
La frutta secca è un ingrediente che in cucina non dovrebbe mancare mai: pratica da utilizzare, ricca di nutrienti, perfetta per dare un tocco in più a dolci, insalate, yogurt o come uno snack veloce a tutta energia, a colazione e in versione spezzafame. Che si tratti di mandorle, noci, nocciole, pistacchi, arachidi, anacardi o pinoli, questi alimenti hanno una caratteristica che li accomuna: contengono una quota elevata di grassi insaturi, i cosiddetti “grassi buoni”, oltre a fibre, sali minerali e vitamine, che li rendono dei veri e propri amici della salute, sempre se consumati con moderazione, data la concentrazione di calorie in pochi grammi. Conservarla nel modo corretto, proprio come si fa con tutti i cibi, permette di preservare al meglio le proprietà della frutta secca: non solo quelle legate al benessere, ma anche consistenza e gusto, perché non perda la croccantezza e non abbia alterazioni di sapore che virano all’amaro e al rancido, proprio a causa del deperimento degli oli presenti all’interno. In particolare, il periodo delle feste natalizie potrebbe spingerti ad acquistarne più del necessario: vediamo quindi come conservarla: tra i vantaggi, infatti, c’è anche quello della durata.
Una questione di temperatura
Calore, luce e umidità sono gli elementi principali che nella maggior parte dei casi hanno effetti negativi sulla conservazione dei cibi: la frutta secca non fa eccezione e, anzi, li teme tutti e tre. Per questo è consigliabile tenerla in un luogo fresco, asciutto, lontano da fonti luminose e di calore: la temperatura ideale si aggira tra i 15 °C e i 18 °C, con la dispensa che spesso si rivela la soluzione migliore. Attenzione che sia ventilata (per non sviluppare umidità e quindi muffe) e che non subisca sbalzi termici, tipo negli armadietti e nei ripiani alti sopra ai fornelli o in quelli esposti in modo prolungato ai raggi del sole. Nei mesi più caldi, quando i gradi aumentano anche in casa, la frutta secca può essere riposta in frigorifero: il freddo rallenta il processo di ossidazione e mantiene l’aroma più a lungo. Il consiglio? Tirarla fuori 5-10 minuti prima di gustarla. Anche il freezer diventa un alleato: la frutta secca deve essere sempre sgusciata, e quando ne hai bisogno puoi scongelare lentamente in frigorifero, senza più ricongelare.
Quanto dura la frutta secca?
La frutta secca senza guscio, conservata in dispensa, dura in genere diversi mesi. Se acquistata già confezionata, fa fede la data riportata sull’involucro, indicata solitamente con un “da consumarsi preferibilmente entro”, arrivando in genere fino a un anno. Se comprata sfusa o la confezione è stata aperta, allora le tempistiche si accorciano dai 3 ai 6 mesi mesi per mandorle, nocciole e pistacchi. Qualche caso a parte? Le comuni noci si rovinano più velocemente, ma soprattutto i pinoli: si tratta di semi oleosi molto ricchi di grassi e per questo più rapidi nel deperimento, tanto che la durata si restringe a 1-2 mesi.

Quali contenitori usare: le opzioni migliori
La scelta del contenitore influisce moltissimo sulla conservazione. L’obiettivo è limitare il contatto con l’aria e proteggere la frutta secca da umidità e odori esterni. I contenitori migliori sono:
- Barattoli di vetro con chiusura ermetica: è la scelta più consigliata perché non assorbono odori, si lavano facilmente e proteggono bene gli alimenti. Ideali sia in dispensa sia in frigorifero.
- Contenitori in plastica: sono pratici e semplici da reperire. Ciò che conta è che abbiano il tappo per sigillarli.
- Sacchetti per il freezer con chiusura zip: perfetti per il congelamento, così da porzionare la frutta secca in piccole quantità.
Ricorda di apporre un’etichetta adesiva con la data, così saprai esattamente da quanto si trova in dispensa, in frigo o in congelatore la frutta.
Dura più a lungo quella con il guscio?
Se prevedi di consumare la frutta secca in un arco di tempo maggiore – un paio di mesi in più – allora opta per quella con il guscio: si tratta di un rivestimento che fa da barriera naturale, salvaguardando la polpa dai fattori visti in precedenza, limitando l’ossidazione dei grassi. Bisogna però rispettare le stesse regole di quella sgusciata, usando le corrette precauzioni contro gli agenti esterni e i giusti contenitori: può capitare, infatti, che l’interno marcisca anche se il guscio è integro e non mostra nessun segno di peggioramento.