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11 Gennaio 2023 11:00

La leggenda della “Madonna dei mandarini”, la (non ufficiale) patrona dei ladri

La (non ufficiale) patrona dei ladri: una leggenda medievale diventata poi poesia. Citata da Papa Francesco in persona qualche anno fa: vediamo di che si tratta.

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Anche i ladri hanno i santi patroni, anche più d'uno a dir la verità: ci sono San Teodoro e San Dismas ma c'è perfino una Madonna che protegge i malfattori, la Madonna dei mandarini. Questa figura non è ufficialmente riconosciuta dalla Chiesa cattolica ma fa parte di una leggenda antichissima di tutto il Mezzogiorno d'Italia che ha trovato forma scritta in una poesia di Ferdinando Russo di inizio Novecento. La leggenda risalirebbe al Medioevo ma non ci sono forme scritte se non nell'opera di Russo. Vediamo di che si tratta e cosa c'entrano proprio i mandarini con la più importante figura femminile del Cattolicesimo.

La leggenda della Madonna dei Mandarini

Protagonista dell'antica leggenda non è la Vergine Maria ma un angioletto un po' dispettoso. Dio ordina a San Pietro di punirlo, lasciandolo a pane e acqua, e nonostante le rimostranze dell'apostolo il piccolo angelo viene rinchiuso in una cella. In piena notte il "malfattore" riceve la visita della Madonna che gli porta dei mandarini per rifocillarlo. Secondo questa leggenda la mamma di Gesù farebbe questo tipo di "lavoro" per tutti i ladri che vanno al cospetto di Pietro, alle porte del Paradiso: li aiuta a nascondersi dal giudizio del predicatore per poi riaprire i cancelli e far entrare tutti nelle grazie del Signore (che essendo onnisciente tutto sa, ma chiude un occhio perché perdona i suoi figli).

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In questa storia la Madonna non è la protagonista e non è una ladra ma si immedesima e li protegge, proprio come farebbe una mamma col figlio. Sia nella leggenda sia nella poesia di Russo, la figura di Maria è completamente opposta a quella di Dio (in questo racconto molto simile a quello che leggiamo nell'Antico Testamento): un padre severo e una madre indulgente che perdona il proprio figlio scostumato.

La posizione della Chiesa su questa leggenda

Può sembrar incredibile ma di questa storia la Chiesa non ne fa mai parola. Il primo a inserire la figura della Madonna dei mandarini nella "liturgia" cattolica è Papa Francesco. Bergoglio descrive questa figura della Vergine Maria ben due volte, prima nel "Discorso del Santo Padre Francesco ai partecipanti al XXVIII corso sul foro interno organizzato dalla Penitenzieria Apostolica", tenutosi il 17 marzo 2017, e poi in un libro intervista con padre Awi Mello dell'anno successivo.

Nel discorso del seminario Papa Francesco cita passo dopo passo questa leggenda:

Sulla Madonna c’è una leggenda, una tradizione che mi hanno raccontato esiste nel Sud d’Italia: la Madonna dei mandarini.  È una terra dove ci sono tanti mandarini, non è vero? E dicono che sia la patrona dei ladri. Dicono che i ladri vanno a pregare là. E la leggenda – così raccontano – è che i ladri che pregano la Madonna dei mandarini, quando muoiono, c’è la fila davanti a Pietro che ha le chiavi, e apre e lascia passare uno, poi apre e lascia passare un altro; e la Madonna, quando vede uno di questi, gli fa segno di nascondersi; e poi, quando sono passati tutti, Pietro chiude e viene la notte e la Madonna dalla finestra lo chiama e lo fa entrare dalla finestra. È un racconto popolare, ma è tanto bello: perdonare con la Mamma accanto; perdonare con la Madre.

La Madonna dei mandarini non è dunque una figura "reale" del cattolicesimo ma lo è per tante persone che trovano conforto in questo racconto, accettato dal Pontefice in persona per il significato di profonda misericordia che trasmette.

La poesia di Ferdinando Russo sulla Madonna dei mandarini

Ferdinando Russo è uno dei più grandi poeti del Novecento. Personaggio dal forte carattere, per tutta la carriera ha intrapreso "faide" con i colleghi portando ad aspre discussioni perfino con insospettabili poeti: all'ordine del giorno i battibecchi con Salvatore Di Giacomo, Eduardo Scarpetta e Benedetto Croce; grande amico di Giosuè Carducci che spesso si è fatto in quattro per difenderlo dagli altri colleghi. Nonostante i litigi segnaliamo comunque l'assoluta stima che gli autori citati hanno l'un per l'altro: non a caso è proprio Salvatore Di Giacomo, il rivale di una vita, a scrivere un commovente necrologio sui quotidiani dell'epoca.

Tra le opere più enigmatiche di Ferdinando Russo c'è proprio ‘A Madonna d’ ‘e mandarine, una poesia dialogata che mette "in scena" la leggenda sopracitata:

Quanno ncielo n’angiulillo
nun fa chello c’ha da fà,
‘o Signore int’a na cella
scura scura ‘o fa nzerrà.

Po’ se vota a n’ato e dice:
– Fa venì San Pietro ccà!
E San Pietro cumparisce:
– Neh, Signò, che nuvità?

– Dint’ ‘a cella scura scura
n’angiulillo sta nzerrato:
miettammillo a pane e acqua
pecche ha fatto nu peccato!

E San Pietro acala ‘a capa
e risponne: – Sissignore!
Dice Dio: – Ma statt’attiento
ch’ha da stà vintiquatt’ore!

L ‘angiulillo, da llà dinto,
fa sentì tanta lamiente….
– Meh, Signò, dice San Pietro,
pè sta vota… nun fa niente.

– Nonzignore! Accussì voglio!
Statte zitto! Dice Dio;
si no ognuno se ne piglia!
‘N Paraviso cumann ‘io!

E San Pietro avota ‘e spalle.
Da la cella scura scura
l’angiulillo chiagne e sbatte,
dice ‘e metterse paura!

Ma ‘a Madonna, quanno ognuno
sta durmenno a suonne chine,
annascuso ‘e tuttequante
va e lle porta ‘e mandarine.

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