Il salame ungherese, pur essendo nato in Friuli, è stato esportato a Budapest nell'Ottocento. Diventato popolare grazie a un norcino friulano, oggi è un prodotto amato anche in Ungheria, dove è considerato tipico.
Siamo tutti a conoscenza che per quanto i salumi siano buoni, vanno mangiati con equilibrio. Tra questi ce n'è uno apprezzato da bambini e adulti ed è il salame ungherese. Dici la verità, sentendolo chiamare così hai sicuramente pensato che provenisse dall'Ungheria, ma in realtà è nato nel nostro Paese. Allora perché ha quel nome se non è originario di Budapest e dintorni? Preparati perché la storia di questo salume ti lascerà abbastanza sorpreso, un po' come quando scopri che il tuo piatto preferito ha un'origine completamente insospettabile.
Sì, hai proprio capito bene: nonostante il nome, il salame ungherese non nasce in Ungheria ma nelle verdi terre del Friuli e per scoprirne le sue origini bisogna fare un passo indietro e tornare alla prima metà dell'800, epoca in cui l'Italia unita come la conosciamo oggi ancora non esisteva. L'antico Friuli era in gran parte un territorio sotto il controllo dell'Impero Austro-Ungarico. Devi sapere che in quegli anni molti dei nostri connazionali, specialmente quelli provenienti dal Friuli, si spostavano a Budapest in cerca di lavoro. Tra questi c'erano anche i norcini, ossia dei macellai specializzati nel trattare la carne del maiale e ritenuti devi veri e propri artisti per quanto riguarda questa professione. Tra i migranti ce n'era uno in particolare conosciuto come Zio Giovanni (Barbe Nane) originario di Budoia (Pordenone) che intorno al 1850 trovò un impiego come muratore a Budapest dove portò con sé un'abitudine tutta friulana: preparare il salame in casa e mangiarlo durante le pause al lavoro.
Quel prodotto fece gola a tutti i colleghi ungheresi che lavoravano con lui e da lì a poco il passo fu breve: le richieste divennero tantissime, il passaparola fece diventare Zio Giovanni un uomo conosciuto in tutta la Capitale. A quel punto decise di abbandonare la sua professione da muratore e iniziare una nuova attività che riguardasse il salame che prima veniva prodotto artigianalmente e poi a livello industriale dopo un incredibile rialzo della domanda. L'invenzione dello Zio Giovanni divenne un vero e proprio fenomeno gastronomico che conquistò il palato di Budapest e di tutto l'Impero.
La Dozzi fu la prima azienda, situata sulle rive del Danubio, a vendere questo prodotto in città. Per ottant'anni è stata una presenza sicura in tutta Budapest ma, con lo scoppio della Seconda guerra mondiale, è scomparsa sotto le macerie. Però ormai seppur frutto dell'ingegno italiano, il salame era diventato ufficialmente ungherese ed è per questo che oggi lo chiamiamo ancora con questo nome. Bisogna dirlo che pur essendo la storia di un "semplice salame" è incredibilmente affascinante. La vicenda di Zio Giovanni è emblematica di come un prodotto artigianale possa valicare i confini e diventare un'icona. Con il passare del tempo anche aziende storiche come la Levoni, fondata nel 1911, hanno contribuito a perfezionare la ricetta inventata dai norcini friulani e a renderla più accessibile per farla conoscere a tutto il mondo: fu qui che venne aggiunta quella nota di affumicatura che ha reso il salame ungherese ancora più buono.
Ma quindi in Ungheria oggi è ancora così famoso? Assolutamente sì, anzi a Budapest e dintorni continua a essere un simbolo alimentare con il nome di téliszalámi (salame invernale). Questa versione, rispetto a quella che conosciamo noi, potrebbe essere leggermente differente dato un tocco di paprika dolce, un ingrediente molto amato nel Paese. Le caratteristiche fondamentali sono le stesse: grana fine e affumicatura. Una storia che ricorda quella di un figlio che pur avendo lasciato il suo luogo di nascita in cerca di fortuna, mantiene sempre un fortissimo legame con le sue origini.