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9 Agosto 2025 18:00

Secondo uno studio le patatine fritte potrebbero aumentare il rischio di sviluppare il diabete

Un team di ricercatori dell'Università di Harvard ha condotto uno studio in cui è stato dimostrato che l'assunzione di patatine fritte può incidere sulla comparsa del diabete: la causa però non riguarda l'alimento in sé ma il suo metodo di cottura.

A cura di Arianna Ramaglia
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A volte l'amore fa male, anche se riguarda le patatine fritte, e da un nuovo studio americano arriva la notizia che forse non avremmo mai voluto leggere: è stato dimostrato che il consumo di patatine fritte, tre volte alla settimana, aumenta del 20% la possibilità di sviluppare il diabete di tipo 2. Se però sei un amante delle patate (e chi non lo è?) non disperare, perché qualche buona notizia c'è.

I risultati dello studio

La ricerca, pubblicata sulla rivista BMJ, ha preso in esame circa 40 anni di dati riportati da 250.000 infermieri e operatori sanitari sulle abitudini alimentari dei pazienti. I risultati, analizzati da un team dell'Università di Harvard e guidato dall’esperto di salute pubblica Seyed Mohammad Mousavi, hanno dimostrato un incremento della comparsa del diabete di tipo 2 nei soggetti che inserivano nella propria alimentazione tre porzioni di patatine fritte alla settimana – dove per porzione si intendono circa 110-170 gr. Nello studio si legge che "l'elevato contenuto di amido delle patate, che porta a un indice e carico glicemico elevati, combinato con la possibile perdita di nutrienti e i possibili rischi per la salute derivanti da vari metodi di cottura, potrebbe contribuire a conseguenze negative sulla salute".

Non tutto è perduto

Nonostante non sia la notizia più bella che potessimo ricevere, non è tutto così brutto come sembra: secondo gli esperti infatti non è la patata in sé ad aumentare il rischio, ma il modo in cui viene cotta. Solitamente le patate vengono fritte in oli che possono contenere grassi trans e saturi e il modo in cui il nostro organismo metabolizza questi elementi, può portare a una resistenza all'insulina, ossia quando le nostre cellule non riescono a rispondere correttamente all'ormone che aiuta la regolazione della glicemia. Questo vuol dire che, come affermato anche nello studio, le patate, se consumate in altri modi, ad esempio bollite, schiacciate o al forno, non provocano lo stesso rischio: i ricercatori hanno dimostrato che nelle persone che consumavano patate cucinate in uno di questi tre modi, il rischio di diabete di tipo 2 aumentava soltanto dell'1%.

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Sembra quasi pleonastico dirlo perché un po' lo immaginiamo, ma il team di esperti ha suggerito di sostituire le patate con i cereali integrali, riducendo così il rischio del diabete di tipo 2. In ogni caso comunque, questo studio non vuole totalmente demonizzare le patate ed evitare il loro totale consumo: basta soltanto mangiarle con moderazione e soprattutto prediligere metodi di cottura differenti. Come riportato dal Guardian, il dottor Kawther Hashem, docente di nutrizione per la salute pubblica presso la Queen Mary University di Londra, ha affermato che la ricerca "rafforza il semplice messaggio: godetevi le patate, ma non affidatevi alle patatine fritte come opzione di riferimento. E, quando possibile, provate a sostituirle con cereali integrali come riso integrale, bulgur, pasta integrale o persino patate dolci con la buccia, che sono più salutari e proteggono la salute a lungo termine".

E se invece le cuciniamo nella friggitrice ad aria? La risposta arriva direttamente da Mousavi che afferma: "Sebbene non abbiamo confrontato direttamente la frittura ad aria, probabilmente presenta un rischio inferiore rispetto alla frittura tradizionale, ma sono necessari ulteriori studi".

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