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Ti sei mai fermato a pensare cosa c'è dietro al piatto che mangi spesso? Prendiamo come esempio del riso e non parliamo solo di calorie, nutrienti, e via dicendo ma della storia che porta con sé. Da dove proviene, quale terra lo ha nutrito, quali mani lo hanno raccolto e quanto tempo è servito affinché arrivasse a te. Ecco qui non si tratta solo di un pensiero romantico da riservare solo a occasioni speciali ma a un'educazione quotidiana che è chiamata educazione alimentare. Diventata addirittura una materia, nelle scuole giapponesi si studia sin dalle elementari. Lì i bambini imparano a coltivare un orto, a cucinare insieme, a sviluppare rispetto per i pasti o a ringraziare per il cibo che si ha nel piatto prima di mangiarlo.
Valori che vanno oltre la nutrizione
In questo articolo parliamo di una disciplina che è diventata una materia da insegnare ai più piccoli nelle scuole giapponesi: educazione alimentare. Là non si tratta solo di istruire i bambini alla piramide alimentare o alle solite regole su zuccheri e grassi (che sono comunque importanti), ma i ragazzini vengono messi dinanzi alla realtà concreta del cibo. Lo sporcarsi le mani nella terra, l'aspettare del tempo per veder crescere la verdura, il cucinare in classe e servire i compagni: qui tutto diventa una pedagogia che lega indissolubilmente nutrizione e gratitudine, salute e ambiente, corpo e mente. Un approccio che trasforma il mangiare da semplice gesto quotidiano a cultura viva e responsabilità verso un futuro migliore e più consapevole.
Paesi a confronto
E se anche in Italia seguissimo il modello giapponese? Probabilmente sarebbero tantissimi i genitori favorevoli. Se guardiamo a casa nostra la differenza purtroppo è evidente. In Italia abbiamo reso bandiera nazionale la nostra cucina, non c'è un italiano che non ne sia orgoglioso. Spesso, però, ci limitiamo a celebrare solamente le ricette della nonna, le eccellenze regionali senza chiederci come educare i bambini a tutto quel patrimonio gastronomico.

Nei programmi scolastici italiani, l'alimentazione viene affrontata in modo marginale, quasi tecnico e solo raramente diventa esperienza. In Giappone e nei paesi asiatici in generale, il cibo è insegnato come parte integrante della crescita personale. Coltivare l'orto non è un progetto extra o un hobby ma parte del quotidiano.
Eppure se ci pensassimo, noi italiani avremo tutto da guadagnare da un approccio simile. La tradizione agricola di questo Paese affonda le radici nei secoli e la posizione geografica permette la crescita di una materia prima eccezionale che permea la nostra identità culturale. Ma tutto questo forse probabilmente viene trasmesso troppo poco ai bambini che poi, una volta adolescenti, considerano quasi ogni cosa (dal punto di vista gastronomico) come scontata o dovuta.

A questo punto la domanda viene semplice: perché non prendere esempio dal Giappone e trasformare l'educazione alimentare in una vera e propria materia scolastica anche in Italia? Non solo per insegnare a mangiare sano, ma per costruire cittadini che in futuro saranno consapevoli del valore del cibo, capaci di rispettarlo e di rispettare chi lo produce. Sarebbe un modo per difendere la nostra salute, il nostro ambiente e la nostra tradizione perché, alla fine, il cibo non è mai solo cibo.