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8 Novembre 2025 9:00

Cachi vaniglia: come sono fatti e perché si chiamano così

Tipologia antichissima diffusa in Campania, i cachi mela stanno conquistando tutta l'Italia per la loro dolcezza e succosità, oltre al tipico aroma di vaniglia che sprigiona la loro polpa, rendendoli ottimi per realizzare profumate confetture.

A cura di Federica Palladini
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Tra i frutti più amati dell’autunno ci sono i cachi, che condividono un po’ lo stesso destino delle castagne: disponibili per pochissimo tempo, sono molto versatili in cucina, gustati così come sono o utilizzati in ricette salate e dolci. Facendo un giro al supermercato o dal fruttivendolo si può capire che non esiste un’unica varietà di cachi: ci sono i croccanti cachi mela e i morbidissimi Loto di Romagna, entrambi tra i più diffusi. Tra le specialità, ecco spuntare i cachi vaniglia, originari della Campania, e che stanno ottenendo il loro posto al sole in tutta Italia, particolarmente apprezzati per quella nota profumata che ricorda la pregiata vaniglia bourbon. Ottimi per confetture, ma non solo. Andiamo alla loro scoperta.

Che cosa sono i cachi vaniglia

Chi dice caco vaniglia dice Campania: si tratta, infatti, della tipologia regina di questa regione, annoverata tra i Pat (Prodotti Agroalimentari Tradizionali) localizzata in particolare nella zona delle province di Napoli e di Salerno, nell’area Vesuviana e quelle dell’agro Acerrano-Nolano e Sarnese-Nocerino. Una varietà di Diospyros kaki che fin dall’antichità ha trovato le condizioni ideali per crescere ed essere coltivata: il frutto arriva nei mercati verso i primi di novembre e si caratterizza per avere una tonda forma leggermente appiattita, con una buccia sottile giallo-arancione quando viene raccolta da matura e che prosegue diventando più rossa man mano che la maturazione prosegue. La polpa, invece, si distingue per le tonalità bronzo scuro o rossastre, è provvista di semi e al palato si rivela dolce e succosa. Il riferimento alla vaniglia? Non c’entra nessun incrocio tra le due specie vegetali: semplicemente alcune note aromatiche ricordano quelle della rinomata spezia, calde, morbidi e avvolgenti.

Proprietà e benefici dei cachi vaniglia

Dal punto di vista nutrizionale, non ci sono particolari differenze con i cachi in genere. Si tratta di frutti composti per la maggior parte di acqua e zuccheri, con un tenore calorico medio-alto, visto che in una porzione da 150 grammi si calcolano 106 kcal: vedono una buona presenza di vitamina C e carotenoidi, precursori della vitamina A e responsabili anche della pigmentazione arancione. Studi appositi sulle varietà coltivate nel Centro e Sud Italia, tra Lazio, Campania, Puglia, Sicilia e Sardegna confermano l’alto contenuto dei cachi in fibre e pectina, utili per l’assorbimento degli zuccheri, tenendo a bada i picchi glicemici, e per la prevenzione di malattie cardiovascolari; inoltre il loro profilo è interessante per il basso livello di sodio e l’alta concentrazione di potassio (255 mg per 150 gr), un minerale indispensabile per il buon funzionamento dell'organismo, amico del cuore e alleato contro l’ipertensione, favorendo l’eliminazione dei liquidi e controllando la pressione sanguigna. Per chi soffre di diabete è sempre meglio rivolgersi al parere di un medico o del nutrizionista per consumarli nelle corrette quantità.

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Come si mangiano

La grande comodità dei cachi vaniglia è che possono essere consumati sia sodi sia morbidi, a seconda del grado di maturazione. In poche parole, difficilmente allappano per la troppa presenza di tannini in quanto vengono impollinati (fatti fecondare) ponendo vicino un’altra pianta: il risultato è che sono commestibili subito dopo essere stati prelevati dall’albero. Non hanno bisogno di quello che si definisce “ammezzimento”, tipico dei cachi Tipo, come i Loto di Romagna, pronti per essere mangiati solo in seguito a un periodo di riposo in cassette di legno, meglio se accanto a delle mele, che grazie alla presenza di etilene ne favoriscono la maturazione, gelificando la polpa. La consistenza compatta dei cachi vaniglia li rende così perfetti per macedonie, yogurt, porridge o insalate autunnali, proprio come avviene per i cachi mela. Quando sono più teneri e zuccherini, invece, ecco che diventano basi perfette per frullati, torte da credenza e dessert furbi. L’impiego più classico? Farli diventare una profumatissima confettura, da spalmare sul pane, per farcire dolci o accompagnare taglieri di salumi e formaggi.

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