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31 Maggio 2025 18:00

Gourmet e gourmand: qual è la differenza tra i due termini?

Due parole, entrambe prese dalla lingua francese: una deriva dall’altra ma non sono sinonimi. I termini gourmet e gourmand indicano qualcuno che ama mangiare bene, ma con una differenza di conoscenze gastronomiche alla base.

A cura di Arianna Ramaglia
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Al di là di ogni possibile inclinazione filosofica su quale sia la migliore cucina al mondo, bisogna dirlo: quando si parla di cultura gastronomica, la Francia è sempre in prima linea. E in questo caso non parliamo soltanto di tecniche, modi di cucinare o di trattare gli ingredienti: stiamo parlando anche di terminologia. Soufflé, menu, maître, sommelier, cocotte, entrée, quiche: sono solo alcuni dei termini che tutto il mondo ha preso in prestito dalla lingua francese. Ma sopra tutti ce ne sono due, forse tra i più conosciuti a livello planetario: parliamo di gourmet e gourmand. Uno deriva dall’altro e non possono essere usati come sinonimi, perché ognuno ha un loro specifico significato, seppure simile.

Gourmet

Abbiamo tutti sentito almeno una volta nella vita parlare di ristorante gourmet, chef gourmet o piatto gourmet: e tutto si riferisce sempre a un’idea di alta cucina. Ma forse non tutti sanno che non è sempre stato così: il termine gourmet deriva dalla fusione di due parole francesi, ossia groume, “garzone”, e gourmand, che vuol dire (spoiler) “goloso”, e che quindi potrebbe tradursi come “buongustaio”. Questa parola all’inizio serviva per indicare coloro che erano intenditori di vini, che sapevano riconoscere età e provenienza. Piano piano, il termine ha cominciato a estendersi indicando una persona che sa riconoscere la raffinatezza e la qualità. Si tratta quindi di un esperto conoscitore della cultura gastronomica, delle materie prime utilizzate, dei metodi di cottura, che sa apprezzare i diversi abbinamenti tra gli ingredienti e, in generale, chi cerca nel pasto non un semplice momento di ristoro, ma un’esperienza sensoriale a 360 gradi.

Il termine venne utilizzato inizialmente negli Stati Uniti dalla classe medio-alta per indicare una tipologia particolare, colta e raffinata di piatti che si distinguevano da quelli popolari. Da qui, quindi, nasce la distinzione tra i prodotti premium, quelli considerati appunto gourmet, da quelli più standard e più economici: stessa differenza che si può riscontrare anche nella classificazione dei locali in cui mangiare. Infatti non ci sarà mai un fast food che sarà definito gourmet, cosa che invece accade – anche abbastanza frequentemente – con i ristoranti.

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Gourmand

Il termine gourmand invece ha un significato un po’ meno sofisticato: sta a indicare infatti una persona ghiotta, golosa, qualcuno a cui piace mangiare, indipendentemente dalle proprie conoscenze. A differenza del precedente, si definisce gourmand quindi colui che ama il buon cibo e il buon vino, senza però avere particolari competenze gastronomiche: in passato comunque aveva un’accezione più negativa, indicando semplicemente qualcuno che era interessato più alla quantità che alla qualità di cibo.

Oggi il termine ha preso una strada diversa anche grazie all’introduzione della categoria Bib Gourmand da parte della famosissima Guida Michelin. I locali che vengono insigniti del premio Bib Gourmand sono quelli che possiedono un buon rapporto qualità-prezzo. La nota guida francese, come riportato dal loro sito, afferma che “ciò che accomuna i ristoranti Bib è il loro stile di cucina più semplice, facilmente riconoscibile e facile da consumare. Un ristorante Bib Gourmand ti lascerà anche un senso di soddisfazione, per aver mangiato decisamente bene a un prezzo ragionevole”. L’idea quindi di mangiar bene senza dover per forza spendere un capitale – a differenza dei ristoranti stellati o comunque del fine dining – e senza avere quel piglio da critico gastronomico che non sempre serve per apprezzare la buona cucina: e il senso del gourmand è tutto qui.

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