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26 Giugno 2025
18:00

il dilemma della mancia “obbligatoria”: cosa succede se il cameriere ti chiede l’extra

Mancia obbligatoria in Italia? No, è illegale. La mancia è un gesto volontario e spontaneo. Attenzione a "coperto" o "servizio" che devono essere voci chiaramente esplicitate sul menu. Diverse le regole tra Italia, USA, Giappone e Regno Unito.

A cura di Enrico Esente
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Quante volte dopo un'ottima cena al ristorante condita da un servizio impeccabile ci siamo fatti attanagliare da quel dubbio amletico relativo alla mancia. "La lascio o non la lascio" o "quanti soldi sarebbe opportuno lasciare?". E ancora, quante volte abbiamo pensato, forse anche un po' in mala fede, che in realtà la mancia non si dovesse lasciare perché "alla fine è compresa nel coperto". Insomma la questione delle mance è un vero e proprio labirinto di tradizioni, aspettative e leggende metropolitane. Un concetto che cambia da paese a paese e che merita un approfondimento che ti permetta di scoprire la verità partendo dal grande quesito: in Italia la mancia è obbligatoria? In questo articolo ci soffermeremo su un gesto antico quanto il commercio ma che nel nostro Paese assume contorni spesso ambigui.

Mancia obbligatoria in Italia: è legale?

Per fare un po' di chiarezza bisogna appellarsi a ciò che dice la legge e al pensiero di diversi giuristi che nel corso del tempo si sono espressi sul caso. Innanzitutto bisogna specificare che in Italia richiedere obbligatoriamente la mancia non è assolutamente legale ma anzi, in caso contrario, si andrebbe contro ai principi del consumatore citati dalla legge. Ciò che invece è consono (quindi altrettanto legale) è pagare il coperto o richiedere una percentuale extra per il servizio. In sostanza il coperto è un costo fisso che un commensale paga indipendentemente da ciò che consuma. Basta solo sedersi al tavolo e automaticamente il costo sarà compreso per quella persona. Si tratta di una spesa che va a "coprire" pane, posate, tovaglioli, bicchieri e, più in generale, l'allestimento della tavola. Ovviamente per farlo diventare legale, nel menu, deve essere esplicitato in quanto il cliente deve sapere quanto andrà a spendere una volta accomodatosi. Una cifra che non pagherà se invece sceglierà di consumare al banco o di portare a casa il cibo.

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Un altro costo aggiuntivo che è possibile mettere sul conto del ristorante corrisponde al servizio. Ti sarà sicuramente capitato che, una volta ricevuto lo scontrino, alla fine hai trovato una percentuale destinata proprio a questo e, così come il coperto, deve essere preventivamente indicato nel menu. Sostanzialmente va a remunerare il servizio e non è considerato una mancia seppur sono in tante le persone che le confondono. La regola importante è, come abbiamo già esplicitato, che deve esserci trasparenza sia riguardo i costi del servizio che del coperto. Qualora non venissero indicati, il consumatore ha tutta la facoltà di contestare l'addebito.

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Come anticipato, non esiste una legge specifica che regola la mancia in Italia, proprio perché la sua natura è spontanea e volontaria. Tuttavia, le norme che indirettamente toccano la questione e su cui gli avvocati si basano per tutelare i consumatori sono principalmente quelle relative alla trasparenza dei prezzi e alla tutela del consumatore. Nel nostro Paese esiste il Codice del Consumo (d.lgs.206/2005) che è un pilastro per la tutela dei diritti dei consumatori. Qui vi sono gli articoli relativi alla trasparenza delle informazioni o alle pratiche commerciali scorrette. Un esercente che non indica chiaramente nel menu o nel listino prezzi l'eventuale coperto o costo del servizio, o che tenta di imporre una "mancia obbligatoria", viola questi principi.

Mance Italia vs Usa, Giappone e Regno Unito

Se fino a questo momento abbiamo raccontato che le mance obbligatorie in Italia sono sostanzialmente illegali ma fanno parte di un gesto di bontà del cliente, in altri paesi la storia cambia. Se ci spostassimo oltreoceano, per esempio negli Stati Uniti, noteremo che la cosiddetta "tip", mancia in inglese, è in realtà una parte essenziale dello stipendio di molti lavoratori del settore dei servizi (camerieri, baristi, tassisti, parrucchieri). Solitamente è una prassi comune, incarnata nella società americana, di lasciare una mancia che varia dal 15 al 25% del conto (spesso anche di più nel caso di un servizio eccezionale). Non lasciare la mancia o lasciarne una troppo bassa è sostanzialmente considerato un gesto scortese e di maleducazione e, oltretutto, è un segnale che il servizio è stato poco gradito.

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Anche nel Regno Unito vige più o meno questo concetto ma la situazione è leggermente più "rilassata" a rispetto all'America. La mancia è apprezzata ma non è obbligatoria come negli Stati Uniti. Molti ristoranti spesso aggiungono un "service charge" corrispondente al 10/12% del conto. Se questa voce è presente non c'è bisogno di lasciare un'ulteriore mancia e, qualora non ci fosse, lasciare un 10% per un buon servizio è comunque considerato un gesto volontario. 

E se invece andassimo in Giappone? Ovviamente in un Paese come quello nipponico, famoso per le sue contrapposizioni, anche il concetto di mancia si differenzia da quello globale. Qui lasciarla ai camerieri dopo un ottimo servizio è considerato un gesto maleducato e può essere addirittura interpretato come un insulto. Il servizio eccellente è parte integrante della cultura giapponese e non richiede una remunerazione aggiuntiva. Quindi, se dovessi trascorrere le vacanze a Tokyo e dintorni, ricordati di non lasciare assolutamente nemmeno un centesimo di mancia. Non sarebbe difficile che potrebbero inseguirti fino all'esterno del locale per restituirteli pensando che tu li abbia dimenticati.

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A cura di
Enrico Esente
Giornalista professionista spinto da una grande passione per la cultura gastronomica giapponese che mi ha portato ad avvicinarmi a questo mestiere. Nel tempo, ho orientato il mio percorso verso il mondo dell’enogastronomia, seguendo un amore autentico per il buon cibo e la scoperta di sapori e abbinamenti inediti. Amo raccontare piccoli aneddoti legati alle abitudini alimentari di culture diverse, perché credo che il vero viaggio culturale inizi proprio a tavola.
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