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17 Settembre 2025 15:00

Hyperdecanting: frullare il vino può essere utile?

L’hyperdecanting divide gli esperti: scopri come funziona questa tecnica di ossigenazione del vino, quali sono i presunti effetti e gli effettivi risultati.

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Nel mondo del vino è risaputo che la decantazione aiuta a far emergere il profilo aromatico di bottiglie rimaste chiuse a lungo in cantina. Questa tecnica consiste nel versare il vino in un contenitore apposito, il decanter, e lasciarlo riposare per qualche ora prima di servirlo.

Questo processo favorisce il contatto con l’ossigeno, che gioca un ruolo chiave nel liberare le molecole responsabili degli aromi, svelando il bouquet e il carattere del vino.

Sulla scia della decantazione, si sta facendo strada un’altra peculiare tecnica di ossigenazione, che sta facendo storcere il naso a esperti e appassionati: stiamo parlando della decantazione portata all’estremo, ovvero dell’hyperdecanting.

Che cos'è l'hyperdecanting e a cosa serve?

L’idea è stata lanciata da Nathan Myhrvold, ex CTO di Microsoft e co-autore di Modernist Cuisine, una sorta di enciclopedia di cucina futuristica. Il principio è semplice: se l’ossigenazione aiuta il vino ad aprirsi e mostrare il suo carattere, perché non accelerare il processo usando un frullatore? Questo strumento, infatti, massimizza il contatto tra vino e aria, portando la decantazione a un livello estremo.

Il procedimento è altrettanto semplice e prevede che la bottiglia venga aperta, versata all’interno del frullatore e poi frullata per 30-60 secondi. Una volta svanita la schiuma, il vino è pronto per essere servito.

Specifichiamo che l’hyperdecanting è una tecnica riservata ai vini rossi: i bianchi e gli spumanti, per la loro struttura più delicata, non si prestano in nessun caso a questo tipo di ossigenazione estrema.

A questo punto ti starai giustamente chiedendo se l’hyperdecanting sia effettivamente utile per esaltare il profilo del vino o se non si tratti solo dell’ennesimo gancio per video virali su Tik Tok.

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Quali effetti ha l’hyperdecanting?

I principali, presunti, effetti dell’hyperdecanting sarebbero i seguenti:

  • Ammorbidire i tannini: i tannini sono quei composti naturali responsabili della tipica sensazione di astringenza in bocca. Nei vini giovani o poco affinati, possono risultare ruvidi o aggressivi. L’hyperdecanting, aumentando drasticamente l’esposizione all’ossigeno, punterebbe a “domare” questi tannini, rendendo il vino più rotondo e meno spigoloso al palato.
  • Esaltare il bouquet aromatico del vino: l’ossigenazione intensa e rapida punta a liberare più velocemente le molecole aromatiche, rendendo il vino più espressivo già nei primi minuti seguenti l’apertura della bottiglia.
  • Rendere più piacevoli i vini economici o di fascia media: alcuni vini più economici e commerciali possono risultare piatti, squilibrati o troppo tannici. L’hyperdecanting dovrebbe dare loro una “spinta” in termini di piacevolezza, rendendoli più morbidi, profumati e pronti da bere, anche se non hanno grandi pretese enologiche.

È bene tuttavia ricordare che l’ossigenazione non può trasformare un vino mediocre in un grande vino. Può solo aiutare a esprimere meglio le caratteristiche che già possiede. Per questo, l’idea che l’hyperdecanting “migliori” i rossi economici va decisamente presa con le pinze.

Funziona davvero l’hyperdecanting?

È innegabile che l’hyperdecanting abbia suscitato curiosità e scetticismo nel mondo del vino. Diversi appassionati, sommelier e critici lo hanno messo alla prova, spesso con risultati sorprendenti, ma non sempre positivi.

Alcuni degustatori hanno notato che il vino frullato sprigiona aromi più vivaci e immediati, come se il bouquet fosse “amplificato”. Tuttavia, questa intensità può risultare scomposta, con note che emergono in modo troppo aggressivo o disordinato, perdendo la finezza che si ottiene con una decantazione più lenta e naturale.

Il vino è caratterizzato da un equilibrio delicato tra tannini, acidità, alcol e aromi. Un’ossigenazione troppo intensa può rompere questa armonia, rendendo il vino piatto, poco persistente e privo di profondità. 

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In alcuni casi, il frullatore accentua l’amaro e rende il vino più aggressivo, soprattutto se è già delicato o ha note vegetali marcate: l’agitazione violenta può esasperare queste caratteristiche, rendendo l’esperienza meno piacevole.

In definitiva, il vino è un piacere che merita tempo, attenzione e curiosità. La fretta lasciamola alla routine e al tran tran quotidiano: scegliamo di gustare ogni sorso con calma, lasciando che il vino si apra e si racconti con naturalezza.

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