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18 Ottobre 2025 13:00

Come introdurre la frutta durante lo svezzamento: tipologie e quantità

Introdurre la frutta nello svezzamento è un’occasione preziosa per rivedere le abitudini alimentari familiari: tutti dovrebbero mangiarla, trasformandola in un rituale condiviso e quotidiano. Ma da quale varietà partire e come proporla?

A cura di Verdiana Ramina
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L’arrivo della frutta nello svezzamento è uno di quei momenti che i genitori attendono con un misto di curiosità e tenerezza: i primi assaggi dolci, le buffe facce di sorpresa, le scoperte che passano attraverso il cucchiaino o timidi morsi che assomigliano più a ciucciate. Ma quale frutta scegliere per iniziare? E in quali quantità proporla al bambino senza rischiare squilibri nutrizionali?

La risposta non è così scontata. La frutta non è tutta uguale: ha caratteristiche diverse a livello di fibre, consistenza e micronutrienti. Alcuni frutti risultano più adatti nelle prime fasi, altri possono essere introdotti gradualmente o seguendo accortezze particolari.

Che tipo di frutta preferire e quando introdurla?

Quando si parla di svezzamento, spesso i pediatri consigliano di iniziare con frutta morbida e facilmente digeribile, come mela grattugiata, pera cotta e banana schiacciata. Questi frutti hanno un sapore naturalmente dolce, una consistenza gestibile se debitamente preparati e un basso rischio di reazioni avverse.

Ti lascio però un messaggio importante: la frutta non deve essere necessariamente il primo alimento con cui iniziare. Spesso si pensa che, grazie al suo gusto dolce, il bambino la accetti più facilmente e che così venga incentivato a mangiare, quando in realtà non è esattamente così: se tuo figlio è pronto a mangiare la frutta, è pronto anche per tutti gli altri alimenti solidi. Per questo suggerisco sempre di non usare la frutta come “anticamera” del resto, ma come parte di un percorso più ampio e vario.

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A partire da che età offrirla

La Società Italiana di Pediatria non pone controindicazioni specifiche a offrire frutta fin dall’inizio dello svezzamento (intorno ai 6 mesi), purché venga proposta in modo sicuro. Frutti come fragole, kiwi, frutti rossi o agrumi, un tempo ritenuti “a rischio”, oggi non vengono più sconsigliati a priori: le linee guida internazionali, ma anche le indicazioni dell’EFSA e dell’American Academy of Pediatrics hanno rivisto la loro posizione in merito ormai da qualche anno, sottolineando che una introduzione variata e precoce degli alimenti può ridurre il rischio di allergie e la Società Italiana di Allergologia e Immunologia Pediatrica ribadisce questo concetto.

Attenzione, però, alla maturazione e alla consistenza: un pezzo di mela cruda è un potenziale rischio per il soffocamento, mentre una mela cotta o grattugiata diventa sicura e perfettamente gestibile. Il criterio quindi non è tanto quale frutta proporre, ma come proporla.

Quanta frutta offrire?

All’inizio bastano piccolissime quantità: uno o due cucchiaini, giusto per abituare il bambino a nuovi sapori. Inoltre non sostituisce il pasto principale, perché il latte resta l’alimento cruciale per tutto il primo anno di vita. Con il tempo le quantità aumentano naturalmente, seguendo l’appetito e i segnali del piccolo nel suo percorso di scoperta del cibo.

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La frutta è meglio darla prima o dopo il latte durante lo svezzamento?

Anche conoscere il giusto tempismo per proporla al meglio è uno dei temi che più scaldano gli animi. La verità è che non esiste una regola universale valida per tutti: la frutta può essere offerta sia prima che dopo il latte, a seconda dell’organizzazione familiare e della risposta del bambino.

  • Prima del latte. Alcuni genitori trovano comodo offrire un assaggio di frutta prima della poppata o del biberon. Questo aiuta a stimolare la curiosità e a far conoscere al bambino nuovi sapori senza che sia sazio e quindi poco propenso a sperimentare.
  • Dopo il latte. Altri preferiscono offrirla dopo la poppata, come piccola “chiusura” del pasto latteo. In questo modo il latte continua a essere l’alimento principale (fondamentale fino all’anno di vita), e la frutta diventa un complemento piacevole, esplorata senza il nervosismo tipico del bimbo quando ha troppa fame per approcciarsi a cibi nuovi.

Dal punto di vista nutrizionale non ci sono differenze sostanziali. Ciò che conta è la costanza: la frutta va proposta regolarmente, senza ansie, come parte naturale della routine quotidiana e dei pasti bilanciati che andrai a presentare.

Un’alleata per tutta la famiglia

Introdurre la frutta nello svezzamento non significa solo arricchire la dieta del bambino: è un’occasione preziosa per rivedere le abitudini alimentari familiari. Se in casa frutta e verdura compaiono regolarmente a tavola, il piccolo sarà più incline ad apprezzarle. Ecco perché consiglio sempre ai genitori di trasformare il momento in cui si propone la frutta in un rituale condiviso e quotidiano per creare memorie affettive positive.

Verdiana, la Dietista delle famiglie

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