
La tequila non è una novità nella mixology contemporanea, ma la sua attuale centralità nei menu dei migliori cocktail bar del mondo racconta una storia di rinascita e riscoperta. Per decenni, questo distillato messicano è stato confinato nell’immaginario collettivo a un consumo superficiale — quello degli shot veloci accompagnati da sale e lime — e associato a prodotti industriali di scarsa qualità. Ma dietro l’etichetta “tequila” si cela un patrimonio culturale, agricolo e artigianale tra i più affascinanti dell’America Latina.
A partire dagli anni ’90 e nei primi 2000, una nuova generazione di bartender e appassionati statunitensi ha iniziato a guardare alla tequila con occhi diversi. Complice l’ascesa della cocktail culture e un crescente interesse per i distillati d’origine controllata, la tequila è tornata a essere protagonista: non più solo come base alcolica, ma come espressione di un territorio, di una pianta – l’agave azul – e di un processo produttivo profondamente legato alla tradizione.
Questa rivalutazione è passata anche attraverso un lento ma deciso superamento dei vecchi pregiudizi. I produttori artigianali, sostenuti dal Consejo Regulador del Tequila (CRT), hanno contribuito a diffondere una nuova consapevolezza: la tequila può essere un distillato complesso, elegante, degno di degustazione pura come un grande whisky o cognac.
Oggi, varietà come Blanco, Reposado e Añejo offrono ai bartender una gamma di profili aromatici capaci di reinterpretare cocktail classici o di ispirarne di nuovi. La tequila, dunque, non è soltanto un ingrediente: è un simbolo di rinascita culturale, un ponte tra le radici rurali del Messico e la creatività globale dei bar contemporanei.
9 drink a base di tequila assolutamente da provare
La tequila vive dunque una nuova fase di crescita e creatività, grazie alla sua versatilità e al desiderio di autenticità che guida le scelte di bartender e appassionati. Dai twist moderni alle ricette tradizionali, oggi ti presentiamo una selezione di drink che raccontano il carattere unico di questo distillato.
1. Il Margarita: il grande classico che ha conquistato il mondo

Il Margarita è senza dubbio il cocktail a base di tequila più iconico e diffuso al mondo: la sua ricetta classica prevede tequila, triple sec (solitamente Cointreau) e succo di lime fresco, serviti in un bicchiere bordato immancabilmente di sale. Nato probabilmente tra Messico e Stati Uniti negli anni ’30 o ’40, il Margarita è diventato un simbolo dell’estate e della convivialità. La sua forza sta nella semplicità: l’equilibrio tra dolcezza, acidità e alcol crea un profilo fresco e diretto, perfetto per ogni occasione. Da provare anche nelle sue varianti frozen o aromatizzate con frutta di stagione.
2. Paloma: freschezza agrumata che conquista al primo sorso

Meno conosciuto del Margarita fuori dal Messico, ma amatissimo nel suo paese d’origine, il Paloma è un cocktail dissetante e leggero, perfetto per l’estate. La ricetta tradizionale prevede tequila, succo di lime e soda al pompelmo, serviti con ghiaccio in un bicchiere alto. Il bordo può essere salato, come nel Margarita, per esaltare la freschezza degli agrumi. Alcuni bartender preferiscono usare succo di pompelmo fresco e un tocco di sciroppo d’agave per un risultato più naturale e bilanciato. È il drink ideale per chi cerca un’alternativa meno alcolica ma altrettanto caratteristica.
3. Batanga: semplicità e carattere in tinta messicana

Il Batanga è un cocktail semplice ma ricco di personalità, nato negli anni ’60 nel leggendario bar La Capilla, per mano di Don Javier Delgado Corona. La ricetta prevede tequila, Coca-Cola, succo di lime e un bordo di sale, serviti in un bicchiere alto con abbondante ghiaccio. La particolarità? Tradizione vuole che il drink venga mescolato con un coltello, lo stesso usato per tagliare il lime. Il Batanga è un esempio perfetto di come pochi ingredienti possano raccontare un territorio: la dolcezza della cola, l’acidità del lime e la forza della tequila si fondono in un mix popolare, autentico e sorprendentemente equilibrato.
4. Long Island Ice Tea: il cocktail potente che sfida le regole

