
Il rum è un distillato che nasce dalla fermentazione del succo di canna da zucchero o della melassa, seguito da una distillazione e da un periodo di invecchiamento in botti di legno di quercia. La sua produzione varia notevolmente da paese a paese, e non esiste un disciplinare internazionale univoco.
Tuttavia, ci sono alcuni indizi sensoriali e tecnici che ti permettono di distinguere un rum pregiato da uno più ordinario. Oggi vediamo come profumo, colore, consistenza, gusto e grado alcolico sono le chiavi per orientarti nella degustazione e scegliere bottiglie davvero meritevoli.
Il profumo: il primo incontro
Quando ti avvicini a un rum di qualità, lasciati sedurre da un bouquet aromatico complesso e stratificato. Al naso si percepiscono in successione note dolci di caramello e zucchero di canna, seguite da vaniglia e spezie calde, fino ad arrivare a sentori fruttati che ricordano mango, banana e ananas. Non mancano gli agrumi, con tocchi di arancia e limone, e una chiusura elegante di legno tostato.
Per cogliere appieno questa ricchezza olfattiva, non immergere il naso nel bicchiere: appoggialo all’orlo e lascia che l’ossigeno liberi le fragranze, senza che l’alcol le sovrasti.

Il colore: una storia liquida
Il colore del rum racconta molto del suo percorso. Si va dal cristallino dei rum bianchi, spesso non invecchiati, alle tonalità dorate, ambrate o brune dei rum affinati in botte. Le sfumature dipendono dalla durata e dal tipo di invecchiamento, dal legno utilizzato e dal grado di tostatura delle botti.
In alcuni casi viene aggiunto caramello per uniformare la tonalità, ma questo non compromette necessariamente la qualità. Un rum Extra Old (XO), ad esempio, garantisce almeno sei anni di maturazione, ma più dell’età conta l’equilibrio tra intensità aromatica e leggerezza del legno.
La viscosità: il segno della ricchezza
Agita delicatamente il bicchiere e osserva le gocce che scorrono sulle pareti: sono dette “lacrime” o “gambe”. Un rum viscoso, con gocce dense e lente, indica una concentrazione elevata di componenti aromatiche e zuccherine.
Questo dettaglio visivo suggerisce un affinamento curato e un profilo organolettico ricco, che promette una degustazione intensa e appagante.
L’invecchiamento: il tempo fa la differenza
Il rum matura in botti di legno, ma il clima influisce profondamente sul risultato. Nei Paesi tropicali, l’evaporazione è più elevata (circa l’8% annuo), e questo accelera l’affinamento, conferendo maggiore intensità aromatica.
In climi continentali, invece, l’evaporazione è più contenuta (tra il 2% e il 4% annuo), e il rum sviluppa una morbidezza più rotonda. Ogni produttore cerca il giusto bilanciamento, consapevole che un eccesso di maturazione può rendere il distillato troppo legnoso.

Il gusto: armonia e profondità
Al palato, un rum di qualità si distingue per la dolcezza equilibrata e per note complesse: frutta secca, cioccolato, caffè, cannella, noce moscata e vaniglia. Il retrogusto è lungo e stratificato, capace di evolvere nel tempo.
La struttura deve risultare armoniosa, con un bilanciamento tra alcolicità e aromi: un rum ben fatto non scalda in modo eccessivo, ma avvolge con eleganza.
Il grado alcolico e il prezzo: ultimi indizi
Un rum premium si colloca tra il 40% e il 50% vol.: una gradazione che sostiene la complessità aromatica senza sovrastarla. Sul fronte economico, puoi trovare buoni distillati anche sotto i 25 euro, ma le bottiglie di livello internazionale si aggirano intorno ai 50 euro: un prezzo che riflette la qualità delle materie prime e la cura dell’affinamento.