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Lo chef Emin Haziri, del ristorante Procaccini di Milano, lo ha rifatto. Dopo la carbonara più cara d'Italia, arriva (forse) la bruschetta più costosa. Amante delle provocazioni, nel suo menu Haziri ha inserito una bruschetta dalla "modica" cifra di 28 euro e, sulla questione, come spesso capita, c'è stato chi ha considerato questa portata come un colpo di genio o chi l'ha attaccata descrivendola come esagerazione.
Una bruschetta che diventa alta cucina
Come spesso gli capita, lo chef Emin Haziri ha voluto sfidare il popolo social rivisitando un piatto economico, icona dello street food e che sprizza italianità da tutti i pori: la bruschetta al pomodoro. Il prezzo consigliato è quello di 28 euro e, tra lamentele e critiche, attraverso il suo profilo Instagram lo chef ha fatto capire perché fosse così costosa. Qui si parla di un viaggio tra ingredienti di eccellenza, estetica e grande tecnica. In sostanza se normalmente la bruschetta viene servita tra gli antipasti, per lo chef del Procaccini non lo è più e adesso scopriamo il motivo.

Cinque consistenze del pomodoro con il cuore del piatto che è un pane di cristallo, cotto per tre ore e mezza, realizzato con lievitazioni lunghe e particolari e ingredienti vegani e gluten free. Croccante e quasi trasparente, è leggerissimo e friabile ed è stato studiato per esaltare ogni topping. Adesso tocca al pomodoro che è stato lavorato per tipologie e consistenze diventando l'indiscusso protagonista del piatto. In questo caso viene lavorato in modi diversi che trasformano ciò che sembra semplice in complessità. Salsa di datterini fresca e vellutata; concentrato in quenelle che prende un gusto intenso anche grazie all'olio al basilico; pomodoro ramato sotto sale; datterino confit dolce e aromatico e una riduzione liquida che richiama un Bloody Mary. Ogni elemento è disposto per accompagnare il cliente in un assaggio ragionato, dove nulla è casuale.
Dopo la carbonara di 70 euro realizzata con caviale, è evidente che una delle inclinazioni dello chef del Procaccini (che ha studiato da maestri come Cracco e Cannavacciuolo), sia rivisitare piatti cari alla tradizione italiana. Nonostante a primo impatto vengano considerati come gesti "arroganti", la verità è che il prezzo è legato alla qualità delle materie prime e al lavoro di ricerca prima di inserirlo nel menu. La bruschetta di Procaccini Milano non è un semplice antipasto: è un manifesto culinario, l’ennesima provocazione di uno chef che non teme di far discutere.