio "Marisa".

La seconda versione, ugualmente diffusa, colloca l’origine della Marisa in tempi più recenti, precisamente alla fine del XIX secolo. Secondo questa storia l’origine del nome rimane nei confini della Francia, precisamente nella casa di una ricca famiglia nobiliare francese, i De Buyer. La spatola avrebbe a che fare con il figlio Léonard, punito da piccolo per aver indossato per gioco una ciotola sporca di impasto, fingendo che fosse un elmo da guerra. Proprio quell'episodio, rimasto così impresso nella vita del giovane, segna l'invenzione dellaspatola: dopo aver ereditato l'azienda di famiglia che produceva utensili da cucina, Léonard pensò d'inventare uno strumento che permettesse di pulire alla perfezione le ciotole, una comoda spatola in caucciù. La sua invenzione ebbe un tale successo da essere presto associata al nome della fabbrica, Marysa appunto.