
Checché se ne dica, i nordici sono sempre un passo avanti nella sperimentazione in cucina: la nascita del movimento della New Nordic Kitchen ha cambiato l'intero panorama gastronomico mondiale, con l'idea di trasformare prodotti non commestibili in piatti unici, sfruttando ciò che la fredda terra nordica aveva da offrire. E questa volta non parliamo solo di terra, ma anche di aria: Rasmus Munk sta cercando di trasformare l'anidride carbonica in cibo. E potrebbe riuscirci entro i prossimi due anni.
"Si tratta di cambiare il modo in cui nutriamo il mondo": in cosa consiste il progetto
Un roba un po' futuristica degna di un vero film di fantascienza, in cui lo zucchero utilizzato nei processi di fermentazione verrà sostituito dall'acetato derivato dalla CO2: è questa la nuova idea portata avanti dallo chef danese Rasmus Munk, proprietario del ristorante Alchemist di Copenaghen, attraverso il suo centro di innovazione alimentare Spora che dà avvio al suo secondo progetto chiamato Acetate Consortium. Nonostante possa sembrare realmente fantascienza, il concetto è abbastanza semplice (almeno da capire): eliminare gli zuccheri dalla fermentazione e introdurre l'acetato derivante dall'anidride carbonica, in modo che i ricercatori possano nutrire dei microrganismi che, a loro volta, produrranno proteine.

L'obiettivo è straordinario: si potrebbe arrivare a sfamare circa un miliardo di persone all'anno, riuscendo a ridurre in modo significativo l'impatto che la produzione di alcuni alimenti ha sul pianeta. "Questo progetto non riguarda solo la scienza. Si tratta di cambiare il modo in cui nutriamo il mondo e di garantire che il cibo del futuro sia sostenibile, accessibile e irresistibilmente buono": una visione, quindi, molto più ampia, secondo lo chef dell'Alchemist di Copenaghen.
Proprio due piccioni con una fava, insomma: e per riuscirci, Munk e il suo centro sono stati affiancati da due delle più importanti associazioni filantropiche, la Novo Nordisk Foundation e la Bill & Melinda Gates Foundation – sì, proprio il Bill Gates che conosciamo noi insieme alla sua consorte -, con un investimento complessivo di 21,7 milioni di euro.
Sostenibile, ma gustoso
Già creare del cibo che possa ridurre il nostro impatto sulla terra è un'ambizione grandissima, ma si sa, se devi sognare, fallo sempre in grande: l'obiettivo di Spora non è solo quello di realizzare piatti che siano commestibili, ma che siano apprezzati anche dal nostro palato. "Stiamo affrontando una crisi alimentare e climatica globale e abbiamo bisogno di soluzioni radicali per nutrire una popolazione in crescita in modo sostenibile. Questa tecnologia ha il potenziale per rimodellare il modo in cui produciamo il cibo, e il nostro ruolo è garantire che non si limiti a nutrire, ma che le persone vogliano effettivamente mangiarlo" ha affermato lo stesso Munk. Per fare ciò, saranno coinvolti chef e persone da tutto il mondo, per creare dei piatti che siano in linea con i gusti regionali, studiando quindi culture e tradizioni gastronomiche locali: come ha dichiarato Matte Johnsen, CEO di Spora, l’obiettivo è quello di creare "alimenti quotidiani ricchi di proteine, con un basso impatto ambientale e un ampio appeal, soprattutto per le famiglie delle comunità che ne hanno più bisogno".