Il Long Island Ice Tea è uno dei cocktail più discussi e amati della mixology internazionale. Nato negli anni ’70 negli Stati Uniti, è famoso per la sua intensità alcolica e il gusto sorprendentemente equilibrato. La ricetta classica prevede vodka, gin, rum bianco, triple sec, tequila, succo di limone e un top di cola, serviti in un bicchiere alto con ghiaccio. Nonostante il nome, non contiene tè: il colore e il profilo aromatico ricordano una classica bevanda fredda, con una gradazione decisamente più elevata. La presenza della tequila, seppur in piccola quantità, contribuisce a dare profondità e carattere al mix. È un cocktail da consumare con consapevolezza, perfetto per serate tra amici o contesti comunque molto informali.
5. Il Siesta: un equilibrio moderno tra tequila e bitter

Creato da Katie Stipe nei primi anni 2000 a New York, il Siesta è un cocktail che unisce tequila, Campari, succo di lime, succo di pompelmo fresco e un tocco di zucchero semplice. Spesso semplificato o addolcito nelle versioni divulgative, merita di essere riscoperto nella sua formula originale, dove l’amaro del Campari e l’acidità del pompelmo creano un profilo elegante e sorprendente. Ottimo come aperitivo, si abbina a tapas, crudi di pesce e piatti dal gusto deciso.
6. Tequila Old Fashioned: un twist contemporaneo per palati maturi

Non si tratta di un cocktail storico né di una tradizione messicana, ma di una variazione moderna sul celebre Old Fashioned. La tequila reposado – ovvero invecchiata, da due mesi a un anno – sostituisce il bourbon, accompagnata da bitter e sciroppo d’agave. Il risultato è un drink strutturato, da meditazione, perfetto per chi ama i sapori secchi e tostati. È considerato un "modern classic" grazie alla popolarità guadagnata nei cocktail bar contemporanei. Da provare con cioccolato fondente, formaggi stagionati o dessert speziati.
7. El Diablo: il cocktail popolare che racconta il Messico

Creato da Victor “Trader Vic” Bergeron negli anni ’40–50, El Diablo è uno dei pochi cocktail tiki a base di tequila, in un’epoca dominata da rum e decorazioni esotiche. Ma cosa significa cultura Tiki? La cultura Tiki è nata negli Stati Uniti tra gli anni ’30 e ’50 come movimento di evasione ispirato all’immaginario polinesiano, ai locali decorati con idoli, fiori, tessuti e arredi esotici. Cocktail vistosi e ambienti festosi, popolati da camicie hawaiane e bicchieri stravaganti, hanno reso la Tiki culture un simbolo di convivialità e sogno tropicale, un modo per “viaggiare” senza uscire dal bar. I Tiki bar sono diventati così luoghi dove la fantasia si mescolava al gusto, tra fiamme, frutta e allegria.
La ricetta originale di El Diablo, riportata anche da David Wondrich, prevede tequila, crème de cassis, succo di lime e ginger beer, serviti su ghiaccio in un highball. Il risultato è un drink fruttato, balsamico e leggermente piccante; Difford’s Guide lo considera “una gemma vintage che mostra la versatilità della tequila anche in contesti esotici”. Da gustare con carni affumicate, dessert al cioccolato o piatti speziati.
8. Cantarito: il cocktail autentico delle feste messicane

Il Cantarito è un cocktail tradizionale messicano, spesso considerato più autentico del Paloma. A base di tequila, succo di lime, succo d’arancia, succo di pompelmo fresco e soda, viene servito in bicchieri di terracotta durante le feste popolari. Mentre il Paloma ha guadagnato popolarità soprattutto in contesti internazionali, il Cantarito resta profondamente legato alle tradizioni locali, preparato con frutta fresca e servito nei mercati e nelle fiere. Secondo fonti locali citate da Imbibe!, è “il vero drink da strada, preparato con orgoglio e convivialità”.
9. Tequila Sour: una variazione internazionale sul tema “sour”

Il Tequila Sour è un adattamento moderno del modello sour, applicato alla tequila. La ricetta classica prevede tequila, succo di lime o limone, zucchero e albume, per una texture vellutata e un gusto bilanciato. Non è un cocktail messicano tradizionale, ma una variazione internazionale che si ispira a drink come il Whisky Sour o il Pisco Sour. Ideale come pre-dinner, si abbina a finger food, tartare o crostini dal gusto delicato.