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8 Agosto 2025
18:00

Birra in capsule: grazie a un gruppo di ricercatori si potrà fare in casa come il caffè

La birra in capsule sembra un progetto pronto a diventare realtà. Grazie alla crioconcentrazione, puoi fare birra a casa aggiungendo acqua e gasando. Comodità, sostenibilità e gusto autentico.

A cura di Enrico Esente
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Come reagiresti se ti dicessimo che potresti preparare la birra a casa? Torni dal lavoro e hai voglia di bere un'ottima birra ma ti accorgi che il frigo è mezzo vuoto. All'interno solo un piccola "capsula", più o meno simile a quelle per fare il caffè. Basta metterla nel bicchiere, aggiungere acqua fredda e renderla frizzante con un gasatore: tre passaggi per preparare la tua "pinta domestica". Niente di più facile vero? Lo sappiamo che sembra fantascienza, ma è grazie a un gruppo di ricercatori che potremo presto ottenere questo risultato. Negli ultimi mesi è stato brevettato un sistema apposito per produrre birra in capsula e, per ottenere questo risultato, gli studiosi hanno utilizzato la crioconcentrazione. In pratica, viene congelata la birra e poi si separano i cristalli d’acqua dal resto del liquido, lasciando una specie di “essenza” super concentrata, alcol compreso.

Ma è davvero birra?

Come dicevamo poc'anzi, il sistema di crioconcentrazione permette al liquido di essere conservato in piccole dosi e di "rigenerarlo" in casa aggiungendo acqua e gasandolo con dei dispositivi. Chi sta lavorando al progetto sostiene che questo procedimento preserva le caratteristiche tradizionali della birra e ne intensifica addirittura i profumi. Per non parlare poi dell'efficienza della distribuzione dove ovviamente è più facile trasportare cento capsule che cento bottiglie di vetro. Dietro quest'idea rivoluzionaria ci sono dei ricercatori dell'Universidad de La Sabana, in Colombia, che hanno collaborato con l'Universidad Politécnica della Catalogna, in Spagna.

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Flaconcini di birra istantanea – CC BY–NC

Stando al parere di ha inventato queste capsule, la birra potrebbe essere addirittura migliore. Non stiamo parlando di un surrogato né di una birra light o in polvere: è una birra vera a tutti gli effetti che, sostanzialmente, viene "messa in pausa" e poi in attesa di essere ricostituita. Alla fine gli interrogativi che si stanno ponendo quelli più scettici sono gli stessi che si facevano quando iniziarono a uscire le capsule per il caffè. Erano in tantissimi quelli che pensavano che il vero espresso si poteva gustare solo al bar e invece, grazie a diversi dispositivi messi in commercio negli ultimi anni e a capsule e cialde, si può fare buono anche a casa. Insomma i ricercatori si auspicano possa succedere la stessa cosa anche per la birra.

Una rivoluzione per il mercato birrario

Le capsule contenenti birra pronta da rigenerare potrebbero indubbiamente rivoluzionare il mercato delle bevande in quanto potrebbero una ventata di novità. Prima di tutto la praticità: niente bottiglie pesanti da portare a casa, niente vetro da riciclare niente bisogno di spazio in frigo. Solo delle piccole capsule facili da conservare e trasportare. Poi ci sarebbe il discorso relativo alla sostenibilità: meno imballaggi, meno CO2 emessa e meno sprechi.

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Ovviamente stiamo parlando di un brevetto e quindi di una cosa che non verrà messa in commercio subito. Sono tanti i consumatori a porsi più di una domanda, tra cui il prezzo e la disponibilità nei vari paesi. Inoltre come prenderanno questa cosa i produttori artigianali, i cosiddetti artefici della craft revolution che, proprio adesso, sta iniziando a prendere peso anche in Italia. La combatteranno o la adotteranno? Insomma se guardiamo cos'è successo al caffè in capsule, la strada sembra già tracciata: la tecnologia in grado di semplificare la vita e a mantenere comunque un ottimo livello di qualità e autenticità, tende a diventare parte della nostra vita quotidiana. Il futuro della birra è più piccolo, più leggero e sta tutto in una piccola capsula.

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A cura di
Enrico Esente
Laureato in Scienze della Comunicazione e giornalista professionista. Dopo le prime esperienze presso il Corriere del Mezzogiorno, Sky Sport e Rompipallone.it e un periodo di studio a Tokyo, ho orientato il mio percorso lavorativo verso il mondo dell’enogastronomia, spinto da una grande passione per la cultura gastronomica giapponese e un amore autentico per il buon cibo. Amo raccontare piccoli aneddoti legati alle abitudini alimentari di culture diverse, perché credo che il vero viaggio culturale inizi proprio a tavola.
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