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Quante volte ti è capitato, quando ti assale la fame ma non vuoi rovinarti l'appetito, di mangiare un pacchetto di crackers? Devi sapere che al posto di questi o dei classici grissini, esiste uno snack che da secoli accompagna pause: i senbei giapponesi. Si tratta di sfoglie di riso sottili, dal colore dorato e croccanti. Crackers capaci di unire tradizione, ritualità e modernità in un solo morso. Scopriamo insieme cosa sono e perché sono così popolari.
La "leggenda" sull'origine dei senbei
I senbei sono biscotti di riso grigliati o cotti al forno, conditi solitamente con salsa di soia e, in alcune varianti, avvolti in una foglia di alga nori. Per quanto riguarda il gusto, devi sapere che questi snack possono essere sia dolci sia salati e che vengono arricchiti con aromi di gamberetti, polpo o zucchero di canna. Nel Paese del Sol Levante si trovano dappertutto: nei konbini (mini market aperti 24 ore), bancarelle di street food e si possono regalare persino come raffinati souvenir gastronomici (omyage – お土産) acquistabili in stazioni o aeroporti.

Per conoscere le origini di questi tradizionali biscottini bisogna tornare molto indietro nel tempo. Nati nell'Antica Cina, secondo alcune testimonianze scritte sarebbero arrivati in Giappone tra il VI e VIII secolo. La ricetta, inizialmente a base di frumento e patate, si trasformò con il passare dei decenni fino a trovare la sua versione più celebre (quella attuale) durante il periodo Edo (1603-1868). Fu qui che entrò in scena la salsa di soia e da allora i senbei sono diventati lo snack nipponico per eccellenza, consumati con il tè verde o durante pause relax.
C'è una leggenda metropolitana riguardo i senbei che ha catturato tanti appassionati di gastronomia straniera e asiatica. Si dice che la loro diffusione sia legata a Osen, una donna che trasformò degli avanzi di dolci di riso glutinoso (dango) in sfoglie arrostite. Fu così che "nacquero" i senbei, quindi prima nella loro versione dolce.
Perché si regalano?
In alcuni regioni del Sud Italia c'è l'usanza di fare regali gastronomici: succede in diversi casi come quando si va a trovare un parente in via di guarigione o magari quando ha "inaugurato" la nuova casa. Questi omaggi solitamente corrispondono a salumi o formaggi stagionati e pregiati che vengono consegnati proprio come simbolo di buon augurio. Anche in Giappone esiste un'usanza simile. In alcuni contesti si regalano dei frutti molto costosi (lì ci sono vere e proprie boutique della frutta pregiata) o biscottini come i senbei.

Come dicevamo precedentemente, i senbei non sono solo uno snack ma appunto un omyage e il motivo per il quale si regalano è semplicissimo. Sono facili da trasportare, leggeri, hanno una lunga conservazione e raccontano le usanze regionali dei luoghi in cui vengono prodotti. Ogni area del Paese nipponico ha infatti la propria variante che sia dolce o salata, è spesso legata a ingredienti locali.
E in Italia li conosciamo? Sappiamo che ormai la gastronomia giapponese nel nostro Paese si è diffusa tantissimo e di ristoranti che la trattano ce ne sono a migliaia. Tuttavia i senbei non sono ancora conosciuti come il ramen o il sushi ma stanno iniziando a farsi conoscere grazie ai negozi di alimentari etnici e alle catene specializzate in cucina asiatica. Anche questi si stanno diffondendo e sono sempre di più gli italiani che, dopo averli scoperti, li utilizzano come alternativa originale ai crackers tradizionali.