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La pasta fa bene non solo al fisico ma anche all'umore: quello che molti italiani sospettavano da tempo ora trova conferma scientifica. Uno studio condotto dall’Università Cattolica del Sacro Cuore in collaborazione con il Gruppo Barilla ha rivelato un legame concreto tra il consumo di pasta e il benessere emotivo. Pubblicata sulla rivista Food Science & Nutrition, la ricerca mostra come un alimento così semplice e tradizionale possa influenzare positivamente l’umore, ridurre lo stress e persino favorire la qualità della vita.
Ma cosa rende davvero speciale un piatto di pasta? Non si tratta solo di carboidrati e calorie, ma di ricordi, legami affettivi, riti familiari. La pasta è spesso il simbolo di casa, di condivisione e di cura: elementi che, insieme, giocano un ruolo chiave nel promuovere la felicità. In un’epoca in cui il comfort food viene spesso guardato con sospetto, questa scoperta riabilita un’icona della cucina italiana, dimostrando che, se consumata con equilibrio, la pasta può diventare un vero alleato della salute mentale.
Mangiare pasta migliora il benessere emotivo
Il cuore dello studio ruota attorno a un dato sorprendente: le persone che consumano pasta almeno tre volte a settimana riferiscono livelli più alti di felicità e benessere psicologico, oltre a una riduzione dello stress. Questo effetto positivo non sembra essere legato solo agli aspetti nutrizionali, ma anche al valore culturale e affettivo che il piatto ricopre nella vita quotidiana degli italiani.
Tra i partecipanti allo studio, il 41% ha dichiarato di associare la pasta a momenti familiari, il 21% a emozioni positive, e il 10% a una sensazione di piacere e gratificazione. La pasta, dunque, non è solo cibo: è memoria, condivisione, casa. Un piatto di pasta evoca spesso momenti sereni, pranzi della domenica, convivialità. Questo legame affettivo rafforza il suo effetto benefico sull’umore.
Dal punto di vista scientifico, la spiegazione ha basi solide: il consumo di carboidrati complessi, come quelli contenuti nella pasta, stimola la produzione di serotonina, il neurotrasmettitore noto come “ormone della felicità”. La serotonina gioca un ruolo fondamentale nella regolazione dell’umore, del sonno e dell’appetito.

Più benefici se condivisa
Un altro aspetto interessante emerso dallo studio è che mangiare pasta in compagnia potenzia ancora di più i suoi effetti positivi. La socialità del pasto – soprattutto quando condiviso con persone care – genera un impatto psicologico maggiore rispetto ad altri alimenti, come riso, pane o pizza. Non è solo questione di gusto, ma di emozioni condivise.
La ricerca dell’Università Cattolica, guidata dal professor Francesco Pagnini e condotta su un campione di oltre 1.500 adulti italiani, sottolinea il valore culturale e psicologico della pasta. Nonostante i luoghi comuni legati alla dieta, lo studio dimostra che la pasta – se consumata con equilibrio – può diventare una vera alleata della salute mentale.