
Se stai leggendo questo articolo probabilmente ti starai chiedendo: "È arrivato il momento per iniziare lo svezzamento? E come faccio a non sbagliare?" Domande normalissime che una dietista specializzata in alimentazione pediatrica come me si sente rivolgere in continuazione: il passaggio dal solo latte ai primi assaggi solidi è una tappa emozionante, ma può far sentire i genitori spaesati tra schemi rigidi, consigli dati dall’esperienza di nonni e fratelli maggiori ma non dalle evidenze scientifiche e… dai molteplici timori che possono accompagnare la fase di scoperta della sana alimentazione in famiglia.
Oggi ti guiderò tra diverse tematiche:
- quando iniziare lo svezzamento, osservando i segnali del tuo bambino;
- quali alimenti proporre per primi, con gradualità e varietà;
- gli errori da evitare, quelli in cui tanti genitori inciampano senza accorgersene;
- qualche consiglio pratico, per affrontare questa fase con serenità.
Come capire se è il momento per iniziare lo svezzamento
Immagina questa scena: sei a tavola e tuo figlio, seduto nel seggiolone, ti fissa con occhi curiosi. Allunga la mano verso la forchetta e apre la bocca quando tu porti il cibo alla tua. È solo curiosità? Forse, ma è anche uno dei segnali per dirti che è finalmente pronto ad ampliare il suo ventaglio di sapori.
Le linee guida dell’OMS veicolate dall’Istituto Superiore di Sanità consigliano di iniziare l’alimentazione complementare intorno ai 6 mesi. In questa fase il latte (materno o formula) non copre più da solo tutti i fabbisogni nutrizionali, in particolare quello relativo al ferro e altri preziosi micronutrienti.

Ma mi sento di dirti con assoluta certezza che ogni bambino è unico. Più che guardare a una data precisa sul calendario, osserva questi segnali:
- sa stare seduto con un minimo sostegno e mantiene la testa dritta;
- mostra interesse verso il cibo e tende ad afferrarlo;
- non spinge fuori automaticamente tutto con la lingua (ha perso il cosiddetto riflesso di estrusione).
Se li riconosci, allora sì, è il momento giusto per iniziare. Se ancora non li vedi e il tuo bimbo si avvicina ai 6 mesi, non forzare questo passaggio: qualche settimana di ulteriore attesa non sarà di certo un problema per la sua salute e la sua crescita.
Quali sono i primi cibi da introdurre
"Ok, Verdiana, ma da dove parto?": potresti chiederti guardando dubbioso le istruzioni lasciate dal tuo pediatra su come preparare il brodo perfetto. Potresti iniziare con le classiche pappe a base di brodo vegetale (rigorosamente senza sale), creme di cereali, una piccola porzione di verdure passate e una ancor più piccola fonte proteica, condita da un filo di olio extravergine d’oliva. Per la frutta, puoi presentare una mela o una pera grattugiata, o uno qualsiasi degli altri frutti di stagione servito in purea.
Oppure potresti valutare di inserire sin da subito alimenti che il tuo bambino può autonomamente portare alla bocca sulla base dei principi dell’autosvezzamento e dei tagli in sicurezza: pezzetti di frutta molto matura afferrabili con la presa palmare, polpette di cereali e legumi decorticati accompagnate da un sugo semplice per ammorbidire il boccone, cimette di broccoli cucinate al vapore.

Qualsiasi sia la strada che desideri intraprendere, l’importante è offrire poche novità alla volta, esponendo il tuo bambino allo stesso alimento per stimolare e favorire la tolleranza immunologica e intercettare, anche grazie all’attenta osservazione, eventuali reazioni avverse. Così, passo dopo passo, potrai ampliare l’offerta di ciò che porti in tavola privilegiando:
- cereali con e senza glutine;
- verdure di stagione, variando anche i sapori più “difficili” come le verdure a foglia verde;
- legumi, ben cotti e passati oppure schiacciati con lo spremiaglio;
- pesce, uova ben cotte, formaggio (evitando la quotidiana spolverizzata di parmigiano nella pappa) e carne, in base alle frequenze suggerite dalla Piramide alimentare per una sana alimentazione.
In tutto questo ricorda un messaggio importante: il latte non sparisce da un giorno all’altro, ma rimane ancora la base dell’alimentazione del tuo bimbo per tutto il primo anno di vita, mentre gli altri alimenti si aggiungono o, per meglio dire, complementano la dieta. Da qui il nuovo e più corretto termine con cui ci si riferisce allo svezzamento, ovvero alimentazione complementare.
Quali sono gli errori da non fare
Lo svezzamento è un viaggio bellissimo, ma ci sono alcuni passi falsi che è facile compiere. Vediamoli insieme.
- Il primo errore è iniziare troppo presto, quando ancora non sono presenti tutti i segnali.
- Un altro scivolone comune è aggiungere sale, zucchero o miele: al bambino non servono e possono perfino essere dannosi.
- Da evitare anche l’uso del latte vaccino intero come bevanda principale prima dell’anno di vita: troppo proteico e povero di ferro; meglio proporlo in piccole porzioni e come ingrediente per le ricette di tutta la famiglia anziché come bevanda.
- C’è poi l’errore di introdurre troppo tardi i principali allergeni: oggi sappiamo che prima si inseriscono, uno alla volta per intercettare eventuali segnali precoci di allergia, meglio è.
- E non dimentichiamo l’aspetto emotivo: forzare il bambino a finire il piatto perché secondo il nostro punto di vista ha mangiato meno di quello che dovrebbe, può creare un legame negativo col cibo: lo svezzamento dovrebbe essere un momento di scoperta e mai di lotta.
Svezzamento: meglio seguire uno schema rigido o fidarsi del bambino?
Adesso vorrei chiarire un ultimo punto: non esiste una tabella di marcia valida per tutti. Gli schemi rilasciati dal pediatra possono essere una guida in grado di darti sicurezza ma non devono diventare una gabbia fatta di cronoinserimenti e imposizioni.
Ti invito invece a pensare lo svezzamento come un dialogo continuo tra te e tuo figlio: tu offri, osservi, adatti le proposte sulla base di come reagisce il piccolo. Alcuni giorni mangerà di più, altri meno, alcuni alimenti li accoglierà subito, altri avranno bisogno di essere proposti più volte. È normale e sano che sia così: il tuo compito è offrire varietà e porzioni corrette, ma anche serenità e tempo per sperimentare. Al resto penserà lui, guidato dalla sua innata curiosità e dal suo istinto di imitare quello che tutti i giorni vede accadere sulla tavola della famiglia. Non mi resta che augurarti buon viaggio in questo percorso che richiede pazienza, fiducia e – perché no – anche un pizzico di leggerezza.
Verdiana, la Dietista delle famiglie