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10 Novembre 2022 13:00

Capello o mosca nel piatto al ristorante, posso rifiutare di pagare? Cosa dice la legge

Cosa prevede la legge se il cliente trova un capello (o un corpo estraneo in generale) all'interno di un piatto al ristorante? Quali sono i diritti dell'ospite e come ci si può comportare?

A cura di Alessandro Creta
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Cosa prevede la legge se il cliente trova, al ristorante, un capello, una mosca o un corpo estraneo in generale all'interno di un piatto? Come ci si può accordare e quali sono le eventualità previste?

Anche se magari non ci è mai personalmente capitato, si tratta di una delle scene più rappresentative di un'eventuale serata storta al ristorante. Quante volte, in film o serie tv, abbiamo visto una cena (magari romantica) rovinata da un capello nel piatto, oppure da una mosca che galleggia ormai esanime nel brodo o nella zuppa. Probabilmente a qualcuno invece sarà anche capitato che venisse servita una pietanza con un ingrediente extra, per così dire, non richiesto e indesiderato. Un'eventualità che può succedere, certo, per quanto non dovrebbe mai capitare. Alcuni avranno fatto notare il guaio al cameriere che, mortificato, avrà riportato indietro il piatto contaminato, altri invece avranno fatto buon viso a cattivo gioco, decidendo di far finta di nulla semplicemente togliendo il poco gradito ospite dal proprio cibo. Ognuno avrà reagito a suo modo ma riducendo il tutto a una pura e fredda questione legale, cosa prevede la legge se ci ritroviamo nel nostro piatto un capello o una mosca, solo per fare gli esempi più immediati e riconoscibili?

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Detto come questo discorso valga per ogni corpo estraneo, per così dire, alla pietanza ordinata, come possiamo reagire a un'eventuale clamorosa svista da parte del personale di cucina? Come possiamo legittimamente comportarci in tal caso? La legge è piuttosto chiara in tal senso e permette al malcapitato cliente di non pagare non solo la portata contaminata, ma anche tutte le restanti che ha ordinato. L'eventuale svista da parte di chi lavora in cucina, insomma, potrebbe costare particolarmente cara al ristoratore. Ma vediamo più nel dettaglio cosa prevede la legge.

Come abbiamo già spiegato in un approfondimento dedicato a possibili infortuni al ristorante, nel momento in cui il personale di sala riceve la comanda viene stipulato un contratto (atipico) tra il ristoratore e il cliente. In questo accordo non si prevede solamente la somministrazione di cibo, bevande e altre prestazioni di natura ricettiva (a fronte del pagamento finale), ma pure la garanzia alla tutela della propria salute e incolumità. Il contratto insomma obbliga il ristoratore a preparare il tutto con ingredienti sicuri e nel pieno rispetto della legge, intesa questa anche in ambito igienico sanitario. Si capisce come un eventuale capello così come qualsiasi altro elemento non riconducibile alla ricetta violi queste norme igieniche, e in questo modo il contratto tra le parti è da considerarsi inadempiuto.

Corpo estraneo nel piatto: i diritti del cliente

Detto ciò il cliente che trova l'eventuale capello (o qualsiasi altro corpo extra) nel piatto nel piatto è autorizzato a rifiutarsi di pagare la pietanza. La presenza di elementi non previsti all'interno della portata all’interno è infatti considerato un inadempimento contrattuale da parte del ristoratore, che non potrà quindi pretendere il pagamento della prestazione non correttamente eseguita. Non solo, riscontrare un corpo estraneo seppur in una sola pietanza costituisce un inadempimento del contratto stipulato nel suo complesso. E, in linea teorica, come è spiegato anche sul sito laleggepertutti.it, un'eventuale portata contaminata legittima il cliente a rifiutarsi di pagare anche le altre ordinate, e consumate, nella medesima comanda. Proprio perché con questa singola svista è venuto meno l'accordo sull'intero contratto tra ristoratore e cliente

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Come in altre eventualità, comunque, anche qui interviene il buon senso di tutti e le parti potrebbero accordarsi sul non pagare solamente il piatto oggetto della discordia, saldando invece il conto degli altri arrivati a tavola correttamente. Il cameriere in questo caso può domandare al cliente se gradisca la sostituzione del piatto incriminato, accordandosi solo sul non pagare esclusivamente la portata uscita dalla cucina con un ospite indesiderato. Starà poi al commensale decidere di accettare o meno questa possibilità.

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A cura di
Alessandro Creta
Laureato in Scienze della Comunicazione prima, Pubblicità e Marketing poi. Giornalista gastronomico per professione e mangiatore seriale per passione, mi piace navigare tra le pieghe del cibo, perché il food non è solamente cucina, ristoranti e chef. Appassionato di olio evo ma anche di viaggi, sono particolarmente incuriosito da cibi strani e sconosciuti. Mi fate felice con un Verdicchio. Mi trovate su Instagram: @cretalex
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Quello che i piatti non dicono
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