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Abbiamo già parlato in precedenza del bakery tourism, quel particolare fenomeno turistico che ti spinge a percorrere chilometri e chilometri solo per assaggiare il croissant "più buono e vero della Francia". Questa volta, invece, vogliamo parlarti di un altro tipo di turismo, che non è spinto dall'odore di vaniglia e cannella ma prende piede tra gli scaffali di snack, surgelati, banchi di frutta e bibite stravaganti: si chiama grocery tourism e ha a che fare con quell'irrefrenabile voglia di visitare supermercati locali.
L’autenticità da scoprire tra le corsie dei supermarket
Pare che oggi tutto ciò che va di moda è merito dei social e dobbiamo dire che pure in questo caso è così: l'avvento di food e travel blogger ha acceso questa mania di andare in giro per supermercati e scoprire cosa mangiano le persone del posto. Ma perché? Perché se la globalizzazione, questa dannata e amata globalizzazione, ha portato le grandi catene alimentari in tutto il mondo, deve pur rimanere qualcosa di autentico che il viaggiatore può scoprire: e sembra proprio che i supermercati riescano a tenere fede a questo desiderio.
Anche per quanto riguarda i negozi di alimentari, ovviamente, emerge in alcuni casi una certa omologazione: per fare giusto un esempio, la Lidl, colosso alimentare tedesco presente in gran parte dei Paesi europei, è caratterizzata da quell'odore che rimane assolutamente identico in ogni città e, quindi, se chiudi gli occhi neanche lo sai se sei a Milano, a Londra o a Corfù.
Ma per fortuna esistono ancora tanti altri market che sono originari di quello specifico posto: pensiamo a Sainsbury's in Inghilterra, Carrefour in Francia e Walmart negli Stati Uniti, dei veri e propri "musei a sé stanti", come li ha definiti Arwa Mahdawi del The Guardian, dove ci si può aggirare tra le varie corsie e immaginare cosa potrebbero contenere le dispense degli abitanti del posto. Capire le abitudini, conoscere prodotti mai visti prima, assaggiare snack locali e scoprire sapori nuovi: questo è il grocery tourism e ha una sua ragione d'esistere perché, a prescindere dalla smania social, è vero che i supermercati raccontano tanto di un popolo (e non è mica un caso che i nostri solitamente abbiano due corsie interamente piene di pasta).

Da dove nasce il grocery tourism
Il grocery tourism è un fenomeno che, in realtà, è sempre esistito: la colpa o il merito dei social – Tik Tok e Instagram sopra tutti, ma anche YouTube – è quella di avergli dato un nome. Infatti, è proprio su queste piattaforme che il termine è stato coniato: non sappiamo di preciso chi abbia iniziato questa tendenza, ma di sicuro cresce sempre di più il numero di persone che amano fare questo tipo di esperienza all'estero. E il motivo è un po' lo stesso del bakery tourism – così come di tante altre esperienze – ed è da ricercare nella voglia delle persone che vogliono prendere parte a esperienze autentiche, che dicono no al turismo classico e indifferenziato, ma che cercano nel viaggio un ritorno in termini di conoscenze legate a quella specifica cultura e di particolarità che sono riuscite a scovare, portando a casa uno spaccato di vita sociale che non si trova in nessuna guida o blog di viaggio.
L'idea di scoprire cosa piace alle persone del posto, quali snack mangiano davanti a un film, come in Messico in cui, secondo The bucket list company (azienda che opera nell'organizzazione di viaggi), si possono trovare una quantità indefinita di patatine; ma anche qual è quel piatto che per noi è rappresentato dalla pasta con il tonno, ovvero quel pasto tipico di quando non hai nessuna voglia o tempo di cucinare, che per i giapponesi, ad esempio, è il ramen istantaneo. Insomma, girare per i supermercati è come dare uno sguardo alle tradizioni e ai gusti della gente locale, un'esperienza low-cost che racchiude un'autenticità senza eguali.
L’Italia non è esclusa
Anche l'Italia ovviamente ha i suoi supermercati in cui "esplorare" la cultura locale. Sempre secondo The bucket list company, i nostri supermercati più in voga per i cittadini stranieri sono Coop ed Esselunga: autentiche vetrine in cui ricercare prodotti nostrani come biscotti, formaggi regionali, pasta artigianale e tanti prodotti da forno freschi, come i rustici leccesi, il pane cafone napoletano o la focaccia genovese, tutti ovviamente legati alla città in cui hanno sede.